Gli scienziati trovano un mondo di microbi e metano nel legno morto
Sotto la corteccia, gli alberi "nascondono" un ricco microbiota: gli scienziati vi hanno trovato qualcosa di totalmente inaspettato, ecco i risultati di un nuovo studio.

La Terra è ampiamente colonizzata da batteri di ogni tipo, alcuni nocivi e altri decisamente utili per l’uomo. Gli scienziati li hanno studiati a lungo, imparando a conoscere il microbiota dell’intestino umano, delle profondità marine e persino delle nuvole. Nessuno aveva però mai “guardato” all’interno degli alberi: che cosa si cela nel legno, appena al di sotto della corteccia? Anche qui si trovano numerose popolazioni batteriche, ma un nuovo studio ha portato alla luce qualcosa di totalmente inaspettato.
Nuovo studio svela il microbiota degli alberi
In passato, si riteneva che i tessuti vegetali potessero essere sterili, ovvero privi di attività microbica. Questa teoria venne smentita già all’inizio del ‘900, quando l’interesse degli scienziati si concentrò sui batteri e i funghi presenti principalmente nelle radici delle piante: qui, il microbiota è coinvolto nel ciclo di alimentazione degli organismi vegetali. Ma fino ad oggi nessuno si era mai preoccupato di ciò che accade all’interno del tronco di un albero. Un team di ricercatori della Yale University, guidato dal professor Jonathan Gewirtzman, ha condotto uno studio recentemente pubblicato su Nature che fa luce proprio su questo aspetto finora considerato secondario.
Gli scienziati hanno analizzato 150 alberi per mappare le comunità microbiche che vivono in 16 diverse specie vegetali. Le analisi hanno rivelato che ogni singola pianta adulta può ospitare mediamente mille miliardi di batteri, e che i diversi strati del tronco sono colonizzati da popolazioni batteriche distinte. Per la loro ricerca, gli esperti hanno perforato i tronchi degli alberi estraendone sottili campioni di carotaggio, congelati con ghiaccio secco (in questo modo sono riusciti a bloccare l’attività microbica).
In laboratorio, i campioni sono stati preparati in modo da suddividere l’alburno e il durame – che rappresentano rispettivamente lo strato intermedio e quello più interno di un tronco. Il legno è stato a questo punto triturato e la polvere ottenuta è stata analizzata, per sequenziarne i batteri. La prima evidenza portata alla luce è stata che gli alberi evolutivamente allo stesso punto tendono ad avere microbioti simili. Quindi sono state comparate le colonie batteriche presenti nell’alburno e nel durame: “È uno studio davvero interessante, perché hanno confrontato il legno interno con quello esterno” – ha spiegato la microbiologa Sharon Lafferty Doty.
Cosa si nasconde nella parte più profonda del tronco
Quello che nessuno si aspettava, tuttavia, è la presenza di batteri anaerobi produttori di metano. Gli scienziati hanno analizzato sia i batteri del durame triturato che il gas emesso dai microrganismi nello strato più interno del tronco. “Si è scoperto che ciò che vive all’interno degli alberi era davvero diverso da ciò che abbiamo trovato in qualsiasi altra parte della foresta – ha affermato il professor Gewirtzman – “Nel durame più vecchio e interno abbiamo visto microbi più simili a quelli che si potrebbero trovare in una zona umida: batteri anaerobi e produttori di metano”.
Questi microrganismi, in effetti, sono tipici di ambienti saturi d’acqua e poveri di ossigeno. Si trovano invece anche all’interno dei tronchi degli alberi, dove continuano ad emettere gas come metano e protossido di azoto. I ricercatori ritengono che i batteri presenti negli strati più esterni delle piante potrebbero consumare parte di queste sostanze, ma è possibile che comunque i microrganismi più interni siano responsabili di immissione di gas serra nell’ambiente circostante.




















