Essere cattivi con ChatGPT rende l'AI più efficiente? Cosa dicono gli esperti
Secondo uno studio condotto dalla Penn State University rivolgersi sgarbatamente a ChatGPT produce risposte migliori. Ecco tutto quello che sappiamo al riguardo

In Sintesi
- Uno studio della Penn State University su ChatGPT-4o ha rilevato che il modello forniva risposte più accurate quando i prompt erano formulati con un tono scortese o molto scortese.
- Nonostante i dati, i ricercatori invitano alla cautela e suggeriscono di mantenere un linguaggio rispettoso e neutrale con i chatbot per evitare la diffusione di modelli comunicativi negativi.
Secondo uno studio condotto dalla Penn State University, ChatGPT sembra dare risposte più accurate quando viene interpellato in modo sgarbato. Una scoperta, quantomeno curiosa, emersa nel corso di un esperimento per verificare se davvero il tono del prompt possa influenzare le risposte del chatbot.
Oltretutto, questa nuova bizzarra teoria va anche a smentire la precedente, secondo la quale trattare bene l’AI, chiedendo sempre “per favore” e ringraziando alla fine di ogni compito eseguito, spinga i modelli a lavorare meglio. A oggi, dunque, la teoria più accreditata per ottenere il massimo da ChatGPT è quella di “essere cattivi e sgarbati”, ma sarà davvero così?
Trattare male l’AI la fa funzionare meglio, i dati dell’esperimento
Il team della Penn State University è partito da un test con domande a risposta multipla su temi generali. Ogni domanda è stata formulata in cinque varianti di tono: molto cortese, cortese, neutrale, scortese e molto scortese.
Il risultato è stato davvero sorprendente e più cresceva la maleducazione del prompt, maggiore era la precisione del modello. Nello specifico, le percentuali di accuratezza registrate da ChatGPT-4o, sono state:
- Molto cortese: 80,8%
- Cortese: 81,4%
- Neutrale: 82,2%
- Scortese: 82,8%
- Molto scortese: 84,8%
Come evidente da questi dati, c’è un bel divario (circa quattro punti percentuali) tra i messaggi più gentili da quelli più bruschi, cosa che ha portato gli scienziati a ipotizzare che ChatGPT sarebbe meno accurato quando lo si tratta con troppa cortesia.
Come bisogna rivolgersi a ChatGPT?
Nonostante la stranezza di questi dati, i ricercatori invitano alla cautela, sottolineando che il campione di 250 prompt è davvero molto ridotto per trarre conclusioni attendibili al 100%. Oltretutto lo studio si è concentrato su un solo modello (GPT-4o), che potrebbe reagire diversamente rispetto alle versioni successive come GPT-5.
Infine è importante sottolineare anche che questo comportamento potrebbe essere influenzato anche da fattori casuali o dal modo in cui il modello interpreta sfumature linguistiche nel tono delle richieste. Per questo motivo i ricercatori della Penn State University ricordano a tutti l’importanza di mantenere un linguaggio rispettoso con i chatbot. Le moderne intelligenze artificiali, infatti, apprendono anche dai dati e dagli esempi linguistici che ricevono, dunque incoraggiare toni aggressivi o tossici potrebbe favorire la diffusione di modelli comunicativi negativi.
Infine c’è un’ultima considerazione da fare: ogni prompt inviato a una qualsiasi intelligenza artificiale porta a un elevato consumo energetico, più il testo è lungo e più è complicato e più energia serve per elaborarlo. Perciò, gli esperti suggeriscono di andare dritti al punto, evitando sia formule di cortesia superflue che insulti o espressioni denigratorie, optando magari per un tono neutrale senza eccessi da una parte e dall’altra.




















