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Cosa può fare Apple Intelligence, la guida completa all'AI di Cupertino

Cos’è e come funziona Apple Intelligence, la AI di Apple: dispositivi compatibili, differenze con gli altri tool IA e funzioni chiave da conoscere

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Apple Intelligence Camilo Concha/Shutterstock

In sintesi

  • Apple Intelligence porta l’intelligenza artificiale nel cuore dell’ecosistema Apple, migliorando app e interazioni quotidiane.
  • I dati restano sul dispositivo o nel cloud sicuro di Apple, con elaborazioni trasparenti e controllate per garantire massima privacy.
  • L’assistente Siri diventa più naturale, consapevole e proattivo, aprendo la strada a una nuova generazione di funzioni intelligenti.

Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è diventata un argomento centrale, specialmente quando si parla di innovazione tecnologica. Ogni grande azienda del settore ha interpretato e sviluppato la propria versione di questa tecnologia, integrandola nei dispositivi e nei servizi che usiamo ogni giorno. Apple lo ha fatto con Apple Intelligence, un sistema di funzioni basate sull’intelligenza artificiale che punta a trasformare il modo in cui interagiamo con i dispositivi, rendendoli capaci di comprendere meglio le nostre esigenze e di rispondere meglio ai nostri bisogni.

Cos’è Apple Intelligence e come si integra nell’ecosistema dell’azienda

Apple Intelligence è il nome con cui l’azienda di Cupertino ha scelto di presentare la propria visione dell’intelligenza artificiale, rendendola disponibile in modo nativo sui dispositivi Apple.

Non si tratta semplicemente di un assistente virtuale, ma di un sistema che è stato concepito come un’estensione discreta ed efficace del mondo Apple. Parliamo infatti di un insieme di funzioni distribuite in tutto il sistema operativo, progettate per rendere i dispositivi Apple più intelligenti, proattivi e consapevoli del contesto.

L’obiettivo di Apple Intelligence è in poche parole potenziare le capacità quotidiane dell’utente, semplificando azioni, elaborando informazioni o intervenendo su testi, immagini e interazioni in modo naturale, smart e fluido.

Apple Intelligence è profondamente integrato con l’ecosistema Apple, come già accennato, e funziona su iPhone, iPad e Mac sfruttando la potenza dei chip Apple Silicon per garantire elaborazioni rapide, spesso direttamente sul dispositivo, mantenendo elevati standard di sicurezza e privacy.

Inoltre, con Apple Intelligence le varie app e servizi — come Mail, Messaggi, Note e Safari — vengono arricchiti con strumenti intelligenti che comprendono il contesto e suggeriscono azioni pertinenti, sempre senza compromettere la riservatezza dei dati personali.

Che dispositivi possono usare l’AI di Apple?

Apple Intelligence può essere usato su iPhone, iPad e Mac, ma non è disponibile su tutti i dispositivi, bensì solo su quelli in grado di garantire le prestazioni necessarie. Gran parte delle elaborazioni della IA di Apple avviene infatti direttamente sul dispositivo, sfruttando la potenza dei chip Apple Silicon: una capacità fuori portata per i modelli più datati o non dotati di determinati processori.

Attualmente, Apple Intelligence si può usare su Phone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max, gli unici modelli dotati del chip A17 Pro, e con i Mac e iPad che montano un chip della serie M1 o successiva. Tra i dispositivi compatibili ci sono anche iPhone 17 (inclusi Pro e Pro Max), iPhone 16 (inclusi 16e, Plus, Pro Max e Pro) e iPad mini con processore A17 Pro.

La disponibilità della IA di Apple sarà progressiva e integrata nei nuovi sistemi operativi, a partire da iOS 18, iPadOS 18 e macOS Sequoia. In questo modo Apple punta a garantire un’implementazione graduale ma solida, in pieno stile Apple.

Differenza tra Apple Intelligence e gli altri strumenti AI

La prima differenza tra Apple Intelligence e altri strumenti AI è che Apple Intelligence non nasce come un servizio autonomo o un chatbot universale, ma come una tecnologia integrata nell’esperienza d’uso dei dispositivi Apple. L’ambizione dell’azienda di Cupertino è, insomma, quella di creare un’assistenza realmente utile all’utente, contestuale e rispettosa della privacy.

Un’altra differenza sta nel fatto che la maggior parte dei sistemi di IA si appoggia interamente al cloud, mentre Apple Intelligence sfrutta una combinazione di elaborazione direttamente sul dispositivo e di Private Cloud Compute, ovvero un’infrastruttura proprietaria progettata per garantire la massima sicurezza. I dati personali restano quindi sotto il controllo dell’utente e vengono utilizzati solo quando necessario, in modo anonimo e non tracciabile.

Inoltre, un’altra differenza cruciale è che, come già sottolineato, l’intelligenza artificiale di Apple è integrata con l’ecosistema dei suoi prodotti. Non è dunque un’app separata o una piattaforma terza, ma un insieme di funzioni che migliorano le app esistenti, in modo coerente con le abitudini di chi utilizza i dispositivi.

Le funzioni chiave di Apple Intelligence

Tra le principali funzioni di Apple Intelligence c’è la scrittura assistita. Nei messaggi, nelle mail e nelle note, Apple Intelligence aiuta a migliorare e riformulare testi, correggere il tono o riassumere contenuti lunghi come e-mail e conversazioni.

