Emersa una nuova e imponente basilica costantiniana a Roma
Scoperta a Roma, tra Appia e Ardeatina, una nuova basilica costantiniana del IV secolo. Gli studiosi l’hanno identificata sulle tombe dei santi Marco e Marcelliano
Un ritrovamento fantastico va ad arricchire il patrimonio dell’archeologia cristiana e tardoantica di Roma. Gli studiosi di Tor Vergata hanno individuato una grande chiesa del IV secolo. Il tutto tra Appia e Ardeatina. Un edificio che probabilmente era dedicato ai santi Marco e Marcelliano.
Antico luogo di culto
La storia cristiana di Roma continua a rivelare nuovi capitoli. Nell’ambito di una ricerca finanziata con fondi PRIN 2022 Pnrr, il team guidato dai professori Vincenzo Fiocchi Nicolai e Lucrezia Spera, ordinari di Archeologia cristiana e di Archeologia tardoantica all’Università di Roma Tor Vergata, ha individuato una nuova basilica costantiniana.
Si tratta di una chiesa funeraria di tipo circiforme. Ciò vuol dire che vanta navate laterali, che girano dietro l’abside. Un modello che richiama quello dei circhi massimi. Scendendo nel dettaglio, l’edificio vanta 68 metri di lunghezza e 29 di larghezza. Era corredato inoltre da ambienti annessi, circondati da mausolei. Un complesso di grande rilievo storico e religioso, databile tra gli anni ’30 e ’40 del IV secolo.
Le origini
Secondo gli studiosi, non si esclude che l’antica basilica sia quella citata dalle fonti antiche sulle tombe dei santi Marco e Marcelliano. Il sito risulta menzionato nuovamente nel VII secolo. In questo caso lo si descrive come meta di pellegrinaggi. Segno della sua lunga vitalità e importanza religiosa nell’area romana.
Una scoperta che segna il ritrovamento della settima basilica circiforme nota nel territorio intorno a Roma. Questo rilevamento contribuisce inoltre a delineare con maggiore chiarezza la rete dei santuari cristiani, che sorsero in prossimità delle catacombe, lungo le grandi vie consolari, tra IV e V secolo.
Lo studio dei resti
Il progetto si distingue dagli altri, simili per ritrovamento, grazie al metodo adottato. Parliamo di una combinazione di saggi diagnostici mirati, eseguiti su concessione del ministero della Cultura, e indagini non invasive:
- georadar;
- tomografia elettrica;
- magnetometria.
La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’Università della Tuscia e con Italferr, società impegnata da anni nelle pratiche di archeologia preventiva. Allo scavo hanno partecipato anche dottori di ricerca formatisi a Tor Vergata, impegnati in operazioni di documentazione stratigrafica e catalogazione dei materiali, segno di un coinvolgimento diretto delle nuove generazioni di archeologi italiani.
Di grande rilevanza, inoltre, anche la collaborazione con il Laboratorio di Antropologia del Dipartimento di Biologia di Tor Vergata. Questi esperti si occuperanno infatti dell’analisi dei resti umani rinvenuti nelle sepolture. La speranza è che forniscano nuove informazioni sulla popolazione cristiana del IV secolo, tra pratiche funerarie e condizioni di vita nella Roma suburbana.
Con questa scoperta, Tor Vergata conferma il proprio ruolo centrale nel panorama dell’archeologia cristiana e tardoantica, unendo ricerca, tecnologia e formazione sul campo per riportare alla luce un frammento prezioso delle origini della civiltà europea.
Un traguardo scientifico e anche una chance formativa per gli studenti della triennale e magistrale, così come per i dottorandi. Nei prossimi mesi, infatti, saranno programmati nuovi scavi nell’area, che permetteranno agli studenti di confrontarsi con un cantiere archeologico complesso e con il lavoro sul campo.


















