Garlasco, l'avvocato di Lovati punge: "Liquidato da Sempio in 10 secondi". Poi la 'verità' su scontrino e pizzino

Nella puntata del 24 ottobre di Quarto Grado l'intervista ad Andrea Sempio e le velate rivelazioni di Fabrizio Gallo, l'avvocato di Massimo Lovati: cosa è successo

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Nella nuova puntata di Quarto Grado, condotta da Gianluigi Nuzzi in prima serata su Rete 4 venerdì 24 ottobre 2025, si torna a parlare del delitto di Garlasco. Non mancano novità relative ai nuovi esami di Andrea Sempio chiesti dal medico legale Cristina Cattaneo, mentre l’avvocato di Massimo Lovati, Fabrizio Gallo, viene accusato di essere diventato l’accusatore per eccellenza dell’unico indagato (in concorso). Infine, in un’intervista passata Giuseppe Sempio, padre di Andrea, identifica l’ex Procuratore aggiunto Mario Venditti come Gip. Ecco cosa è successo nella puntata del 24 ottobre di Quarto Grado.

Garlasco a Quarto Grado, puntata 24 ottobre 2025: cosa è successo

La puntata comincia con un approfondimento sui nuovi esami a cui Andrea Sempio si è sottoposto il 24 ottobre 2025 nel laboratorio dell’Istituto di medicina legale per volere della Dottoressa Cristina Cattaneo, che ha verificato le misure del suo corpo nel complesso, quindi statura e peso, e nelle sue singole parti, dalle gambe alle braccia. Tutto questo servirebbe per valutare se fosse stato Sempio a colpire Chiara e, per quanto riguarda le braccia, per capire se sono compatibili con la traiettoria dei colpi, così come l’altezza, la potenza muscolare per verificare se corrisponde alla forza impressa e persino la lunghezza dei piedi per capire se Sempio potesse aver usato scarpe diverse dal numero 44, o se la sua postura nel passo possa aver ingannato gli investigatori sulla misura.

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Andrea Sempio, nel servizio, si dice tranquillo e il suo nuovo avvocato lo è ancora di più: "Non abbiamo nulla da nascondere". La nuova genetista di Sempio, Marina Baldi, commenta: "Ci saranno differenze consistenti, ma anche i mezzi adeguati per poterle valutare. Farà delle modifiche in base agli anni che sono passati e al diverso tipo di corporatura. Quel Dna sotto le unghie di Chiara potrebbe anche appartenere al ceppo familiare dei Sempio, tenendo presente che si tratta di un cromosoma Y e quindi non identificativo del soggetto. Ci possono essere altri nuclei familiari che possono avere una Y simile. Il quantitativo del Dna non è così elevato da giustificare una difesa, quindi mi dà più l’idea della contaminazione". Ma Carmelo Abbate ricorda che per gli inquirenti era un Dna da contatto.

Poi l’inviato Giammarco Menga svela a Quarto Grado: "Sottoposto alla misurazione di tutte le parti del corpo, con un focus particolare su caviglie e piedi in relazione proprio all’impronta della scarpa. Queste misurazioni sono anche utili a capire qualcosa in più sull’impronta 33 lasciata sul muro, che per la consulenza della Procura rimane dell’indagato". Subito dopo si passa a parlare del supertestimone: questa persona dice che lo scontrino non sarebbe di Andrea Sempio né della sua famiglia, perché in realtà è suo, e che quindi si tratterebbe solo di una macchinazione. "Non è lo scontrino falso, ma l’alibi", sottolinea l’avvocato di Massimo Lovati, Fabrizio Gallo. Poi la ricostruzione della giornata in cui è avvenuta la morte di Chiara Poggi e qui viene ricordato che nel 2007 i cellulari agganciavano le celle solo quando partiva un messaggio o una chiamata, ma Andrea Sempio quella mattina risulta essere sempre a Garlasco, mai a Vigevano. C’è da evidenziare però che le celle al tempo prendevano anche in tutta la campagna circostante e che quindi Sempio potrebbe aver mandato un messaggio mentre si trovava in macchina per giungere a Vigevano. "Ma se non ci fosse mai andato?" è la domanda che si pongono nel servizio mandato in diretta. Subito dopo si ricorda anche il secondo scontrino, quello che risale al 14 agosto 2007, il giorno dopo l’omicidio di Chiara.

Si passa a parlare della situazione di Massimo Lovati, ex difensore di Sempio, e il suo avvocato, Gallo, sottolinea: "A Brescia non è indagato, a Milano sì, per diffamazione aggravata. Se fosse indagato anche lì, sarebbe grave la formulazione d’accusa, sarebbe concorso in una corruzione. Che venga sentito a Brescia è una cosa possibile. Lovati potrebbe mettersi a disposizione dei magistrati a Brescia, se sentito come persona informata sui fatti potrebbe rinunciare al segreto professionale. Lui chiarirà ogni dubbio". Poi Gianluigi Nuzzi lo incalza sulla coincidenza tra l’ultima testimonianza sullo scontrino e la dichiarazione dell’avvocato Gallo sul fatto che esso non costituirebbe un alibi per Sempio, che sarebbe ‘falso’.

