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C'è stata una sorprendente scoperta sui dinosauri in Mongolia

Una scoperta sui dinosauri in Mongolia cambia ciò che la scienza sapeva fino adesso sulla specie del pachicefalosuro, noto per la testa "a cupola"

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Scoperta sui dinosauri in Mongolia iStock

Una straordinaria scoperta di dinosauri in Mongolia rivela il più antico esemplare conosciuto di pachicefalosauro, cambiando ciò che la scienza sapeva finora su questi enigmatici dinosauri dalla testa “a cupola”.

Un teschio antico 110 milioni di anni trovato nel deserto mongolo

Nel deserto del Gobi, in Mongolia meridionale, un gruppo di paleontologi ha riportato alla luce un fossile che sta rivoluzionando la conoscenza sui dinosauri con testa “a cupola”. La scoperta paleontologica in Mongolia riguarda un cranio perfettamente conservato di una nuova specie di pachicefalosauro, risalente a circa 110 milioni di anni fa, cioè al Cretaceo inferiore.

L’esemplare, battezzato Zavacephale rinpoche, è stato individuato per caso nel 2019 dal paleontologo mongolo Chinzorig Tsogtbaatar, oggi ricercatore alla North Carolina State University. Durante una spedizione tra le rocce sedimentarie del Gobi, Tsogtbaatar notò un oggetto brillante sporgere dal terreno: era la cupola ossea di un cranio di dinosauro, intatta e incredibilmente levigata dal tempo.

Il pachicefalosauro più antico mai scoperto

La scoperta è eccezionale non solo per lo stato di conservazione, ma anche per la sua importanza evolutiva. Secondo gli studi pubblicati sulla rivista Nature, Zavacephale rinpoche è di circa 15 milioni di anni più antico del più vecchio pachicefalosauro conosciuto. Questo dato sposta indietro nel tempo l’origine del gruppo e permette di comprendere meglio come si siano evoluti questi dinosauri erbivori.

I pachicefalosauri, noti per la loro spessa cupola cranica e le protuberanze ossee, erano animali relativamente piccoli, lunghi circa due metri e del peso di una dozzina di chili. Lo scheletro scoperto in Mongolia è anche il più completo fossile di pachicefalosauro mai ritrovato: questo significa che offre per la prima volta ai paleontologi la possibilità di studiarne le proporzioni corporee e la struttura degli arti.

Una cupola ossea “indistruttibile” e il mistero dei combattimenti

La caratteristica che maggiormente distingue il dinosauro in questione è la testa “a cupola”, costituita da un osso estremamente denso e spesso, che poteva resistere a forti urti. Gli studiosi ipotizzano che i pachicefalosauri utilizzassero tale struttura per scontrarsi con la testa, forse per difendere il territorio o competere per le femmine: un comportamento simile a quello dei moderni arieti.

Analizzando le ossa, i ricercatori hanno scoperto che l’esemplare rinvenuto era giovane, di appena due anni, ma possedeva già una cupola cranica completamente sviluppata. Ciò suggerisce che i pachicefalosauri iniziassero a usare la testa come arma già in età precoce, un dettaglio che apre nuovi interrogativi sull’evoluzione del loro comportamento sociale.

I minuscoli arti anteriori

Tra le rivelazioni più sorprendenti emerse dallo studio, c’è anche quella delle ossa degli arti anteriori, mai trovate prima in un pachicefalosauro. Si tratta di ossa minuscole, tanto che gli scienziati, inizialmente, hanno pensato potessero appartenere a una preda inghiottita e non al dinosauro stesso.

In realtà, facevano parte del suo corpo, suggerendo che questi animali usassero poco gli arti anteriori e si muovessero principalmente con le zampe posteriori e la lunga coda, che bilanciava il peso della testa.

Un fossile prezioso per la scienza

Il fossile di Zavacephale rinpoche è oggi conservato in Mongolia, dove continua a essere oggetto di studio. La parola tibetana rinpoche significa “prezioso“, un nome perfettamente adatto a una scoperta tanto rara e significativa.

Per la comunità scientifica, il ritrovamento non rappresenta solo una nuova scoperta sui dinosauri, ma una finestra aperta su un capitolo dimenticato della storia naturale del pianeta: ci ricorda quanto ancora resti da scoprire nel vasto e misterioso deserto del Gobi.