Nel cuore del Sistema Solare si nasconde qualcosa: e se ci fosse un altro mondo?
Gli indizi indicano la presenza di un nuovo pianeta nel Sistema Solare, rinominato "Planet Y". Le mappe cosmiche potrebbero cambiare per sempre

Quanti pianeti ha il Sistema Solare? Chi dice 8 sta dicendo il giusto, chi dice 9, invece, è un nostalgico di Plutone o forse ha già letto una nuova ricerca dell’Università di Princeton. Il numero di pianeti potrebbe presto cambiare.
Gli scienziati ipotizzano l’esistenza di un pianeta sconosciuto, soprannominato per il momento “Planet Y”. Si troverebbe ai confini estremi del nostro sistema, precisamente in una regione lontana e poco esplorata dall’uomo: la Fascia di Kuiper.
Il team di astrofisici è stato guidato da Amir Siraj e, si legge nel testo, “Planet Y” sarebbe un pianeta roccioso non molto dissimile dalla Terra per dimensioni. Orbitante inoltre a una distanza compresa tra 100 e 200 volte quella che separa noi dal Sole. Una distanza immensa ma inferiore all’altro candidato misterioso: “Planet X”. Sarebbe infatti a 400 volte la distanza terrestre.
Un indizio tra le orbite
L’ipotesi di “Planet Y” nasce da un’anomalia osservata in 50 oggetti della Fascia di Kuiper. Quest’ultima, per dare un po’ di contesto, è una regione che potremmo descrivere a forma di ciambella. Sita oltre Nettuno e popolata da corpi ghiacciati e resti della formazione dei pianeti. Questi oggetti mostrano un’inclinazione orbitale insolita, fin troppo marcata per essere spiegata unicamente con la gravità dei pianeti noti.
Ecco le parole di Amir Siraj alla CNN: “Abbiamo tentato di ipotizzare spiegazioni alternative, ma tutto porta alla presenza di un pianeta. Non lo abbiamo ancora scoperto, ma abbiamo svelato un enigma che richiede un pianeta come soluzione più probabile”. Qualora confermata, tale presenza riscriverebbe le nostre mappe cosmiche, ampliando la lista dei mondi del Sistema Solare.
Un pianeta non impossibile da trovare
Riuscire a individuare un corpo tanto lontano non è cosa semplice. A quella distanza, infatti, la luce del Sole è fin troppo debole per permettere l’osservazione diretta con i telescopi tradizionali. Al tempo stesso, però, la sua influenza gravitazionale può rivelarne la presenza, di fatto alterando le orbite di altri oggetti. Di fatto è proprio ciò che accade nella Fascia di Kuiper.
“Planet Y”, stando alle simulazioni, avrebbe una massa compresa tra quella della Terra e di Mercurio. Un’orbita inclinata di circa 10 gradi rispetto al piano del Sistema Solare. Un’inclinazione che renderebbe ancora più complessa l’individuazione. Il motivo? Non si troverebbe lungo le traiettorie più comunemente osservate dagli astronomi.
Nei prossimi anni potrebbe concretizzarsi una vera e propria rivoluzione, grazie al Vera Rubin Observatory. Questo è un telescopio di nuova generazione, dotato della più grande fotocamera digitale al mondo. Un sistema già operativo per la mappatura dell’intero cielo. Si prevede una foto ogni 40 secondi per 8-12 ore a notte. Il tutto per i prossimi 10 anni. Ciò creerà un archivio astronomico senza precedenti. Entro i primi 2-3 anni il sistema potrebbe fornire una prova definitiva. Se “Planet Y” è nel campo visivo, Vera Rubin Observatory riuscirà a vederlo.




















