Affari Tuoi beffato, La Ruota della fortuna è ‘infinita’. Polemiche per lo stratagemma di Gerry Scotti: “Mezz'ora buttata”
Mediaset trova uno stratagemma per spingere gli ascolti de La Ruota della Fortuna e superare la concorrenza, ma i social non ci stanno e criticano il preserale allungato.

Una puntata che sembrava non finire mai, quella andata in onda ieri sera su Canale 5. Mentre su Rai 1 Carlo Conti era già partito con Tale e Quale Show, Gerry Scotti era ancora impegnato con il gioco finale delle tre buste di La Ruota della Fortuna. Un episodio che ha fatto discutere parecchio e che in molti hanno interpretato come l’ennesima mossa strategica di Mediaset per spingere in alto i dati Auditel e superare nei numeri Affari tuoi.
La ruota della fortuna contro Affari Tuoi: sfida a colpi di minuti
Non è la prima volta che Mediaset gioca con il tempo così. Ma questa volta la tattica è stata fin troppo evidente: la puntata di La Ruota della Fortuna si è allungata di circa dieci minuti rispetto alla concorrenza, arrivando a sfiorare le 21.50. Dieci minuti che nel mondo della TV possono fare la differenza, soprattutto quando si tratta di prime serate che si sovrappongono per pochi istanti. La strategia è chiara: trattenere il pubblico il più possibile, portarlo dritto alla fascia oraria di punta, e magari sottrarre qualche spettatore prezioso alla Rai. Una scelta che, almeno sul piano numerico, ha dato i suoi frutti: La Ruota della Fortuna ha ottenuto 4.819.000 spettatori con il 24.3% di share, contro i 4.556.000 (23%) di Affari tuoi. Tuttavia, se si confrontano i dati "in sovrapposizione", cioè quelli che tengono conto del periodo in cui i due programmi sono andati realmente in onda nello stesso momento, il risultato cambia: un sostanziale pareggio, con La Ruota e Affari tuoi entrambe ferme intorno al 23,4% di share.
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Entra nel canale WhatsAppIl pubblico social fa scoppiare la polemica contro lo show di Gerry Sotti
Sui social, intanto, è esplosa la polemica. Su X decine di utenti hanno segnalato il ritardo dell’inizio della prima serata di Canale 5, lamentando una programmazione ormai "fuori controllo". "Comunque mi chiedo perché prolungare La Ruota della Fortuna di quasi dieci minuti in più rispetto ad Affari tuoi? L’unica risposta più ovvia è quella di far gonfiare lo share", scrive un utente, raccogliendo decine di like. Un altro aggiunge: "Raga, per me la prima serata dovrebbe andare al massimo dalle 20 alle 21. Sta cosa che finisce alle 22 è normale? Non è possibile che dobbiamo andare a dormire ogni volta dopo mezzanotte per vedere la serie o il film successivo per intero". C’è anche chi accusa la rete di "presa in giro", perché, come sottolineano: "Da guida TV le prime serate dovevano iniziare rispettivamente alle 21:30 e alle 21:20. Neanche l’onestà di segnare gli orari reali".
Un gioco di strategia sempre più scoperto
Dietro il sorriso di Gerry Scotti, si nasconde una partita molto più complessa di quanto sembri. La battaglia del preserale è diventata una vera guerra di logoramento tra Rai e Mediaset, dove ogni minuto in più o in meno vale punti preziosi di share e milioni in pubblicità. È un confronto che ormai sta ridisegnando l’intera fascia oraria televisiva italiana: la cosiddetta "access prime time" non è più solo un momento di transizione, ma la nuova frontiera della prima serata, con programmi sempre più lunghi e spettatori che, inevitabilmente, si ritrovano davanti alla TV fino a tardi.
Un equilibrio sempre più sottile
Che Mediaset abbia ottenuto una vittoria numerica è fuori discussione, ma resta da capire a che prezzo. Le critiche online, l’irritazione del pubblico e la crescente percezione di "manipolazione" rischiano di ritorcersi contro la rete nel lungo periodo. Per molti, infatti, La Ruota della Fortuna avrebbe potuto vincere anche senza ricorrere a simili tattiche. Ma nel mondo della televisione moderna, dove ogni decimale di share conta, anche dieci minuti in più possono diventare un’arma potentissima. E così, mentre su Rai 1 Stefano De Martino salutava il pubblico col sorriso, Gerry Scotti teneva il pubblico con il fiato sospeso ancora per qualche giro di ruota. Una battaglia di orologi più che di contenuti, che lascia una domanda inevitabile: fino a che punto si può spingere la strategia prima che il pubblico inizi a stancarsi davvero?
