Verissimo, Mauro Corona: “Ho cercato di essere un padre diverso dal mio”, poi l’appello (pungente) a Bianca Berlinguer
Ospite di Silvia Toffanin, Mauro Corona (in collegamento) ha parlato di suo padre, del suo ultimo libro e ha poi rivolto un appello alla sua 'Bianchina'.

Anche questo sabato, 25 ottobre 2025, un nuovo appuntamento con Verissimo terrà compagnia milioni di telespettatori su Canale 5. Il talk show condotto da Silvia Toffanin, ogni fine settimana, ospita i volti più amati della televisione italiana, i quali si racconteranno in interviste esclusive. Tra gli ospiti della puntata di oggi anche (in collegamento) Mauro Corona, scrittore e alpinista italiano, volto immancabile di E’ Sempre Carta Bianca insieme alla sua ‘Bianchina’ (Bianca Berlinguer).
Verissimo, Mauro Corona: "I traguardi importanti sono altri"
L’intervista di Silvia Toffanin a Mauro Corona è iniziata con una domanda della conduttrice sulla patente dello scrittore e del fatto che l’avesse ottenuta dopo mesi. Al che, Toffanin ha asserito: "Allora è un traguardo importante". Corona, a tal proposito, ha prontamente risposto: "No, no. I traguardi importanti sono la salute, la serenità, le amicizie coltivate. Quelli sono tre traguardi importanti. Però, insomma, per andare in ferramenta o in banca mi serve, quindi è importantissimo dai… diciamo importantissimo.". Poi è arrivato un videomessaggio degli amici di Mauro, il quale, dopo averlo visto, ha spiegato: "Parlano del mio caratteraccio ma anche del fatto che sono una persona buona. Sono rimasto sorpreso. Pensavo peggio. Invece ho detto che i nemici non li ho messi. Beh, non ci starebbero durante la puntata, ma non sono nemici che ce l’hanno. Diciamo espressamente con me per qualche motivo. Sono persone insoddisfatte di se stesse e non ti perdonano di aver messo fuori la testa dagli escrementi della vita."
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Entra nel canale WhatsAppCorona ha poi raccontato cosa gli disse, una volta, Ermanno Olmi, regista e sceneggiatore, quando gli diede un premio: "Ermanno Olmi voleva fare anche un film dal mio libro L’ ombra del bastone e mi disse: "Guarda, Mauro, quando vinci la Cannes, con gli amici che prima ti salutavano quando ti incontravano sul marciapiede e poi passavano dall’altra parte… è una forma di invidia che non è neanche colpa loro, diciamo la verità. Sono problemi esistenziali loro. Quando uno fa un passo più lungo suscita questo sentimento, che andrebbe domato, condotto e cavalcato in maniera intelligente. Lei non lo conosce. Questo sentimento non l’ha mai conosciuto. Ho due miliardi di difetti, anche brutali, ma quello dell’invidia no."
Mauro Corona su Bianca Berlinguer: "E’ permalosa", poi l’appello
L’intervista è proseguita con Silvia Toffanin che ha chiesto a Mauro Corona che nonno fosse: "Vorrei assomigliare, ovviamente non è possibile perché sono cambiati i tempi, i mezzi, gli oggetti che ci circondano, ma vorrei assomigliare a mio nonno paterno. Si chiamava Felice, era alto due metri, un uomo platonico… due-tre parole all’anno, però con noi, che non avevamo i genitori… La mamma l’ho rivista a 13 anni, quindi sentivo questo affetto di un uomo che non parlava. Non ti diceva "Vi voglio bene", ce lo dimostrava coi fatti. Però parlava poco, ogni tanto ci raccontava qualche episodio. Ecco, io vorrei essere come quel vecchio lì, ma attuale, dei tempi di oggi. Sono un nonno affettuoso e ho cercato di essere anche un padre diverso dal mio, molto affettuoso, più dolce del suo caro." Poi, rispondendo alla domanda di Toffanin: "Un padre come possiamo definirlo?", Corona ha affermato: "Mio padre violento, ma non c’è un aggettivo. Per mio padre sono tutti il peggiore aggettivo, quindi lascio perdere. Ho cercato di essere un padre diverso dal mio"
Poi accanto a lui si è seduta la figlia Marianna, anche lei in libreria con un suo libro. Corona ha poi affermato: "Ho imparato cos’è la felicità. Anche perché io non ero mai contento, quindi probabilmente ho avuto molti momenti felici ma non mi bastavano. Li interpretavo come momenti non felici, ma invece ero egoista: volevo qualcosa di più che non sapevo nemmeno cosa fosse. Invece oggi, quando questi figli e queste figlie tornano dal collegio dopo gli esami e mi dicono "Papà, tutto a posto", ecco… in quel momento so cos’è la felicità. Finalmente mi danno degli abbracci." Non è mancata poi una frecciatina a Bianca Berlinguer: "Non dico nulla su di lei perché magari è molto permalosa. Allora Bianchina, un abbraccio e un saluto e un minimo consiglio: mi lasci parlare senza interrompermi, come fa la Toffanin, e la bacerò sempre."
