Lucilla Kids: "Canto per i bimbi ed è meraviglioso: ecco perché i genitori si fidano di me. Carolina? Vorrei incontrarla"
Abbiamo chiesto a Lucilla Kids di rispondere a tutte le domande su quello che avete sempre voluto sapere di lei: nome, età, fidanzato e... colore dei capelli

Un seguito incredibile che cresce ogni giorno, bambini innamorati delle sue canzoni e dei suoi video, spettacoli teatrali affollatissimi e numeri da capogiro. Sono le referenze di Lucilla Kids, fenomeno social e musicale dell’etichetta AlmanKids fondata da Alberto Mantovan, che incanta i bimbi e piace ai genitori, per il suo modo sbarazzino ma garbato di coinvolgere i più piccoli, usando il linguaggio della baby dance per stimolare la loro immaginazione ma anche per far loro imparare tante cose nuove. Una fatina venuta dal Sole che in questa intervista si racconta tra il lavoro nato dalle sue grandi passioni, il rapporto con il pubblico dei piccoli e delle famiglie, e qualche confessione inedita.
Lucilla Kids, intervista alla fatina della baby dance venuta dal Sole
Lucilla Kids, come sei finita a fare questo lavoro?
Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news su TV, personaggi e gossip? Iscriviti al nostro canale WhatsApp
Entra nel canale WhatsAppHo unito due cose che ho sempre amato tantissimo, ovvero la musica, il canto, il ballo e l’amore per il mondo dell’infanzia. Quando ho incontrato Alberto Mantovani e Alma Kids questi due mondi si sono uniti, nel modo migliore possibile, lavorando su un prodotto di qualità che è fatto con tutte le attenzioni possibili visto che si rivolge ai bambini, che sono un mondo bellissimo e da preservare, a cui bisogna sapersi rivolgere nel modo più giusto.
Se non avessi fatto questo, che cosa avresti fatto nella vita?
Avrei fatto comunque qualcosa che avrebbe avuto a che fare con i bambini. Questa passione e questo interesse per il mondo dell’infanzia li ho sempre avuti, infatti mi sono laureata in Scienze dell’Educazione. Così come la passione per il canto che coltivo da sempre, da quando mi ricordo, ho studiato canto per anni. Quindi la strada che mi prefiggevo di percorrere aveva a che fare con questi due mondi ed essere riuscita ad unirli per me è qualcosa di meraviglioso, di molto soddisfacente.
Cosa ami di più del tuo lavoro e cosa, ancora oggi, ti stupisce ogni volta che ti accade?
La cosa che amo di più è il contatto con i bambini, soprattutto quando c’è la possibilità di incontrarli di persona, quando faccio spettacoli a teatro. Online, ovviamente ricevo tantissimi messaggi, disegni, foto, percepisco l’affetto e l’entusiasmo, ma quando li vedo dal vivo cantare, ballare, scatenarsi, capisco veramente che tutto quello che faccio è arrivato, che è piaciuto e viene apprezzato. La cosa che mi sorprende ogni volta, sicuramente è quando mi arrivano messaggi da parte di genitori di bambini con bisogni speciali che mi dicono che hanno imparato tante cose con le mie canzoni, che si divertono e sorridono con le mie canzoni, che gli hanno fatto compagnia anche nei momenti magari un po’ più difficili e questa per me è veramente la cosa più bella e anche che mi sorprende ogni volta che me le raccontano, rimango sempre molto toccata e sono cose che mi fanno anche ricordare che quello che faccio ha un senso e anche un’utilità per le altre persone.
Tu fai parte di una grande factory che è Alman Kids, come sono i rapporti con le tue colleghe della stessa squadra?
Ci conosciamo e quando ci capita di lavorare insieme, lo facciamo con piacere e penso anche molto bene. Con Daisy Dot abbiamo fatto diversi spettacoli, ma cercheremo di farne sempre di più. Diciamo che facciamo squadra, ci divertiamo e ci sosteniamo a vicenda. Stiamo crescendo insieme, e questo è molto bello.
Siete una squadra internazionale, c’è qualche cosa che usi tu di particolare, sapendo di riferirti al pubblico dei bambini italiani, rispetto a quello che fanno le tue colleghe che si rivolgono ai bambini di altri paesi? O per tutti i bambini di tutti i paesi vale lo stesso linguaggio?
Credo che ognuna metta il suo modo di essere, ma più che altro la propria esperienza nel parlare con i bambini, questo in tutti i paesi, ognuna con la propria creatività e il proprio modo di porsi.
Ma il rapporto con la concorrenza invece, com’è? C’è rivalità, per esempio, con Carolina?
È vero che ci rivolgiamo alla stessa fascia di pubblico, ma credo che Carolina sia bravissima e abbia fatto cose bellissime. Spero un giorno di incontrarla per farci due chiacchiere e confrontarmi perché penso che lei faccia cose ottime.
Quindi non la senti questa rivalità?
Non ho mai sentito di essere in concorrenza o in rivalità con nessuno. In realtà io sento solo la rivalità con me stessa, nel senso che sono molto concentrata sull’obiettivo di migliorarmi sempre, guardo sempre a quello che ho già fatto con l’intenzione di farlo ancora meglio. Gli altri li guardo, ma li guardo con molta ammirazione, li stimo tantissimo, Carolina e tanti altri, perché dietro quello che facciamo c’è molto più lavoro di quello che si vede.
