Un vulcano spento da oltre 700mila anni mostra segni di attività: potrebbe svegliarsi?
Il vulcano Taftan, in Iran, sta dando segni di attività: registrato sollevamento del terreno e alcune emissioni di gas: perché viene definito un "vulcano zombie"?

Il misterioso risveglio del vulcano Taftan, considerato estinto da 700.000 anni, ha sorpreso la comunità scientifica. Le recenti analisi satellitari rivelano segnali di sollevamento del terreno e anche emissioni di gas: indizi che indicano un’attività nascosta sotto la superficie del cratere in Iran.
Il vulcano Taftan: un gigante nel deserto iraniano
Nel sud-est dell’Iran, nella provincia del Sistan e Baluchistan, sorge il maestoso vulcano Taftan, un colosso di quasi 4.000 metri di altezza da tempo considerato un vulcano estinto. Fino a pochi mesi fa, si riteneva che il suo ultimo episodio eruttivo risalisse a oltre 700.000 anni fa. Tuttavia, un recente studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters ha ribaltato questa convinzione, portando alla luce segnali che indicano una nuova, inattesa attività nel cuore della montagna.
Il Taftan fa parte dell’arco vulcanico del Makran, una lunga catena formatasi per effetto della subduzione della placca arabica sotto quella euroasiatica: si tratta di un processo geologico che genera una notevole energia sotterranea. Insieme ai vicini Bazman e Kuh-e-Sultan, rappresenta uno dei tre principali centri magmatici dell’area. Ma, a differenza degli altri, il Taftan è l’unico ad aver mostrato attività fumarolica costante, segno che qualcosa, nelle sue viscere, non si è mai spento del tutto.
I segnali di risveglio: sollevamento del suolo e gas vulcanici
Il primo indizio di questo risveglio del vulcano Taftan è arrivato grazie alle osservazioni del satellite europeo Sentinel-1. Analizzando i dati radar, un gruppo di ricercatori guidato dallo scienziato iraniano Mohammadhossein Mohammadnia ha notato una lenta deformazione del terreno attorno alla vetta sud-orientale del vulcano.
In meno di un anno, la superficie si è sollevata di circa 9 centimetri, come se il vulcano stesse “trattenendo il respiro”. L’analisi condotta con la tecnica InSAR (Interferometric Synthetic Aperture Radar) ha inoltre rivelato episodi di emissione di gas vulcanici, soprattutto di zolfo, segno di una possibile pressurizzazione delle camere magmatiche sotterranee.
Gli esperti sottolineano che il fenomeno non è legato a terremoti o precipitazioni, fattori che normalmente possono alterare il suolo. Questo porta a ritenere che l’origine del rigonfiamento sia endogena, ovvero dovuta a movimenti o intrusione di magma in profondità.
Un vulcano “zombie”: dormiente ma non del tutto spento
Il Taftan viene oggi descritto come un vulcano dormiente, o secondo una definizione più suggestiva, un “vulcano zombie“: non erutta da centinaia di migliaia di anni, ma conserva ancora un’attività interna misurabile. In passato, erano state osservate fumarole e piccole emissioni di gas, ma mai segnali così evidenti di sollevamento strutturale.
Gli studiosi ipotizzano due possibili cause per questa nuova instabilità: una variazione nella circolazione dei fluidi idrotermali che genera pressione, oppure un’intrusione magmatica profonda che sta lentamente risalendo verso la superficie. In entrambi i casi, la situazione richiede un monitoraggio vulcanico costante, poiché un’eccessiva accumulazione di gas potrebbe innescare un’eruzione esplosiva.
Rischio eruttivo e monitoraggio del vulcano Taftan
Al momento, gli esperti rassicurano: non ci sono segnali di un’eruzione imminente. Tuttavia, il comportamento del Taftan dimostra che anche i vulcani apparentemente spenti possono tornare attivi dopo lunghi periodi di quiete.
Gli scienziati che lavorano tra l’Istituto di Scienze della Terra dell’Università di Hong Kong e la Stazione Vulcanologica delle Canarie (IPNA-CSIC) stanno ora sviluppando una strategia di sorveglianza satellitare per tenere sotto controllo la deformazione del terreno e le emissioni di gas.




















