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SPID gratis per altri cinque anni ma potrebbe diventare a pagamento

Lo SPID non verrà dismesso, siglato un accordo per la continuità del Sistema Pubblico di Identità Digitale per altri cinque anni. Ecco tutte le novità in arrivo

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spid Fabio Principe / Shutterstock

In Sintesi

  • Lo SPID non verrà dismesso, siglata una convenzione di rinnovo per altri cinque anni tra Assocertificatori, l’AgID e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale.
  • Un rinnovo necessario a causa degli oltre 41 milioni di identità attive e che prevede l’arrivo di interventi per il rafforzamento della sicurezza.

Lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, non verrà dismesso, non nell’immediato almeno ed è già stato siglato un nuovo accordo che garantisce la continuità del sistema.

Proprio in queste ore, infatti, l’associazione Assocertificatori ha annunciato di aver raggiunto un’intesa con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per rinnovare la convenzione di gestione dello SPID per altri cinque anni; confermando il ruolo centrale di questo strumento nell’ecosistema digitale italiano che, per qualche anno, coesisterà ancora con la Carta d’Identità Elettronica (CIE).

Cosa sappiamo della fine dello SPID

Lo SPID è stato introdotto nel 2016 e già da allora era immaginato come una “soluzione transitoria” per semplificare l’accesso ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione e di enti privati. L’obiettivo a lungo termine, mai celato dalle autorità, era quello di unificare il sistema di identità digitale attorno a CieID e alla Carta d’Identità Elettronica, ritenuto molto più sicuro.

Uno dei punti deboli di SPID è infatti la possibilità di generare più identità digitali presso diversi provider, anche all’insaputa del titolare. In rete circolano numerosi casi di documenti d’identità rubati e rivenduti, che possono essere utilizzati per creare identità false da utilizzare nelle varie frodi informatiche.

Nonostante questa vulnerabilità, però, si è scelto di riconfermare il supporto a SPID per altri cinque anni, stanziando risorse aggiuntive per garantirne l’operatività e l’evoluzione. Una decisione dovuta essenzialmente al fortissimo radicamento di questa tecnologia nella vita dei cittadini italiani che ha portato a oltre 41 milioni di identità.

Importante sottolineare che il rinnovo della convenzione non si limita a prorogare la validità del sistema, ma prevede anche interventi mirati al rafforzamento della sicurezza. Come confermato da Assocertificatori, infatti, verrà istituito un tavolo di lavoro permanente tra AgID, DTD e i gestori di identità digitali, utile per individuare misure di miglioramento continuo.

Parallelamente, saranno messi a disposizione dei cittadini strumenti di verifica che permetteranno di controllare in modo semplice e sicuro tutti gli SPID attivi associati al proprio codice fiscale.

Quale futuro per lo SPID?

La notizia del rinnovo dello SPID rappresenta un segnale positivo per il sistema di identità digitale nazionale, tuttavia al momento non ci sono garanzie che il servizio resterà gratuito. L’accordo firmato, infatti, permette ai gestori di applicare forme di “valorizzazione economica della base utenti”, aprendo la strada all’introduzione di canoni o costi di gestione, esattamente come avvenuto per provider come InfoCert o Aruba.

La decisione più attesa, comunque, è quella di Poste Italiane che ha già ipotizzato l’ipotesi dell’introduzione di un costo annuale, cosa che avrebbe un impatto molto importante sul mercato, visto che si tratta del provider che gestisce circa il 70% delle identità attive.

Per ora, nonostante queste incognite, la situazione italiana rimane essenzialmente stabile e le autorità hanno ritardato ulteriormente il passaggio forzato CieID cosa che avrebbe portato all’esclusione di milioni di utenti dall’accesso ai servizi pubblici.

In questi cinque anni, però, bisognerà rivedere SPID e affrontare le varie criticità strutturali come la frammentazione dei provider, la sicurezza del sistema e il discorso sui costi, in modo che possa sopravvivere in futuro ed, eventualmente, affiancare altre soluzioni per l’identità digitale.