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SCIENZA

Potrebbe esserci vita su Encelado, la luna di Saturno: la scoperta

Dal 2008 al 2025, i dati raccolti nella missione Cassini potrebbero svelarci la presenza di vita aliena

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Encelado Inaf/Nasa’s Goddard Space Flight Center

Giunge da Saturno una delle notizie più interessanti degli ultimi mesi. Un nuovo studio, pubblicato su Nature Astronomy, sostiene che l’oceano al di sotto della superficie ghiacciata di Encelado (una delle lune di Saturno) potrebbe ospitare forme di vita.

Parliamo di un satellite delle dimensioni dell’Arizona, più o meno, in grado di attirare l’attenzione degli astronomi già nel 2005. Al tempo, la sonda Cassini rilevò dei getti di vapore acqueo e particelle ghiacciate che fuoriuscivano da fratture nella crosta (tiger stripes). Nel 2015, invece, l’analisi della gravità confermò la presenza di un oceano sotterraneo nei pressi del polo sud. Oggi, invece, si ipotizza la presenza di vita.

Vita aliena su Encelado

La missione Cassini è ormai terminata da tempo, si è conclusa infatti nel 2017. I suoi dati però continuano a offrire nuove sorprese. L’analisi dei campioni raccolti nel 2008 ha infatti rivelato la presenza di molecole organiche complesse (tra cui esteri ed eteri). Si parla dei cosiddetti “mattoni fondamentali della vita”.

Questi composti sono simili a quelli presenti negli organismi terrestri e suggeriscono che Encelado possa realmente offrire un ambiente chimico favorevole alla biogenesi. Si attende una conferma in merito, ma ciò potrebbe rafforzare l’ipotesi che la vita possa svilupparsi in ambienti extraterrestri. Qualcosa di reale e concreto anche in mondi molto diversi dalla Terra, al netto però di elementi chimici compatibili.

Missioni future

La scoperta dà ovviamente nuovo impulso alla pianificazione di missioni future, in grado di raggiungere la superficie ghiacciata. La speranza è quella di passare dalle ipotesi all’analisi concreta di nuovi dati specifici nel corso di “pochi” anni.

Di fatto, potremo andare a “caccia” di vita aliena, in qualsiasi forma essa possa presentarsi. A questo proposito, si sta già discutendo di una spedizione, come confermano le parole del coordinatore dello studio, Nozair Khawaja: “Anche non trovare vita su Encelado sarebbe una scoperta enorme. Solleverebbe seri interrogativi sul perché la vita non sia presente, al netto di un ambiente del genere, ovvero in presenza delle giuste condizioni”.

Un’altra scoperta interessante

La fascia di asteroidi che si trova tra Marte e Giove va impoverendosi. Si stima che l’attuale perdita di massa si aggiri intorno allo 0,0088% della materia coinvolta nelle collisioni.

Un numero che, per quanto possa risultare irrilevante, rappresenta un flusso significativo. È quanto emerge dallo studio del team di ricerca dell’astronomo Julio Fernandez, dell’Università della Repubblica in Uruguay.

Gli esperti ritengono che circa il 20% della materia dispersa sfugga sotto forma di asteroidi e meteoroidi, che occasionalmente attraversano l’orbita terrestre e talvolta entrano nella nostra atmosfera come meteore. Il restante 80% viene invece ridotto in polvere meteoritica dalle collisioni.

Lo studio suggerisce che 3,5 miliardi di anni fa la fascia degli asteroidi fosse circa il 50% più massiccia rispetto a oggi, con un tasso di perdita di massa quasi doppio rispetto a quello attuale.

Perché è importante? Questa scoperta aiuta a ricostruire la storia degli impatti che hanno modellato la superficie terrestre e, al tempo stesso, fornisce dati fondamentali per stimare il rischio di impatti futuri con il nostro pianeta.