Scoperta sui ragni: rivelata funzione fino ad ora nascosta delle loro ragnatele
Nuovo studio italiano sulla funzione delle ragnatele dei ragni rivelerebbe un grande vantaggio evolutivo, utile a percepire la presenza di prede
Per decenni gli scienziati si sono interrogati sul motivo per cui molti ragni adornano le proprie ragnatele con forme geometriche bianche e lucenti, chiamate stabilimenta. Queste strutture, visibili anche a occhio nudo, sono realizzate con un tipo di seta diverso da quello usato per il resto della rete e la loro funzione è stata oggetto di un lungo dibattito.
Gli stabilimenta: molto più che ornamenti
Una nuova indagine condotta da Gabriele Greco, bioingegnere dell’Università di Pavia – e pubblicata sulla rivista PLOS One – propone finalmente una spiegazione convincente alla questione: le decorazioni non servirebbero solo a mimetizzarsi o a rafforzare la ragnatela, ma potrebbero agire come amplificatori di vibrazioni, migliorando la capacità del ragno di percepire i movimenti delle prede.
Il termine stabilimentum deriva dal latino e significa “supporto”. In passato si pensava che servisse a stabilizzare la ragnatela, ma oggi questa ipotesi è stata superata. Gli studiosi hanno proposto nel tempo diverse teorie: secondo alcuni gli stabilimenta proteggerebbero i ragni dai raggi ultravioletti, secondo altri aiuterebbero a regolare l’umidità o a confondere i predatori.
Nuova ricerca sui ragni: cosa si è scoperto
La nuova ricerca sui ragni suggerisce invece un meccanismo più sottile e affascinante, collegato alla percezione sensoriale. Greco e il suo team hanno scelto di concentrarsi su una specie ben nota anche in Italia, la Argiope bruennichi, riconoscibile per le strisce gialle, nere e bianche sul corpo e per le grandi ragnatele a spirale che costruisce nei prati e nei boschi.
In Sardegna, i ricercatori hanno raccolto e fotografato per due anni diversi tipi di stabilimenta, osservandone la forma e la posizione. Successivamente, grazie a sofisticate simulazioni al computer, hanno analizzato come le vibrazioni si propagano all’interno delle ragnatele con o senza decorazioni.
Le vibrazioni nelle ragnatele come canale di comunicazione
I risultati hanno rivelato un aspetto sorprendente della funzione delle ragnatele dei ragni. Quando una preda rimane intrappolata nella rete e tenta di liberarsi, i movimenti generano vibrazioni che si diffondono lungo i fili di seta. In particolare, le ragnatele con stabilimenta di tipo “a piattaforma”, disposti simmetricamente al centro, trasmettono meglio le oscillazioni orizzontali, permettendo al ragno di percepire anche i segnali più deboli provenienti da punti lontani della rete.
Questo effetto potrebbe rappresentare un vantaggio evolutivo, rendendo la caccia più efficiente e migliorando la capacità di reazione del predatore.
Il comportamento dei ragni, spesso considerato semplice e istintivo, nasconde invece una complessità sorprendente. Le vibrazioni nelle ragnatele non servono solo a segnalare la presenza di una preda, ma anche a riconoscere la specie, il peso o la distanza dell’intruso. In questo senso, la seta del ragno funziona come un vero e proprio sistema sensoriale, paragonabile a un orecchio teso nel vuoto.
Funzione delle ragnatele dei ragni: ancora esperimenti
Lo studio dell’Università di Pavia non chiude il dibattito, ma apre nuove prospettive sulla funzione nascosta delle ragnatele. Gli esperimenti, basati su modelli digitali, dovranno essere confermati con osservazioni dirette in natura, ma rappresentano un punto di partenza solido per comprendere come i ragni usino le loro opere di seta non solo come trappole, ma come strumenti di percezione.
Questa scoperta sui ragni ricorda quanto la natura riesca ancora a stupire con soluzioni ingegnose e apparentemente invisibili. Le decorazioni che per secoli abbiamo interpretato come meri ornamenti potrebbero essere, in realtà, il segreto della sensibilità di questi piccoli predatori.
Ragnatele e vibrazioni diventano così un linguaggio da decifrare, un sistema di comunicazione raffinato che rimarca ancora una volta quanto anche le creature più piccole abbiano molto da insegnarci su percezione, equilibrio e adattamento.


















