La vita privata di Sigfrido Ranucci: la moglie Marina, la scorta e il grande rimpianto sui figli
Il conduttore di Report è sposato dal 1995 e ha tre figli: Giordano, Michela ed Emanuele. Tutti i suoi cari hanno imparato a convivere con rischi costanti e assenze forzate.

Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report (dal 2017) vittima il 16 ottobre di attentato che ha distrutto la sua auto, ha costruito una carriera costellata di inchieste scomode, che lo hanno portato a confrontarsi con mafia, ‘ndrangheta e camorra. Ma al di fuori dei riflettori, Ranucci vive una vita privata segnata da una protezione costante e da una famiglia che tra mille timori ha imparato a convivere con attacchi mediatici, rischi costanti e assenze forzate.
Come racconta lui stesso, lo rammarico più grande non è solo personale, ma coinvolge i suoi affetti più cari: "Quello che soffro di più è sicuramente il grande stress che subisco a livello personale ma che coinvolge tutta la mia famiglia. Tutte quelle denunce, quelle false accuse mai confutate da prove, quel mettere in piazza un personaggio inventando fatti non veri, ecco tutto questo fa male e fa stare male chi mi sta vicino"
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Entra nel canale WhatsAppChi è Marina, la moglie di Sigrido Ranucci
Sigfrido Ranucci e sua moglie Marina, ex ragioniera, stanno insieme da quasi 45 anni. Tra loro scoccò la scintilla sin dal primo incontro, avvenuto nel lontano 1981. Lui aveva 21 anni, lei appena 17: si sono conosciuti fortuitamente su una panchina del Gianicolo a Roma e da allora non si sono più lasciati. La coppia è convolata a nozze nel 1995, dopo un fidanzamento durato 13 anni.
Ranucci, tre figli e il suo grande rimpianto
Dal loro amore sono nati tre figli, che hanno scelto percorsi differenti dalla carriera giornalistica del padre. Giordano (nato nel 1995) è un insegnante, Michela, la secondogenita, lavora con bambini disabili, mentre Emanuele è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza. Pur essendo orgoglioso di loro, Ranucci ha ammesso di vivere con rimpianto le assenze imposte dalla sua carriera da giornalista d’inchiesta e dalla vita sotto scorta a cui è costretto da tempo: "I miei figli vivono questa realtà in maniera molto marginale, all’inizio con curiosità e un po’ di apprensione per capire cosa potesse succedere. Mi rammarico di esserci stato poco per loro, il nostro è un rapporto che si è deteriorato molto negli anni a causa delle mie assenze. È stata una mia responsabilità", ha confessato il conduttore di Report.
Ranucci e la vita sotto scorta dal 2021
La scorta è diventata parte integrante della quotidianità di Ranucci dal 2009, inizialmente come tutela limitata e dal 2021 continuativa, a causa di minacce concrete da parte di narcotrafficanti e organizzazioni criminali.
Le limitazioni quotidiane riguardano spostamenti, incontri e attività familiari. Non è possibile portare i figli in auto o uscire senza preavviso per una semplice passeggiata o una visita privata. Al tempo stesso, però, la scorta gli garantisce una protezione costante, permettendogli di continuare a lavorare senza rinunciare alla sicurezza personale.
