SCIENZA

La stella Betelgeuse potrebbe esplodere da un momento all'altro, distruggendone un'altra

Gli astronomi hanno confermato che Betelgeuse ha una stella compagna molto vicina: la loro fine potrebbe essere spettacolare quanto tragica

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Data: NASA/JPL/NOIRlab. Visualization: NOIRLAB.

C’è un corpo celeste, lassù sulla spalla della costellazione di Orione, che pulsa, brilla, si offusca. E che, a quanto pare, presto potrebbe esplodere dando vita a una delle più spettacolari supernove che il cielo notturno abbia mai ospitato. È la stella Betelgeuse, ed è talmente enorme da contenere milioni di nostri Soli. La sua morte, già annunciata dagli scienziati, non sarà silenziosa. Ma la novità che agita oggi gli astronomi è un’altra: non sarà sola.

Molto recentemente, infatti, la NASA ha confermato che accanto a Betelgeuse si nascondeva da tempo un’altra stella, mai osservata direttamente prima d’ora. I due astri danzano uno attorno all’altro in un abbraccio destinato a un tragico finale. Perché, che Betelgeuse esploda o no, c’è poco da fare: la sua compagna non avrà scampo.

Perché Betelgeuse è una stella speciale?

Ma andiamo per ordine. Per chi non lo sapesse, Betelgeuse si trova a circa 700 anni luce dalla Terra ed è famosa proprio per il fatto che da anni si ritiene che sia in procinto di esplodere e scomparire. Questa supergigante rossa, visibile a occhio nudo, è una delle più grandi stelle conosciute: guardando il cielo è possibile individuare il suo brillio arancione, soprattutto nei mesi invernali. Ha un raggio circa 700 volte quello del Sole e una massa 15 volte superiore.

E non solo. Nella volta celeste si fa notare anche per il suo comportamento imprevedibile. Betelgeuse infatti si gonfia e si contrae, cambia luminosità e si oscura: nel 2019 si riteneva che fosse arrivato il suo momento perché era quasi scomparsa, ma si era trattato soltanto di un’enorme nube di gas espulsa dalla superficie, che aveva oscurato la sua luce per un po’.

Date tutte queste peculiarità, è sotto osservazione speciale da diverso tempo e molti ricercatori avevano già ipotizzato che non fosse sola. Di fatto, però, finora ogni tentativo di confermare la presenza di un’altra stella accanto a lei era fallito. La svolta è arrivata grazie a un team di ricercatori guidato da Steve B. Howell del NASA Ames Research Center.

Cos’è la companion star e qual è il suo ruolo nell’esplosione?

A fine luglio, il team di Howell ha annunciato l’osservazione diretta di una companion star (compagna stellare) finora nascosta dalla luce accecante di Betelgeuse. Si tratta di una stella più piccola, di colore blu‑bianco, che orbita molto vicino alla supergigante rossa, precisamente così vicina da attraversarne l’atmosfera esterna ogni cinque o sei anni.

Gli scienziati l’hanno soprannominata Betelbuddy o, in modo più suggestivo, Siwarha, che in arabo significa il suo braccialetto.  La sua massa è stimata attorno a 1,5–1,6 volte quella del Sole, e secondo quanto riporta lo studio pubblicato su ArXiv, si tratta di una stella ancora giovane, non ancora entrata nella cosiddetta sequenza principale, cioè la fase in cui le stelle iniziano a fondere idrogeno nel nucleo. In pratica, una stella in formazione sta orbitando attorno a una stella in fase terminale: una situazione straordinaria, quasi poetica nella sua assurdità.

Come abbiamo già accennato, però, il destino della companion star è segnato: secondo i modelli elaborati su base astrofisica, potrebbe essere inghiottita da Betelgeuse nel giro di circa 10.000 anni, a causa della perdita progressiva di energia orbitale. Oppure, se la supergigante esplodesse prima, l’onda d’urto della supernova la investirebbe completamente, distruggendola. In entrambi i casi, il loro legame finirà in modo violento.

Che cosa vedremmo dalla Terra se Betelgeuse esplodesse?

Se la stella Betelgeuse esplodesse davvero come supernova, il cielo notturno cambierebbe volto per settimane, forse mesi. La luce dell’esplosione sarebbe così intensa da renderla visibile anche di giorno, quasi come una seconda Luna. Alcuni astronomi stimano che potrebbe brillare fino a 10.000 volte più del Sole e restare visibile anche a occhio nudo per mesi interi. Sarebbe uno spettacolo epocale, mai osservato in diretta nella nostra epoca.

Nonostante la drammaticità dell’evento, non ci sarebbero rischi per la Terra: la stella è abbastanza lontana da non causare danni. Ma l’emozione sarebbe enorme: sarebbe come assistere in diretta alla fine di un mondo, al crollo spettacolare di un colosso celeste. E, forse, alla scomparsa silenziosa della piccola compagna che fino all’ultimo gli ha orbitato intorno.

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