Addio Paolo Bonacelli, chi era la moglie Cecilia Zingaro: le sue parole di dolore

Addio a Paolo Bonacelli, la moglie Cecilia Zingaro ne ha annunciato la scomparsa. Una carriera lunga sessant’anni e un ruolo indimenticabile: "Leonardo da Vinci" in Non ci resta che piangere.

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

Si è spento all’età di 88 anni Paolo Bonacelli, uno degli interpreti più intensi e coerenti del panorama italiano. La notizia della sua morte, avvenuta all’Ospedale San Filippo Neri di Roma, è stata diffusa dalla moglie Cecilia Zingaro, anche lei attrice e regista teatrale. Con lui se ne va un artista che ha attraversato oltre sessant’anni di teatro, cinema e televisione, mantenendo sempre quella sobrietà e quel rigore che lo hanno reso un punto di riferimento per generazioni di attori.

Morto Paolo Bonacelli, chi era: gli inizi e la formazione

Nato a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, nel 1937, Bonacelli si diplomò all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico" di Roma. Da lì cominciò una lunga carriera che partì dal palcoscenico e arrivò fino al grande schermo, senza mai perdere il legame con la recitazione dal vivo. In teatro lavorò accanto a maestri come Vittorio Gassman e Luigi Squarzina, per poi fondare con Carlotta Barilli la "Compagnia del Porcospino", una delle esperienze più vivaci e colte della scena italiana dell’epoca.

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Il cinema e il successo internazionale

Il debutto cinematografico avvenne negli anni Settanta, ma fu Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini (1975) a segnarne la svolta. Nel ruolo del Duca di Blangis diede corpo a una crudeltà lucida e inquietante, trasformando quella parte in un simbolo del potere spietato e razionale. Da lì, una filmografia sterminata: Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, Caligola di Tinto Brass, Il mistero di Oberwald di Michelangelo Antonioni, La sindrome di Stendhal di Dario Argento, Panni sporchi di Mario Monicelli, fino a Fuga di mezzanotte di Alan Parker e persino Mission: Impossible III di J.J. Abrams. Oltre 120 film all’attivo. il pubblico lo percepiva come un attore "vero", capace di passare dal dramma più cupo alla commedia più surreale senza mai perdere credibilità.

Il ruolo più iconico: Leonardo da Vinci in Non ci resta che piangere

Per il grande pubblico, però, Bonacelli resterà per sempre Leonardo da Vinci in Non ci resta che piangere. Al fianco di Roberto Benigni e Massimo Troisi, costruì un personaggio indimenticabile, sospeso tra ironia e candore. La celebre scena della partita a scopa, con Leonardo che non riesce a capire le regole e si giustifica con un innocente "Alzo per non imbrogliare", è diventata parte del linguaggio comune. Qualche anno dopo arrivò Johnny Stecchino, ancora con Benigni, dove interpretò l’avvocato D’Agata. Un’altra prova brillante e sfaccettata, che gli valse Nastro d’Argento e Ciak d’Oro come miglior attore non protagonista.

Paolo Bonacelli, chi era la moglie Cecilia Zingaro: l’ultimo saluto di lei

Negli ultimi anni, Bonacelli aveva scelto un profilo sempre più riservato, continuando però a lavorare in teatro e dedicandosi a progetti più intimi. Al suo fianco, Cecilia Zingaro, attrice di talento e donna di teatro, con cui condivideva la stessa dedizione per l’arte e la discrezione nella vita privata. È stata proprio lei a dare l’annuncio della scomparsa, con parole semplici ma piene di affetto: "Paolo se n’è andato questa sera, all’ospedale San Filippo Neri. Grazie a chi gli ha voluto bene e lo ha seguito in questi anni".


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