La sonda ExoMars Trace Gas Orbiter cattura la rara cometa interstellare 3I/ATLAS
La cometa interstellare 3I/ATLAS è stata fotografata dal suolo marziano grazie alla sonda europea ExoMars Trace Gas Orbiter: avviati gli studi sui dati raccolti
Per la prima volta una sonda europea in orbita attorno a Marte è riuscita a fotografare la cometa interstellare 3I/ATLAS, un corpo celeste che arriva da fuori rispetto al nostro Sistema Solare. L’impresa dell’ESA segna una nuova tappa nell’esplorazione dei misteriosi oggetti interstellari che attraversano la galassia.
Una visita da un’altra stella: la cometa 3I/ATLAS
Nel cosmo, non sono molti gli oggetti che giungono fino a noi provenendo da altri sistemi stellari. Tra questi, la cometa interstellare 3I/ATLAS rappresenta un evento astronomico eccezionale: è soltanto il terzo corpo mai individuato dagli astronomi che proviene da oltre il Sistema Solare.
Il suo passaggio nel 2025 si è rivelato un’occasione unica agli scienziati dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che sono riusciti a osservarla grazie alla sonda ExoMars Trace Gas Orbiter, attualmente in orbita attorno a Marte.
Mentre dalla Terra la cometa risultava invisibile – troppo debole e oscurata dal bagliore solare – Marte si trovava nella posizione ideale per scrutare la sua scia luminosa. Così, il pianeta rosso si è trasformato in un punto d’osservazione privilegiato per immortalare questo raro visitatore interstellare.
L’impresa della sonda ExoMars Trace Gas Orbiter
Lanciata nel 2016, la sonda ExoMars Trace Gas Orbiter è stata progettata principalmente per analizzare l’atmosfera marziana e cercare tracce di gas come il metano. Tuttavia, la sua fotocamera ad alta sensibilità si è rivelata perfetta anche per un compito del tutto diverso: catturare un minuscolo bagliore proveniente da milioni di chilometri di distanza.
Durante il massimo avvicinamento della cometa 3I/ATLAS a Marte, il 3 ottobre 2025, la sonda ha effettuato una serie di esposizioni lunghe cinque secondi, riuscendo a immortalare un piccolo punto luminoso che si muoveva lentamente tra le stelle di fondo.
Un risultato tutt’altro che scontato: la fotocamera dell’orbiter è pensata per riprendere dettagli della superficie marziana, non per inseguire un corpo celeste a oltre 20 milioni di miglia di distanza.
Come ha spiegato Nicolas Thomas, responsabile scientifico dello strumento e docente all’Università di Berna, la difficoltà maggiore è stata bilanciare la sensibilità necessaria a raccogliere la luce con la necessità di evitare immagini mosse. Eppure, i dati ottenuti sono di sorprendente qualità, tanto da permettere agli scienziati di iniziare un’analisi approfondita della composizione della cometa interstellare.
Cosa possono rivelare i colori della cometa 3I/ATLAS
La sonda ha ripreso la cometa utilizzando i filtri rosso, blu e quelli vicini infrarosso, un accorgimento che aiuta a capire la natura dei materiali che la compongono.
Se, per esempio, la luce blu risultasse più intensa man mano che ci si allontana dal nucleo, ciò potrebbe indicare la presenza di particelle di ghiaccio che si frammentano quando sublimano. Le comete interstellari, infatti, possono avere caratteristiche diverse da quelle “locali”, modellate da ambienti chimici e condizioni fisiche propri di altri sistemi stellari.
Gli scienziati dell’ESA analizzeranno nei prossimi mesi tutti i dati raccolti, confrontandoli con quelli di altre missioni, come la Mars Reconnaissance Orbiter della NASA e la veterana Mars Express, che hanno tentato anch’esse di catturare immagini del fenomeno.
Un passo avanti nello studio dei corpi interstellari
Anche se le prime immagini non offrono ancora risposte definitive, l’osservazione di 3I/ATLAS da Marte rappresenta un risultato scientifico notevole.
Confrontando la sua luminosità, la traiettoria e il comportamento delle polveri con quelli delle comete del Sistema Solare, gli astronomi sperano di comprendere meglio come si formano e si evolvono i corpi celesti nelle diverse regioni della Via Lattea.



















