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SCIENZA

Quali sono le spiagge italiane che rischiano di sparire, minacciate dal mare

Non solo cambiamento climatico: sono sempre di più le spiagge italiane a rischio scomparsa, tanto che la penisola potrebbe "rimpicciolirsi" per l’erosione. Le cause

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Spiagge italiane a rischio scomparsa 123RF

Entro la fine del secolo, l’acqua potrebbe cancellare fino al 40% delle spiagge italiane a rischio scomparsa. L’allarme arriva da studi scientifici che analizzano gli effetti dell’innalzamento del livello del mare e dell’erosione costiera in Italia, un fenomeno che sta già trasformando i nostri litorali e mettendo in pericolo ecosistemi, infrastrutture e intere comunità.

L’Italia che arretra sotto la spinta del mare

Secondo le più recenti analisi della Società Geografica Italiana, il nostro Paese sta vivendo un lento ma inesorabile arretramento delle coste. Oggi il 20% delle spiagge italiane mostra segni evidenti di erosione, ma le proiezioni per il 2100 sono ancora più preoccupanti: quasi la metà delle aree sabbiose potrebbe sparire sotto l’acqua. L’Italia rischia di diventare più piccola, con la perdita di tratti costieri che non rappresentano solo una risorsa turistica, ma anche un patrimonio ambientale e culturale.

Il fenomeno dell’erosione costiera è dovuto a una combinazione di fattori: l’aumento della temperatura globale provoca la dilatazione termica dell’acqua e lo scioglimento dei ghiacci polari, innalzando il livello dei mari. A questo si aggiungono l’artificializzazione dei litorali, l’eccessiva costruzione di infrastrutture e la riduzione dell’apporto di sedimenti dai fiumi, tutti elementi che impediscono alla costa di rigenerarsi naturalmente.

Le aree più vulnerabili all’innalzamento del livello del mare

Tra le coste italiane a rischio, l’Alto Adriatico è la zona più esposta. Il Delta del Po e la Laguna di Venezia rappresentano i punti critici di un ecosistema fragile, dove l’acqua marina penetra sempre più nell’entroterra, alterando l’equilibrio delle acque dolci e minacciando le coltivazioni.

Anche la costa del Gargano, i litorali tirrenici tra Toscana e Campania e alcune aree della Sardegna, come Cagliari e Oristano, figurano tra i luoghi più vulnerabili. In queste regioni non sono solo le spiagge a essere in pericolo: anche porti, zone umide, lagune e terreni agricoli soffrono le conseguenze dell’intrusione salina.

Spiagge italiane a rischio scomparsa: le cause

Le spiagge italiane minacciate dal mare non sono vittime solo dei cambiamenti climatici. Da decenni la cementificazione dei litorali e la costruzione di barriere artificiali hanno alterato i naturali equilibri costieri. Le opere di difesa, nate per proteggere le zone più esposte, spesso provocano un effetto domino, spostando l’erosione più a sud o verso altre aree.

Oltre il 25% delle coste italiane basse è oggi protetto da strutture rigide come dighe o scogliere, ma il loro mantenimento diventa sempre più costoso e meno efficace. L’espansione urbanistica e il turismo intensivo hanno aggravato la pressione sul territorio, impedendo alle coste di adattarsi in modo naturale all’avanzata del mare.

Le soluzioni: rinaturalizzare e adattarsi

La Società Geografica Italiana invita a un cambio di paradigma: non si tratta solo di difendere le coste, ma di rinaturalizzarle. Restituire spazio al mare, ridurre le barriere artificiali e favorire la ricostruzione naturale delle spiagge sono strategie più sostenibili rispetto alle difese rigide.

Interventi come il ripascimento delle spiagge o l’innalzamento del suolo, se accompagnati da una pianificazione attenta, possono mitigare gli effetti dell’erosione costiera in Italia.

Secondo gli esperti, serve un approccio scientifico equilibrato per le spiagge italiane a rischio scomparsa, che unisca ricerca, pianificazione territoriale e consapevolezza collettiva. Solo così sarà possibile preservare quell’immenso patrimonio naturale e culturale che da millenni definisce il rapporto fra la penisola e il suo mare.