Un’altra funzione riguarda la gestione delle immagini. L’utente può creare immagini partendo da semplici descrizioni testuali, oppure scegliendo tra stili diversi come disegno, illustrazione o emoji. È anche possibile ottenere informazioni su ciò che compare nelle immagini, come un luogo o un oggetto, oppure trasformare uno schizzo in un’illustrazione completa.

La IA di Apple può occuparsi anche di traduzioni in tempo reale e gestione smart delle notifiche (mostrando solo quelle prioritarie, per ridurre le distrazioni), inoltre rende Siri più potente ed efficace. Interessante è anche la funzione che consente di cercare immagini nella Galleria a partire da parole chiavi o descrizioni.

Privacy e gestione dei dati personali

Apple Intelligence è stato progettato con un’attenzione particolare alla protezione della privacy, integrando meccanismi che riducono al minimo la raccolta, la trasmissione e la conservazione dei dati degli utenti. L’azienda afferma infatti che nessuno, nemmeno Apple, ha accesso ai dati personali, salvo nei casi strettamente necessari per il funzionamento del servizio.

Un principio fondamentale è l’elaborazione on-device (cioè interamente sul dispositivo). Quando le richieste e le manipolazioni di dati possono essere gestite localmente, avvengono senza che i dati escano dal dispositivo dell’utente. Ciò include, per esempio, la generazione di riepiloghi di messaggi, notifiche o mail, oppure operazioni di editing leggero.

Quando invece è necessario utilizzare modelli più grandi o funzioni più complesse che richiedono una potenza computazionale maggiore di quella disponibile localmente, entra in gioco Private Cloud Compute, un sistema cloud di Apple per eseguire tali richieste. Anche in questo caso, Apple garantisce che vengano inviati soltanto i dati strettamente rilevanti alla richiesta, che non vengano archiviati né resi accessibili ad Apple, e che il risultato venga restituito in modo sicuro al dispositivo.

Apple inoltre mette a disposizione dell’utente uno strumento di trasparenza, ovvero un resoconto (Apple Intelligence Report) che permette di vedere esattamente quali richieste sono state inviate a Private Cloud Compute, in che misura e con quali funzionalità.

Come cambia Siri con Apple Intelligence

Con Apple Intelligence, anche Siri cambia radicalmente diventando più naturale, più consapevole e capace di comprendere davvero il contesto in cui viene utilizzata. L’assistente vocale di Apple diventa infatti un vero e proprio assistente personale intelligente, integrato in profondità con i dispositivi e le app dell’ecosistema Apple.

Una delle novità più evidenti è la capacità di Siri di riconoscere il linguaggio naturale in modo più fluido. Non serve più formulare comandi precisi: si può parlare come a una persona, magari correggersi a metà frase o aggiungere dettagli, e Siri comprenderà comunque il senso della richiesta.

Inoltre, appunto grazie all’integrazione con Apple Intelligence, Siri è in grado di capire cosa sta accadendo sullo schermo e agire di conseguenza. Ad esempio, se si sta leggendo un messaggio, si può chiedere “aggiungilo alla mia lista” o “ricordamelo più tardi” senza dover specificare ulteriori dettagli.

Un altro passo importante riguarda la possibilità per Siri di sfruttare l’intelligenza di ChatGPT per rispondere a domande più complesse o creative, sempre con il consenso dell’utente. Quando la richiesta richiede conoscenze più estese, Siri chiede se si desidera inoltrarla a ChatGPT, mantenendo comunque il pieno controllo sui dati condivisi.

Infine, Siri può essere richiamata semplicemente con un tocco o con la voce, e si può comunicare con lei anche scrivendo.

Sviluppi futuri dell’AI di Apple

Apple Intelligence è solo l’inizio di una nuova fase nell’evoluzione dei prodotti Apple. L’azienda, come da tradizione, ha scelto un approccio graduale: introdurre funzioni utili, testarle e ampliare progressivamente la loro portata. Per questo motivo, al momento del lancio molte delle funzionalità di Apple Intelligence sono disponibili in versione beta e solo in lingua inglese, ma la roadmap prevede un’espansione progressiva sia nelle lingue supportate sia nei dispositivi compatibili.

Nel futuro prossimo, Apple punta a rendere la propria intelligenza artificiale sempre più personale e predittiva, capace di comprendere non solo ciò che l’utente dice o scrive, ma anche ciò di cui potrebbe aver bisogno in base alle abitudini e al contesto. Questo potrebbe significare ad esempio una Siri ancora più proattiva, app capaci di comunicare meglio tra loro e funzioni che si adattano alle situazioni quotidiane in modo dinamico e flessibile.

Un altro obiettivo chiave sarà l’integrazione più profonda tra intelligenza artificiale e creatività. Le funzioni legate alla generazione di immagini e alla gestione dei contenuti multimediali dovrebbero essere solo l’inizio di una linea di sviluppo che porterà i dispositivi Apple a diventare sempre più strumenti di espressione creativa assistita.

Non meno importante sarà l’evoluzione del sistema Private Cloud Compute, che rappresenta la base dell’architettura di sicurezza di Apple Intelligence.