SCIENZA

Dove l’acqua del mare è più calda quest’anno: lo studio, che preoccupa

Anomala ondata di calore marino nel Mediterraneo: +5 °C. Impatti su clima, turismo, pesca e proliferazione di specie aliene

Pubblicato:

La terza settimana di giugno 2025 ha visto il Mar Mediterraneo far registrare fino a +5°C rispetto alla media stagionale. Nello specifico sono tre le aree che si sono confermate tra le più soggette a ondate di calore marino, con ripercussioni che vanno ben oltre la temperatura dell’acqua:

  • Spagna;
  • Tirreno;
  • Sardegna.

Onde di calore marine: le aree più colpite

Le immagini termiche diffuse da Cmems evidenziano come, in alcune porzioni del Mediterraneo, le acque superficiali abbiano raggiunto dei valori ben al di fuori della norma per il periodo. In particolare:

  • Mar delle Baleari e Mediterraneo orientale – Anomalie costanti tra +3 e +5°C;
  • Tirreno e coste della Sardegna – Temperature superficiali tra i 24 e i 26°C, a fronte di una media di 19-21°C nel periodo 1984-2024;
  • Baia di Malaga – 25,7°C di media settimanale nel mese di giugno, a fronte dei classici 18,5°C della prima fase estiva.

Il sistema di monitoraggio Mercator Ocean sostiene che l’ondata di calore marino va espandendosi. Si prevede inoltre un’evoluzione verso categorie sempre più intense e la formazione di “zone a rischio”, già evidenti nella Spagna sud-orientale. Il Mediterraneo, che è un “mare chiuso” e a rapida circolazione, intrappola il calore con maggior efficienza rispetto a quanto avviene negli oceani. Tutti gli ingredienti ideali per rappresentare un vero e proprio “hot spot” per il cambiamento climatico.

Le conseguenze

Temperature acquatiche tanto elevate comportano un gran numero di conseguenze, generando dei “serbatoi d’energia”. Ecco alcuni esempi:

  • eventi meteo estremi, come temporali violenti e trombe d’aria nel corso dell’autunno;
  • notti tropicali costiere, con l’umidità che evapora dalle acque calde e aggrava il disagio termico nelle aree urbane e sulle spiagge;
  • fioriture algali, come avvenuto di già nell’Adriatico. Si evidenzia una netta proliferazione di microalghe, che provoca fioriture rosse o verdi, che ostacolano il turismo balneare, danneggiando la pesca locale.

L’economia connessa alla pesca risente gravemente di tutto ciò. Basti pensare ai tanti casi di moria di cozze nell’area di Taranto. Le temperature record poi favoriscono, come ben sappiamo, la proliferazione di specie aliene, che nel Mediterraneo trovano condizioni ideali per riprodursi:

  • Caulerpa cylindracea – Alga invasiva che soffoca i fondali rocciosi;
  • Rhopilema nomadica – Medusa urticante imparentata con specie tropicali;
  • Caravella portoghese – Medusa molto velenosa per l’uomo, che appare sempre più spesso lungo le spiagge italiane;
  • Granchio blu – Responsabile di gravi danni per la fauna locale, in grado di alterare gli ecosistemi costieri;
  • Pesci scorpione, pesce gatto dei coralli e pesce coniglio – Predatori che mettono a rischio i bagnanti con il loro veleno.

Strategie possibili

Al fine di tentare di limitare gli impatti, si dovranno attuare delle azioni su più livelli:

  • monitoraggio continuativo delle temperature del Mediterraneo, sfruttando droni subacquei, satelliti e boe;
  • gestione delle coste adattive, con aree di riposo balneare e reti anti meduse;
  • piani di pesca sostenibile, che tengono conto delle migrazioni forzate delle specie marine;
  • controllo delle alghe invasive, con interventi di bonifica;
  • mitigazione climatica, con riduzione delle emissioni di CO2 e transizione verso una “economia blu”.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963