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Batteria al silicio-carbonio: una rivoluzione a metà per il settore smartphone

Le batterie al silicio carbonio sono una rivoluzione a metà per il settore degli smartphone: ecco perché

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iphone batteria DenPhotos / Shutterstock.com

In sintesi

  • Le batterie al silicio-carbonio rappresentano una nuova tecnologia che permette di aumentare la capacità energetica degli smartphone senza incrementare peso e spessore, raggiungendo valori fino a 7.000 mAh.
  • La loro diffusione è frenata da limiti normativi (soprattutto negli Stati Uniti per batterie oltre i 20 Wh) e da una durata inferiore nel tempo rispetto alle batterie agli ioni di litio.

Il mercato degli smartphone sta vivendo una vera e propria rivoluzione per via dell’incremento della capacità della batteria che si traduce in un’autonomia nettamente superiore rispetto ai modelli di generazione precedente. Sia tra i top di gamma che tra i mid-range, infatti, è facile trovare batterie da 6.000, 6.500 oppure 7.000 mAh che offrono una capacità nettamente superiore rispetto allle batterie da 5.000 mAh che, fino allo scorso anno, erano tra le più diffuse sul mercato. Il “segreto” di questa rivoluzione è rappresentato dalle batterie al silicio carbonio, una nuova tecnologia che può fare la differenza.

Il motivo del successo 

Le ragioni per cui le batterie al silicio – carbonio stanno diventando sempre più diffuse sono chiare. Con dimensioni simili ad altre tecnologie, infatti, queste batterie garantiscono una capacità superiore. Di conseguenza, senza incrementare spessore e peso del dispositivo, i produttori possono raggiungere l’obiettivo di incrementare, in modo sostanziale, l’autonomia. I costi non sono poi così diversi rispetto alle batterie agli ioni di litio e, di conseguenza, un numero crescente di produttori sta spingendo su questa tecnologia. In particolare, sono gli OEM cinesi che stanno adottando con frequenza sempre maggiore le batterie al silicio carbonio tanto che oggi è sempre più difficile trovare uno smartphone con batteria inferiore ai 6.000 mAh.

Cosa ne frena la diffusione

A frenare una completa adozione delle batterie al silicio carbonio ci sono almeno due fattori. Il primo è una questione normativa che riguarda, principalmente, gli Stati Uniti dove le batterie che superano i 20 Wh devono essere etichettate come merce pericolosa e devono essere trattate in modo specifico durante il trasporto e il deposito in magazzino, con costi aggiuntivi da considerare.

Molti smartphone con batteria da 5.000 mAh si avvicinano alla soglia dei 20 Wh (la conversione da mAh può essere ottenuta moltiplicando il valore per la tensione e dividendo il prodotto per 1.000). Questo limite si applica alle singole celle e può essere aggirato proponendo batterie a due celle.

A limitare la diffusione delle batterie al silicio carbonio, però, è principalmente un altro fattore ovvero la durata nel tempo. I modelli al silicio carbonio registrano una degradazione più marcata, con un calo della capacità, rispetto alle batterie al litio. In linea di massima, le batterie con anodo di silicio tendono anche a incrementare di dimensioni nel corso del tempo. L’uso di un sistema silicio – carbonio è mirato a ridurre questa tendenza che, però, potrebbe non essere eliminata del tutto.

Una rivoluzione a metà?

Per il momento, le batterie al silicio- carbonio non hanno trovato una piena diffusione, pur garantendo una capacità maggiore a parità di dimensioni rispetto ad altre soluzioni. Produttori come Apple e Samsung, per questioni normative e pratiche, continuano a seguire la strada della tradizione con batterie agli ioni di litio. Sarà necessario attendere che i “big” optino per questa nuova tecnologia per poterla definire una vera e propria rivoluzione.