Google sta per presenta Gemini 3.0, ecco cosa sappiamo
Gemini 3.0 potrebbe arrivare prima del previsto. Spunta in rete un presunto calendario interno che fissa la presentazione del nuovo modello al 22 ottobre 2025

In Sintesi
- Secondo alcune indiscrezioni, Google potrebbe presentare Gemini 3.0, la nuova generazione del suo modello di AI, il 22 ottobre 2025.
- Le caratteristiche attese includono una maggiore efficienza, una più profonda integrazione nell’ecosistema Android, un miglioramento nel ragionamento complesso e interazione multimodale in tempo reale.
Secondo alcune indiscrezioni in rete Google sarebbe pronto a presentare Gemini 3.0, la nuova generazione del suo modello di intelligenza artificiale che, ottimisticamente, potrebbe essere disponibile già entro la fine di ottobre. L’indiscrezione arriva da un presunto calendario interno trapelato online, che mostrerebbe le principali tappe dello sviluppo del modello e la data indicativa della presentazione ufficiale: 22 ottobre 2025.
L’immagine ha rapidamente fatto il giro social e riporterebbe un piano dettagliato che include test interni, sessioni di debug e fasi di preparazione al rilascio pubblico. Tuttavia, come spesso accade in questi casi, l’autenticità della fonte resta da verificare e per il momento Big G non ha ancora rilasciato dichiarazioni al riguardo.
Nonostante questo, bisogna ricordare che Gemini 2.5 Pro, l’attuale versione più avanzata della famiglia di modelli di Google DeepMind, è stata rilasciata lo scorso marzo e, visto un ciclo di aggiornamenti semestrale, un nuovo annuncio entro l’autunno potrebbe non essere un’opzione da escludere.
Cosa sappiamo dell’arrivo di Gemini 3.0
Le informazioni sulle caratteristiche tecniche del nuovo Gemini 3.0 restano per ora frammentarie. Tuttavia, sulla base del percorso di sviluppo degli ultimi mesi, Gemini 3.0 potrebbe puntare su tre caratteristiche principali: una maggiore efficienza, un’integrazione più profonda con l’ecosistema Android e un ulteriore miglioramento delle capacità di ragionamento complesso.
Già con Gemini 2.5 Pro, Google aveva introdotto importanti innovazioni, come la capacità di gestire operazioni di post-addestramento, analizzare codice complesso e interagire in maniera più coerente su conversazioni lunghe. Gemini 3.0 potrebbe consolidare e ampliare questi progressi, con l’implementazione di funzioni di interazione multimodale in tempo reale.
Secondo alcune indiscrezione circolate tra gli sviluppatori, la nuova versione potrebbe anche migliorare il supporto alle API cross-platform, semplificando l’integrazione nei servizi di terze parti e nei prodotti Google.
Se queste indiscrezioni fossero confermate, l’arrivo di Gemini 3.0 rappresenterebbe un nuovo capitolo nella strategia di Google per integrare l’intelligenza artificiale in tutti i suoi prodotti, dai motori di ricerca alle app per la produttività. L’obiettivo è quello di trasformare Gemini in una vera e propria infrastruttura di intelligenza distribuita, capace di lavorare e di adattarsi ai contesti d’uso più diversi: dal codice alla creatività, dalla ricerca accademica al supporto nelle attività quotidiane.
Quando arriva Gemini 3.0
La roadmap trapelata indicherebbe una sequenza piuttosto serrata di fasi interne, con sessioni di test che sarebbero già in corso e un periodo di bug testing previsto fino a metà ottobre. L’annuncio del 22 ottobre, stando al documento, non garantirebbe però un rilascio immediato, con Google che potrebbe decidere di presentare Gemini 3.0 prima del lancio effettivo, seguendo una strategia di marketing simile a quella adottata per le precedenti versioni.
Nonostante l’attenzione suscitata online, è importante ricordare che l’immagine trapelata non è stata in alcun modo confermata. Inoltre il documento non ha metadati verificabili, né risulta associato a canali interni di comunicazione aziendale.
Anche l’impostazione grafica appare piuttosto diversa rispetto a quella tipica dei materiali interni di Google, un dettaglio che ha spinto diversi esperti del settore a sospettare che si tratti di un’elaborazione amatoriale o di un tentativo di “leak orchestrato”.
Al momento, dunque, in assenza di conferme ufficiali, non resta che aspettare il 22 ottobre e scoprire se davvero Google ha in mente qualcosa o se, invece, il discorso verrà archiviato con un nulla di fatto per il momento.



















