Garlasco in TV, la richiesta di arresto di Sempio mette a rischio Venditti: "Mancavano gli elementi per ordinarla"
Nuove carte emergono Garlasco, che compromettono la posizione di Venditti: dalla richiesta iniziale di arresto di Sempio alle novità sulle presunte tangenti.

Il caso Garlasco continua a riempire le cronache giudiziarie e televisive. Nella puntata di Mattino Cinque si è tornati a parlare del fascicolo che da anni divide opinione pubblica e addetti ai lavori, con un nuovo documento che aggiunge un tassello importante e, per certi versi, sorprendente. Dalle carte emergerebbe infatti che il procuratore Mario Venditti, all’inizio delle indagini, avrebbe valutato l’ipotesi di arrestare Andrea Sempio. Una rivelazione che ha subito acceso il dibattito in studio, riaprendo un tema mai del tutto sopito.
Mattino Cinque: il documento di Venditti e le anomalie riscontrate
Nel corso della trasmissione, i giornalisti e gli esperti presenti hanno analizzato il contenuto del documento. Si tratta, come ricordato in diretta, di un atto pieno di punti poco chiari. Secondo quanto spiegato, una richiesta di arresto, a quel tempo, sarebbe stata difficile da sostenere: gli inquirenti non avevano elementi concreti per procedere in quella direzione. Eppure Venditti avrebbe considerato l’idea, salvo poi virare verso una proroga delle indagini. Una scelta che oggi molti ritengono significativa, anche alla luce delle indagini successive sul presunto giro di denaro legato al caso.
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Entra nel canale WhatsAppCaso Garlasco: i venti giorni che fanno discutere
Un altro dettaglio sottolineato in studio riguarda la durata della proroga: venti giorni. Pochi, ma quanto basta per sollevare dubbi. Come ricordato, è lo stesso periodo in cui furono realizzate le intercettazioni, Umberto Brindani, in studio, considera la possibilità che la richiesta di proroga potesse nascondere altre finalità, come permettere la circolazione di denaro, considerando le recenti ipotesi della pista sulla corruzione. L’avvocato Gallo, difensore di Massimo Lovati, ha ricordato che a suo parere Venditti era totalmente convinto della colpevolezza di Sempio, tanto da ritenere sufficienti le intercettazioni per valutare un arresto. Una convinzione che, se confermata, getterebbe nuova luce sul modo in cui furono condotte le indagini.
Le due versioni a confronto
Non manca, naturalmente, la voce della difesa di Giuseppe Sempio, altra parte coinvolta nelle indagini. In un’intervista recente, il suo legale ha ribadito che il proprio assistito respingerebbe ogni accusa e avrebbe fornito spiegazioni puntuali e documentabili. La procura si trova così davanti a due narrazioni inconciliabili: da un lato chi parla di un impianto investigativo lacunoso e potenzialmente influenzato da fattori esterni, dall’altro chi difende la legittimità delle mosse della Procura.
La pista della corruzione: nuove evidenze in campo
Nel frattempo, prosegue anche la parte dell’inchiesta che riguarda i presunti pagamenti illeciti tra la famiglia Sempio e lo stesso Venditti. Si parla di somme che oscillerebbero tra i venti e i trentamila euro, accompagnate da appunti e biglietti che proverebbero una possibile trattativa per ottenere l’archiviazione delle indagini su Sempio. Una pista, quella della corruzione, che si intreccia sempre più strettamente con la linea temporale dell’indagine.
