Simone Montedoro, da Don Matteo a Il Paradiso delle Signore: "Il mio Fulvio racconta che dal fallimento ci si può rialzare"
Libero Magazine intervista Simone Montedoro, l'attore ex Don Matteo è la new entry più attesa nel cast de Il Paradiso delle Signore: ”Vi racconto chi è Fulvio”

"Toh, chi si rivede! " Potrebbero essere in molti, a partire dall’8 settembre a pronunciare, o almeno a pensare questa frase, guardando la prima puntata della nuova stagione de Il Paradiso delle Signore. Tra le grandi novità delle nuove puntate della storica soap opera del pomeriggio di Rai Uno c’è infatti una new entry che è un volto popolare e amatissimo del mondo delle fiction e non solo. Stiamo parlando di Simone Montedoro. L’attore, classe 1973, è diventato carissimo al grande pubblico nel 2008 quando è stato chiamato a interpretare il capitano della stazione dei Carabinieri di Don Matteo, succedendo al primo detentore di quel ruolo, ovvero l’Anceschi di Flavio Insinna.
Ma tra le esperienze nel curriculum di Montedoro ci sono anche Distretto di Polizia, Il Commissario Montalbano e Un Medico in Famiglia. Poi tanto cinema e teatro e ora un nuovo impegno in tv in una serie amatissima- Nella nuova stagione de Il Paradiso delle Signore, lo vedremo vestire i panni di Fulvio Rinaldi, padre della ventenne Caterina ed ex fornitore del magazzino che, dopo il fallimento della sua azienda, per andare avanti accetterà un posto da magazziniere. Un ruolo sfaccettato per un grande ritorno in tv e l’inizio di una nuova avventura professionale, di cui ci facciamo raccontare di più in questa intervista.
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Entra nel canale WhatsAppIl Paradiso delle Signore, Simone Montedoro entra nel cast: "Felice di tornare in Rai"
Simone Montedoro, a settembre ti vedremo fare un grande rientro in tv con Il Paradiso delle Signore
Diciamo che non ne sono mai uscito. Sicuramente negli ultimi anni mi sono dedicato tantissimo al teatro, un po’ per scelta e un po’ per dinamiche lavorative. Naturalmente sono molto felice di questa nuova esperienza e di tornare in un progetto televisivo così importante.
Come è andato il primo impatto con il mondo de Il Paradiso delle Signore?
Ma benissimo, io mi sono sentito sin da subito accolto a braccia aperte, spalancate da questo mondo del Paradiso. Con Gianandrea Pecorelli, il produttore, avevo già lavorato, avevamo fatto insieme "Matrimoni e altre follie" che ricordo come una bellissima esperienza. Quindi tra i fattori che mi hanno spinto verso questo nuovo progetto c’è sicuramente Gianandrea, il suo modo di lavorare, la sua perseveranza, ma anche e soprattutto l’attenzione e la cura che mette in ogni minimo dettaglio. Non potrei essere più contento di riapprodare in Rai. E di riapprodarci con questo ruolo e in questa produzione così amata e importante per la prima rete.
Cosa ci dici di Fulvio Rinaldi, il tuo personaggio?
Intanto, dico che spero piaccia al pubblico. Fulvio ha una storia bella sostanziosa alle spalle e anche davanti a sé. Si tratta di un imprenditore che deve reinventarsi dopo essere stato costretto a chiudere la sua azienda. È un uomo che è caduto e che si rialza, e attraverso di lui portiamo anche un bel messaggio, molto attuale. All’epoca in cui è ambientato Il Paradiso delle Signore forse c’era un po’ più di solidarietà tra le persone, e questo lo raccontiamo. Adesso mi pare che questa voglia di aiutarsi ci sia molto meno, quindi il personaggio di Fulvio con la sua storia spero sia una sveglia su questo tema, un esempio positivo per il pubblico. I giorni nostri credo siano molto più crudeli e difficili, anche proprio nel campo dell’imprenditoria, che è popolata da squali: o ci sei e stai al passo, oppure vieni tritato. Penso sia anche molto più difficile avviare un’impresa: ci sono tantissime difficoltà che prima non è che non c’erano, ma erano più leggere, e poi, quello che dicevo prima, un tempo c’era maggiore disponibilità a fare squadra. E io sono contentissimo di raccontare questa storia.
A Fulvio viene detto, durante la prima puntata "se hai un fallimento alle spalle, non vuol dire che tu sia un fallito", ma per te cosa è il fallimento?
Mah, credo non sia mai morte o fine. Il fallimento è un momento in cui può esserci comunque una speranza, la speranza di ricostruirsi, facendo tesoro degli errori fatti in passato. Per questo, se vissuto con maturità può diventare anche un passaggio prezioso. Se guardi indietro e individui i tuoi errori, anche se è una cosa dolorosa, quando troverai il coraggio di darti una seconda chance sicuramente non li ripeterai. Il fallimento spesso è solo una prova che non è andata a buon fine, ma può essere un buon inizio per migliorarti.
Fulvio ha anche una figlia ventenne, Caterina, dalla prima puntata che abbiamo visto ci sembra un rapporto particolare, cosa puoi dirci?
Il rapporto con la figlia per Fulvio è fondamentale. Lui è molto protettivo con questa ragazza, anche perché sua moglie è morta e lui si ritrova a farle da padre e da madre, cosa complicata, ma anche Caterina sarà importante per l’evoluzione di Fulvio. Come chiunque ha figli sa, me compreso, quando diventi genitore cambia tutto: aumentano le responsabilità e si modificano le priorità, cambi tu stesso, perché prima di tutto metti loro. Quindi, ancora di più, se la vita ti mette davanti una sorpresa amara o un fallimento, puoi trovare le motivazioni nel darti da fare per rialzarti e risalire la china.
In cosa somiglia Simone Montedoro a Fulvio?
La sua determinazione un po’ mi appartiene, credo. Poi di Fulvio mi ha molto colpito il rispetto dell’umanità delle persone: è la cosa che ammiro di più di lui. Anche nel suo periodo buio, nei momenti più difficili, lo vediamo pronto a tendere la mano per aiutare gli altri, quando serve.
Tu sei stato a lungo protagonista di un’altra grande produzione Rai, Don Matteo, che differenze hai trovato tra i due set?
Sono due prodotti diversi, quindi anche dal punto di vista del lavoro dell’attore ci sono differenze. Il Paradiso delle Signore è un altro tipo di prodotto rispetto a Don Matteo, è una soap opera, ha altri ritmi, che sono parecchio serrati, e anche altre dinamiche di registrazione. C’è tanto lavoro che viene fatto prima di girare, i tempi sono stretti ma ben calcolati, e tutta questa macchina consente anche all’attore di lavorare al meglio nonostante la mole importante di scene.
Il Paradiso delle Signore lo conoscevi, lo avevi seguito come spettatore?
L’ho seguito un po’ quando c’erano degli amici che ci lavoravano, quindi l’avevo visto in passato. E anche da casa mi aveva colpito questa attenzione al dettaglio, la ricostruzione di un’epoca storica affascinante, gli intrecci della trama e la qualità del prodotto. Proprio per questo, quando mi hanno detto che c’era la possibilità di fare un provino, dico la verità, mi si è illuminato il cuore.