Francesca Albanese

IPA

Biografia

Francesca Albanese è una giurista e accademica italiana nata ad Ariano Irpino nel 1977. Ha 48 anni ed è considerata una delle voci più influenti nel panorama internazionale sui diritti umani e sul diritto internazionale. Dopo la laurea in Giurisprudenza all’Università di Pisa, ha conseguito un master in Diritti Umani alla School of Oriental and African Studies (SOAS) di Londra, specializzandosi nella tutela dei rifugiati e nelle questioni legate al Medio Oriente.

Nel corso di oltre vent’anni di carriera ha lavorato in diversi uffici delle Nazioni Unite, tra cui il Programma di Sviluppo in Marocco e l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani a Ginevra. È stata anche funzionaria legale a Gerusalemme per l’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Parallelamente ha insegnato in numerose università, tra cui Betlemme, Birzeit, Georgetown e Salento, dove tiene corsi sulle risposte legali e politiche allo sfollamento forzato palestinese.

Dal maggio 2022 ricopre il ruolo di Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Diritti Umani nei Territori Palestinesi Occupati, incarico che l’ha portata al centro del dibattito internazionale. Nei suoi rapporti ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani, arrivando a parlare apertamente di genocidio nei confronti del popolo palestinese. Queste prese di posizione hanno scatenato forti reazioni politiche, culminate nel luglio 2025 con le sanzioni imposte dagli Stati Uniti, che hanno congelato i suoi beni e limitato i suoi viaggi in America.

Autrice di saggi e articoli accademici, Francesca Albanese è coautrice dei libri I rifugiati palestinesi nel diritto internazionale (2020) e J’Accuse (2024), oltre che fondatrice del Global Network on the Question of Palestine, una rete di esperti e studiosi dedicata alla questione israelo-palestinese. Oggi continua a svolgere attività di ricerca e consulenza per organizzazioni internazionali, mantenendo una voce ferma e indipendente anche davanti alle pressioni diplomatiche più forti.

La giurista è finita al centro di un acceso dibattito anche in Italia dopo l’episodio televisivo del 5 ottobre 2025, quando ha lasciato lo studio di In Onda su La7 dopo un riferimento alla senatrice a vita Liliana Segre. Albanese ha poi chiarito che non intendeva mancare di rispetto alla senatrice, ma che "Non si può decidere se parlare o meno di genocidio in base alla posizione emotiva di qualcuno, per quanto autorevole". Le sue parole hanno scatenato un acceso confronto pubblico, tra chi ne difende la libertà accademica e chi la accusa di insensibilità. Nonostante le critiche, Francesca Albanese continua a rappresentare una delle voci più autorevoli del panorama internazionale. Tra viaggi, conferenze e docenze, porta avanti la sua missione di giurista impegnata nella difesa dei diritti umani e del diritto internazionale.

Vita privata

Riservata e concentrata sul proprio lavoro, Francesca Albanese ha sempre mantenuto la sfera familiare lontana dai riflettori. È sposata con Massimiliano Calì, economista senior della Banca Mondiale, con il quale ha due figli. In un’intervista a Vanity Fair ha raccontato che la figlia maggiore ha 13 anni e che il sostegno del marito e dei figli è stato fondamentale per affrontare le pressioni del suo ruolo: "Senza di loro non ce la farei", ha detto.

Negli ultimi mesi la sua vita privata è finita indirettamente al centro dell’attenzione mediatica, dopo che alcuni post del marito su Israele sono stati giudicati controversi. Tuttavia, Francesca ha continuato a difendere la libertà di opinione e la coerenza del suo impegno professionale.

Quanti anni ha Francesca Albanese?

È nata nel 1977 ad Ariano Irpino e ha 48 anni.

Qual è il suo ruolo alle Nazioni Unite?

Dal maggio 2022 è Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Diritti Umani nei Territori Palestinesi Occupati.

Chi è il marito di Francesca Albanese?

Si chiama Massimiliano Calì, è un economista e lavora come senior economist per la Banca Mondiale. La coppia ha due figli.

Perché è stata sanzionata dagli Stati Uniti?

Le sanzioni sono arrivate dopo la pubblicazione di un suo rapporto che denunciava la complicità di grandi aziende occidentali nei crimini di guerra israeliani. Washington l’ha accusata di antisemitismo e di “guerra politica” contro gli USA e Israele.

Cosa è successo nel caso Liliana Segre?

Durante una puntata del programma In Onda, Albanese ha lasciato lo studio dopo un riferimento alla senatrice a vita. Successivamente ha spiegato di rispettare Segre ma di non condividere l’idea che il dibattito sul genocidio debba dipendere dalla sensibilità di una singola figura, per quanto simbolica.