Allarme sicurezza: la Gen Z è la più vulnerabile agli attacchi informatici
Crescono le minacce legate all’ingegneria sociale e, sorprendentemente, gli utenti più esposti sono i giovani, poco formati in materia di sicurezza informatica
In Sintesi
- Secondo una recente indagine, la Generazione Z è la fascia demografica più vulnerabile alle minacce di ingegneria sociale.
- Questo evidenzia un paradosso in cui la generazione più connessa è anche la meno preparata a fronteggiare la crescente sofisticazione degli attacchi.
Negli ultimi anni, gli esperti di sicurezza informatica si sono soffermati più volte sui pericoli legati all’ingegneria sociale. A fronte di questo, una recente indagine ha rivelato un dato preoccupante: la fascia demografica più vulnerabile a minacce del genere non è composta dai meno avvezzi alla tecnologia, ma dai più giovani.
Secondo una ricerca condotta da Yubico, i lavoratori appartenenti alla Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) risultano i più esposti e, in molti casi, i meno preparati ad affrontare le moderne minacce informatiche. Lo studio mostra infatti che il 62% degli intervistati appartenenti a questa categoria ha ammesso di essere stato vittima, nell’ultimo anno, di un tentativo di ingegneria sociale tra cui l’apertura di allegati sospetti o il clic su link fraudolenti. Questi dati, oltre a identificare il bersaglio dei malintenzionati digitali, sottolineano anche una crescita degli attacchi informatici, che stanno diventando sempre più frequenti e sempre più elaborati.
Come sta cambiando l’ingegneria sociale
Gli attacchi di ingegneria sociale, in particolare il phishing, stanno diventando non solo più frequenti ma anche più sofisticati. Questo è possibile grazie all’uso dell’intelligenza artificiale che sta dando manforte alle campagne fraudolente basate su deepfake e cloni vocali, diventate così convincenti da ingannare anche gli utenti più esperti.
Un dato particolarmente interessante (e anche molto allarmante) della ricerca di Yubico riguarda la capacità di riconoscere una mail phishing legittima da una scritta con l’AI. Dalla ricerca emerge che il 54% degli intervistati non è stata in grado di riconoscere un messaggio fosse stato scritto da un essere umano o, comunque, non ha saputo esprimere un giudizio certo.
Questo conferma una grande evoluzione delle tecniche di manipolazione che rendono sempre più difficile distinguere tra comunicazioni autentiche e messaggi malevoli, indipendentemente dall’età o dall’esperienza dell’utente.
Gli errori più comuni nel settore della sicurezza informatica
A complicare ulteriormente un quadro molto complesso, si aggiunge anche una scarsa preparazione in materia di sicurezza informatica. Il 40% dei lavoratori, infatti, ha dichiarato di non aver mai ricevuto una formazione specifica sul tema, mentre strumenti di difesa, come l’autenticazione a più fattori, sono ancora poco utilizzati, con un tasso di implementazione inferiore al 50% degli intervistati.
Ciò vuol dire, essenzialmente, che un numero molto importante di aziende e organizzazioni rimane addirittura privo delle misure di protezione più basilari, esponendo i dipendenti a rischi molto elevati.
Inoltre, nonostante una crescente consapevolezza dei rischi, le password continuano a essere il metodo di autenticazione più utilizzato, anche se solamente il 26% degli intervistati le consideri davvero sicure.
I dati indicano che il 56% degli utenti le utilizza per accedere agli account professionali mentre il 60% per quelli personali. Questo dimostra una persistente dipendenza da pratiche di sicurezza ormai considerate obsolete e davvero poco efficaci nel contesto della sicurezza moderna.
In conclusione possiamo dire che la ricerca di Yubico evidenzia un paradosso importante: la generazione più connessa è anche quella più esposta ai rischi digitali. Cresce, certamente, la consapevolezza riguardo ai rischi del web, ma al contempo mancano cultura e formazione alla sicurezza informatica.
Per questo motivo gli esperti da un lato consigliano maggiore attenzione verso questo tema, suggerendo ad aziende e privati l’adozione di strumenti di autenticazione avanzati e strategie di difesa proattive, pronte a fronteggiare minacce in rapidissima evoluzione.



