E cosa vorresti che il pubblico sapesse del vostro lavoro, che non sa?
Il pensiero, il lavoro e la professionalità che c’è dietro ogni canzone o dietro lo spettacolo: gli autori, la produzione, il tanto studio che c’è dietro ogni minimo dettaglio. C’è tanto lavoro che non viene visto ma è quello che poi dà il risultato finale di qualcosa che arriva al pubblico. Spero che arrivi al pubblico il fatto che quando saliamo sul palco siamo lì perché lo vogliamo e perché per arrivarci e regalare loro uno spettacolo piacevole è perché ci siamo impegnati tanto.
Nel vostro lavoro intervengono anche consulenti esperti di infanzia?
Si certo, noi abbiamo una pedagogista che ci dà indicazioni su cosa è meglio dire o non dire e una conseguenza di questo è che i genitori mi raccontano che si fidano a lasciare i bambini e le bambine davanti ai miei video, pur non avendoli mai visti. E questo è un risultato che si può raggiungere solo quando si lavora con cognizione di causa. Ci assicuriamo che qualsiasi cosa arrivi dai miei video e dalle mie canzoni sia un messaggio giusto e pulito per i bambini.
La fascia di età più forte dei bambini che seguono Lucilla Kids qual è?
Da 0 ai 6 anni, quindi dai piccolissimi ai bambini che si affacciano alla scuola elementare. Negli spettacoli dal vivo, la maggior parte dei bambini che viene a vedermi ha tra i 3 e i 6 anni, ma spesso ci sono anche bambini più piccoli, perché anche se non capiscono tutte le parole hanno comunque modo di divertirsi con la musica, i colori e i balli. Quindi anche i più piccoli possono venire a teatro, e penso che sia una cosa bellissima. Il teatro può essere un posto strano per i bimbi, che non sono abituati a entrarci, ma è anche il posto in cui possono vedere dal vivo e con i loro occhi la magia accadere.
Tu sei famosissima tra questo pubblico così speciale, che rapporto hai con questa fama così particolare?
La vivo in modo molto tranquillo, perché è un campo in cui anche la popolarità è una cosa "familiare". Non ho particolari problemi nel rapportarmi con le famiglie che mi seguono, anzi. Mi trovo benissimo, sono tutti carini e gentili. Sono felicissima di questa cosa, e mi dà tanta soddisfazione.
Tu da bambina invece, cosa guardavi? C’è qualcosa che amavi seguire all’epoca che poi ti ha ispirato nel tuo lavoro?
Sì, anche da piccola viaggiavo tantissimo con la fantasia e mi immaginavo esplorare mondi fantastici e particolari. Guardavo la Melevisione, guardavo le Winx, mi piaceva molto di immaginare di essere una fatina, di viaggiare in un universo magico ed è un po’ quello che ora cerco di fare anche nei miei spettacoli, permettere ai bambini di far viaggiare la fantasia e magari stimolarli a usare l’immaginazione anche per imparare.
A chi non la conosce, come definiresti Lucilla Kids usando solo tre parole?
Mi definirei prima di tutto…solare (ride)! Poi divertente, e infine userei la parola preparata perché insomma, cerchiamo di esserlo sempre.
Halloween ormai è una festa molto amata dai bambini anche in Italia, cosa hai preparato per viverla con il tuo pubblico?
Sto portando in giro per i teatri uno spettacolo a tema, ma con un obiettivo particolare: insegnare ai bambini ad affrontare le loro paure che non sono sempre così terribili come sembrano. Nel senso che, se conosciamo meglio qualcosa che ci spaventa, poi smette di farci paura. Conosciamo tanti mostri di Halloween che all’inizio sono un po’ strani ma poi, pian piano che li conosciamo scopriamo che ognuno ha il suo carattere e alla fine, sono pure simpatici! E quindi va a finire che anche loro ballano, si divertono, e i bambini li adorano. Quindi il tema è conoscere ciò che ci spaventa per superare le nostre paure ed è un tema che va oltre Halloween, ma Halloween è sicuramente l’occasione per proporre uno spettacolo con questo fine.
E tu, qualche paura da battere ce l’hai?
No, più che paura ogni volta che salgo sul palco sento forte l’adrenalina, è una tensione ma buona, perché mi fa concentrare per dare il meglio.
Tu sei famosissima, ma mantieni una privacy blindata, si sa pochissimo di te oltre al tuo lavoro, come fai?
Io vengo dal Sole e arrivo sulla terra per cantare e ballare con tutti i bimbi, poi me ne rivado sul Sole. E quando sono sul Sole posso riposarmi, studiare, allenarmi, e quando riscendo giù sono carica e piena di energia.
Ma sul Sole ci nascondi un fidanzato?
No assolutamente. Sul Sole sono da sola: non c’è fidanzato, non ci sono genitori né amici, perché devo caricarmi e prepararmi.
Ma svelaci almeno: il tuo colore originale di capelli qual è?
Il rosso!
