I poli terrestri si sono spostati, la forma della Terra cambia: il nuovo studio
Lo spostamento dei poli si verifica per cause naturali ma anche per l'impatto umano: dallo scioglimento dei ghiacciai all'uso di acqua sotterranea, fino alla costruzione di dighe.
Il nostro pianeta è un corpo dinamico. I poli geografici della Terra si stanno spostando e la sua forma subisce alterazioni. Non è di certo un segreto, ma questi cambiamenti sono il risultato sia di fenomeni naturali che dell’impatto delle attività umane. Un nuovo studio pubblicato su Geophysical Research Letters ha messo in evidenza come l’accumulo di acqua in migliaia di dighe stia contribuendo ad allontanare i poli geografici della Terra dal suo asse di rotazione, contribuendo a una “vera e propria migrazione polare”.
Cosa si intende per spostamento dei poli terrestri
L’asse di rotazione terrestre è una linea immaginaria che definisce i poli Nord e Sud geografici. Si tratta di punti che non sono fissi, ma che si muovono costantemente sulla superficie terrestre.
Jim Davis, geodeta della Lamont Doherty Earth Observatory della Columbia University (la geodesia è la scienza che studia forma e dimensioni della Terra, campo gravitazionale e fenomeni geodinamici, come lo spostamento dei poli appunto), spiega sulle pagine di Scientific American che l’asse attorno al quale ruota la Terra attraversa la superficie del Pianeta in punti a una certa distanza dai poli geografici, che non è fissa ma è chiamata “moto polare” (“vera e propria deviazione polare”).
Ciò avviene perché la superficie terrestre si riorganizza per ridistribuire la massa e stabilizzare la sua rotazione. Immagina una palla da spiaggia che gira sul dito: se si aggiunge massa, la palla oscillerà e si muoverà per adattarsi. Allo stesso modo, sulla Terra calotte glaciali in movimento e rocce del mantello causano l’adattamento del Pianeta. Qualsiasi spostamento di massa altera il momento d’inerzia della Terra, influenzandone così rotazione e posizione dell’asse.
Come la costruzione di dighe ha influito sulla “migrazione polare”
Negli ultimi 200 anni, l’uomo ha immagazzinato centinaia di miliardi di litri d’acqua in migliaia di dighe e ciò ha determinato un effetto apprezzabile sullo spostamento dei poli. È questo il fulcro del nuovo studio condotto dal team di Natasha Valencic, del Dipartimento di Scienze della Terra e dei Pianeti dell’Università di Harvard, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.
Lo studio ha esaminato 6.862 dighe costruite tra il 1835 e il 2011, calcolando l’effetto di queste sui poli terrestri in due periodi di tempo distinti. Nel primo, dal 1835 al 1950, la costruzione delle dighe ha interessato principalmente Nord America ed Europa, spostando il polo Nord da queste aree. Dopo gli anni ’50, le costruzioni in Africa orientale e Asia lo hanno spostato, invece, nella direzione opposta.
“Nel 2011, il polo si trovava a soli 20,5 centimetri dalla sua posizione originale, ma nel tempo si era spostato avanti e indietro per un totale di 113,4 cm, poco più di un metro“, si legge su Scientific American, che riporta il commento di Davis: “Un metro è piuttosto grande per quanto riguarda il moto polare. I moti di massa rivelano sia importanti processi naturali nel sistema Terra, sia significativi cambiamenti indotti dall’uomo, quindi comprenderli è fondamentale per la scienza e la società, compresi i cambiamenti climatici e le relative soluzioni”.
L’impatto del prelievo di acqua sotterranea e lo scioglimento dei ghiacciai
Anche il prelievo di acqua sotterranea ha avuto il suo peso. Tra il 1993 e il 2010 gli esseri umani hanno estratto e spostato una quantità enorme di acqua sotterranea, stimata in circa 2.150 gigatonnellate (equivalente a un innalzamento globale del livello del mare di 6 millimetri). Questa ridistribuzione di massa ha avuto un impatto significativo sulla “migrazione polare”, causando uno spostamento dell’asse di rotazione terrestre di circa 80 centimetri verso Est.
Dunque, tra tutte le cause legate al clima che influenzano la deriva del polo di rotazione, la ridistribuzione dell’acqua sotterranea ha avuto l’impatto maggiore. A questo si aggiunge, però, lo scioglimento accelerato dei ghiacciai e delle calotte polari (come quelle della Groenlandia e dell’Antartide), causato dal riscaldamento globale. Anche questo fenomeno contribuisce in modo significativo allo spostamento dei poli: quando il ghiaccio si scioglie, l’acqua si sposta dalle regioni polari (vicine all’asse di rotazione) verso gli oceani equatoriali (più lontani dall’asse) e questa ridistribuzione di massa altera il momento d’inerzia della Terra, influenzandone così rotazione e posizione dell’asse.