Sinner, da Sanremo alla ‘no’ alla Davis: perché l’Italia è ingiusta con Jannik

Il campione altoatesino è finito nella bufera per la sua decisione di non prendere parte al torneo a squadre con l'Italia. Ma le critiche al tennista arrivano da lontano.

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

Jannik Sinner divide l’Italia, letteralmente, dopo il ‘no’ inatteso alla Coppa Davis di quest’anno. Il fenomeno altoatesino, che ha deciso di disertare la competizione a squadre mettendo al primo posto la sua salute fisica, è stato prontamente attaccato da social e media tradizionali, tacciato di ingratitudine e di scarso attaccamento alla maglia azzurra. Un trattamento feroce, quello riservato a Jannik, che non tiene però conto dell’abnegazione con cui il campione si è dedicato al team Italia negli ultimi anni. Ma l’allergia alle scelte di Sinner non è una novità di oggi, come dimostrano i precedenti di un anno fa, quando il tennista fu ‘processato’ sui giornali per la scelta (del tutto comprensibile) di rinunciare alla ribalta di Sanremo. Ecco qui sotto i dettagli.

Sinner, la bufera per il ‘no’ alla Davis e l’ingratitudine dei tifosi italiani

Al termine di una stagione massacrante, con due Slam in tasca e tre mesi di squalifica alle spalle, Jannik Sinner si è trovato di fronte a un dilemma irrisolvibile. Continuare a marce sostenute, inanellando tra i prossimi impegni sia la Coppa Davis che le Finals di Torino, o invece tirare finalmente il freno a mano. La scelta dell’altoatesino, sicuramente sofferta e complicata, lo ha portato alla fine a rinunciare al torneo a squadre quest’anno ospitato dall’Italia. E non appena questa decisione è stata comunicata al pubblico, una tempesta perfetta ha travolto il giocatore più talentuoso della storia del nostro tennis.

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Ci sono stati i commenti velenosi dell’ex campione Nicola Pietrangeli – che al solito non perde occasione per affossare Sinner – e altre firme eccellenti del giornalismo subito pronte a mettere alla berlina il numero 2 al mondo. Per non parlare degli attacchi social che hanno intasato il web nelle ultime ore. Ma Jannik Sinner, è bene sottolinearlo, non è una bandiera sventolata a comando. È un talento unico che, negli ultimi due anni, ha portato il tricolore dove nessuno riusciva da decenni.

Due Coppe Davis vinte, il 1° posto nella classifica ATP, finali Slam, una squalifica e un rientro da vero guerriero. A soli 24 anni Sinner ha già scritto la storia del tennis italiano, eppure basta una scelta personale – quella di un campione che decide di fermarsi e ascoltare il suo corpo – per trasformare l’italiano nel primo nemico del popolo.

Il precedente di Sinner a Sanremo

La prima crepa tra Sinner e il pubblico generalista, in realtà, si era aperta già un anno fa in occasione di Sanremo. All’epoca Jannik rifiutò – senza troppi giri di parole – di salire sul palco della kermesse canora, e da allora ogni sua decisione sofferta fuori dal campo è stata interpretata come un disinteresse verso il Paese. Dalla scelta di traferirsi a Monaco alla polemica sulle tasse, tutto finisce sotto il microscopio impietoso dei media.

Ma la verità è che Jannik Sinner è un essere umano, non un trofeo da esporre, né una macchina sempre pronta a sacrificarsi per la bandiera a qualsiasi condizione. La sua decisione di non partecipare alla Davis, dopo aver dato tutto per il gruppo azzurro e aver scritto pagine indelebili del nostro sport, non è affatto la prova di un amore tiepido per il suo Paese. È una scelta che va compresa e accettata, perché proviene da un professionista serio. Che almeno per una volta ha deciso di sentirsi (almeno un po’) più umano.


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