Sinner, da Sanremo alla ‘no’ alla Davis: perché l’Italia è ingiusta con Jannik
Il campione altoatesino è finito nella bufera per la sua decisione di non prendere parte al torneo a squadre con l'Italia. Ma le critiche al tennista arrivano da lontano.

Jannik Sinner divide l’Italia, letteralmente, dopo il ‘no’ inatteso alla Coppa Davis di quest’anno. Il fenomeno altoatesino, che ha deciso di disertare la competizione a squadre mettendo al primo posto la sua salute fisica, è stato prontamente attaccato da social e media tradizionali, tacciato di ingratitudine e di scarso attaccamento alla maglia azzurra. Un trattamento feroce, quello riservato a Jannik, che non tiene però conto dell’abnegazione con cui il campione si è dedicato al team Italia negli ultimi anni. Ma l’allergia alle scelte di Sinner non è una novità di oggi, come dimostrano i precedenti di un anno fa, quando il tennista fu ‘processato’ sui giornali per la scelta (del tutto comprensibile) di rinunciare alla ribalta di Sanremo. Ecco qui sotto i dettagli.
Sinner, la bufera per il ‘no’ alla Davis e l’ingratitudine dei tifosi italiani
Al termine di una stagione massacrante, con due Slam in tasca e tre mesi di squalifica alle spalle, Jannik Sinner si è trovato di fronte a un dilemma irrisolvibile. Continuare a marce sostenute, inanellando tra i prossimi impegni sia la Coppa Davis che le Finals di Torino, o invece tirare finalmente il freno a mano. La scelta dell’altoatesino, sicuramente sofferta e complicata, lo ha portato alla fine a rinunciare al torneo a squadre quest’anno ospitato dall’Italia. E non appena questa decisione è stata comunicata al pubblico, una tempesta perfetta ha travolto il giocatore più talentuoso della storia del nostro tennis.
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Entra nel canale WhatsAppCi sono stati i commenti velenosi dell’ex campione Nicola Pietrangeli – che al solito non perde occasione per affossare Sinner – e altre firme eccellenti del giornalismo subito pronte a mettere alla berlina il numero 2 al mondo. Per non parlare degli attacchi social che hanno intasato il web nelle ultime ore. Ma Jannik Sinner, è bene sottolinearlo, non è una bandiera sventolata a comando. È un talento unico che, negli ultimi due anni, ha portato il tricolore dove nessuno riusciva da decenni.
Due Coppe Davis vinte, il 1° posto nella classifica ATP, finali Slam, una squalifica e un rientro da vero guerriero. A soli 24 anni Sinner ha già scritto la storia del tennis italiano, eppure basta una scelta personale – quella di un campione che decide di fermarsi e ascoltare il suo corpo – per trasformare l’italiano nel primo nemico del popolo.
Il precedente di Sinner a Sanremo
La prima crepa tra Sinner e il pubblico generalista, in realtà, si era aperta già un anno fa in occasione di Sanremo. All’epoca Jannik rifiutò – senza troppi giri di parole – di salire sul palco della kermesse canora, e da allora ogni sua decisione sofferta fuori dal campo è stata interpretata come un disinteresse verso il Paese. Dalla scelta di traferirsi a Monaco alla polemica sulle tasse, tutto finisce sotto il microscopio impietoso dei media.
Ma la verità è che Jannik Sinner è un essere umano, non un trofeo da esporre, né una macchina sempre pronta a sacrificarsi per la bandiera a qualsiasi condizione. La sua decisione di non partecipare alla Davis, dopo aver dato tutto per il gruppo azzurro e aver scritto pagine indelebili del nostro sport, non è affatto la prova di un amore tiepido per il suo Paese. È una scelta che va compresa e accettata, perché proviene da un professionista serio. Che almeno per una volta ha deciso di sentirsi (almeno un po’) più umano.
