Vittorio Sgarbi, l'avvocato della figlia Evelina denuncia a La volta buona: "Non può vederlo", ma Caterina Balivo attacca
Tra accuse di isolamento, lettere in esclusiva e tensioni familiari, La volta buona riaccende il caso Sgarbi con novità inattese.

La nuova puntata di La volta buona ha riportato al centro dell’attenzione il caso di Vittorio Sgarbi, con rivelazioni, lettere e prese di posizione che mostrano quanto il clima familiare intorno al critico d’arte sia sempre più teso. Tra accuse di isolamento, presunti ostacoli nei rapporti con la figlia Evelina e il peso della visibilità pubblica, la questione si è fatta complessa e umanamente delicata.
Il caso Sgarbi a La volta buona: la risposta di Caterina Balivo
Al centro di tutto c’è Evelina Sgarbi, che tramite il suo avvocato ha chiesto un amministratore di sostegno per il padre. Nel corso della trasmissione, l’avvocato ha spiegato in collegamento che: "Molti trascurano la sofferenza che sta provando Evelina, a cui viene impedito da tempo di potersi avvicinare a suo padre. Prima di rivolgersi a uno studio legale, ha provato in tutti i modi ad avvicinarsi a lui per capire cosa stesse succedendo. Qualcuno glielo sta impedendo". mettendo in luce la difficoltà di una figlia che vorrebbe solo capire e stare accanto al padre. Caterina Balivo ha ricordato però che gli altri figli di Sgarbi possono invece vederlo, sottolineando come la situazione sia tutt’altro che univoca.
Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news su TV, personaggi e gossip? Iscriviti al nostro canale WhatsApp
Entra nel canale WhatsAppI dubbi di Evelina Sgarbi e dei suoi avvocati
Secondo l’avvocato, le informazioni sulle reali condizioni di salute di Sgarbi sarebbero state incomplete. "Nessuno ha dato informazioni ad Evelina su come stia davvero suo padre. A nostro avviso l’ospedale del Gemelli ci ha presentato un documento dubbio", ha detto, lasciando intendere che ci siano state zone d’ombra nella gestione della comunicazione. Poi ha aggiunto: "Dopo l’udienza ricorrono le condizioni per poter ricusare al magistrato. Noi vogliamo che il caso Sgarbi venga trattato come tutti gli altri, senza privilegi o corsie preferenziali solo perché si tratta del professore".
La lettera di Sabrina Colle a La volta buona
A La volta buona è arrivata poi la voce di chi da anni vive accanto a Sgarbi. Samantha De Grenet ha letto in esclusiva una lunga lettera scritta da Sabrina Colle, in cui la compagna del critico ha voluto chiarire la propria posizione. "Purtroppo le nostre attenzioni per proteggere Vittorio sono state deliberatamente equivocate, come se avessimo voluto isolarlo dal mondo esterno. Questa, tra le tante menzogne dette, è la più dura da accettare". Colle ha spiegato che Sgarbi non sarebbe mai stato tenuto lontano dai suoi affetti: "Penso a sua sorella Elisabetta, che si è praticamente trasferita a Roma, o a sua figlia Alba, che da Tirana è venuta molte volte a trovarlo. Come si può insinuare la calunnia che ci fosse un tentativo di isolarlo dagli altri?". Un intervento forte, che ha ribaltato l’immagine di isolamento tracciata da parte della famiglia di Evelina, restituendo un racconto molto diverso. La lettera si chiude con una promessa di azioni legali: "Abbiamo sempre assecondato le volontà di Vittorio, anche quando come è giusto che fosse voleva stare da solo […] Un pudore che andava rispettato come noi abbiamo sempre fatto. Al contrario c’è chi non si è fatto scrupoli di trasformare una vicenda dolorosissima in un tema mediatico, violando i più elementari doveri di discrezione e riservatezza che si devono a chiunque sia in preda a un malessere profondo […] Tante le notizie false dette e diffuse, alcune per superficialità, altre volutamente, alle quali abbiamo risposto con il silenzio, per non essere complici della grande speculazione mediatica tuttora in corso. Silenzio che non ci impedirà di ricorrere nelle sedi opportune perché alcuni siano chiamati a rendere conto delle gravi e reiterate diffamazioni diffuse in questi mesi. La nostra priorità è prenderci cura di Vittorio", ha concluso la compagna del critico d’arte. Dove sarà la verità?