Questo il punto di vista di Fabrizio Gallo: "Non voglio parlare di Sempio, credo sia una coincidenza perché sarebbe avvenuta comunque questa cosa: se lei chiede a uno studente di giurisprudenza di descrivere o quantomeno se fosse opportuno fare ciò che ha fatto Sempio, cioè presentare uno scontrino quando non te lo chiedono, non sei indagato… Uno scontrino che ha un orario che coincide con quello, individuato in precedenza, della morte di Chiara (10:30-12:00, ndr), costituendoti un alibi. E poi non fornisci dei riscontri esterni, non hai nessuna prova che tu stai a Vigevano e, nonostante la cella possa agganciare il telefono quando fai un tentativo di chiamata, mi devi dire perché c’è proprio un buco in quell’ora, perché coincide perfettamente e chi sapeva dell’orario della morte di Chiara. Lo scontrino viene depositato nel 2008, ma chi sapeva l’orario stabilito del decesso? Questo supertestimone è una persona che conosce i fatti, Sempio, quello che è successo e forse la sua posizione. Strano che il supertestimone si presenti dopo 18 anni? Beh, se mi vengono a chiamare loro è un conto, se mi presento spontaneamente avrò qualche beneficio, cambia a livello processuale".

Non manca un’intervista in cui sentiamo Andrea Sempio commentare l’esistenza di questo supertestimone: "Gira la voce che una persona è andata a parlare dicendo che lo scontrino non è mio e che può documentare questa cosa. Sono curioso di vedere come lo farà, è una cosa falsa, una balla. Non so chi sia questa persona, se esista davvero, ma lo vedremo. Stanno uscendo un sacco di notizie che sono campate per aria, basate sul nulla e durano due settimane. Immaginando di essere andati lì apposta per prendere lo scontrino, cosa avrei fatto? Ho girato per la piazza cercando per terra uno scontrino il cui orario coincidesse con quello? Capisco che faccia scena sui giornali, ma è una roba tirata per i capelli".

Subito dopo si sofferma sull’avvocato Massimo Lovati, fino a un paio di settimane fa suo difensore: "Non c’è Lovati dietro a questa cosa dello scontrino, non l’ha preso lui, non si presterebbe a questo tipo di gioco. Non c’è nessun segreto su di me che Lovati sa e che potrebbe rivelare, e lui comunque continua a difendermi e nei suoi confronti provo sempre rispetto, stima e affetto, perché sono almeno 10 anni che andiamo avanti. La cosa che mi è pesata di più è tutta la parte mediatica, quello che ti fa andare fuori di testa sono tutte le balle che vengono fuori e su cui sei costretto a difenderti. Se ti difendi entri nel gioco, se non lo fai ti dicono: ‘Ma perché non ti difendi?’ E’ quella la parte pesante". La parola passa poi all’avvocato di Massimo Lovati, Fabrizio Gallo, che commenta: "Che ci sia stato un rapporto tra di loro e che ci sia rimasto male, non c’è dubbio. Lovati da quel giorno è cambiato. Già non è bello quando un cliente liquida con una chiamata di 10 secondi… E’ rimasto male, non se lo sarebbe mai aspettato, processualmente lo ha sempre protetto".

Non può mancare un blocco dedicato ai 60mila euro che la famiglia Sempio ha ritirato in contanti per pagare – dicono – gli avvocati e all’accusa per corruzione in atti giudiziari rivolta all’ex Procuratore aggiunto Mario Venditti, che si dice completamente estraneo alla vicenda. L’avvocato Lovati è stato l’unico a dichiarare di aver preso soldi per la difesa di Andrea, mentre Grassi e Soldani dicono di non aver mai ricevuto un compenso. Il difensore di Massimo Lovati, Gallo, commenta: "Se porto soldi in un determinato studio, non è che gli altri due avvocati siano passacarte, avevano anche loro il diritto di prenderli. Perché dicono di non averli presi? E’ logica una cosa del genere? La famiglia di Sempio dice di aver portato i soldi a un avvocato e gli altri non li prendono? Erano spese legali di tutti e tre, oltre ai consulenti. Il pagamento è legittimo".

Tra l’altro, nello stesso servizio, riguardante anche i due pizzini trovati a casa dell’indagato, viene ricordato che in una puntata del 2017 di Quarto Grado Giuseppe Sempio, padre di Andrea, aveva identificato Venditti quale ‘Gip’, come segnato nel primo pizzino. Per quanto riguarda il denaro e in particolare il cambio di versione del padre sul primo pizzino (prima dice che sono 20/30 euro e poi a verbale fa mettere 20/30mila euro), Andrea Sempio dichiara: "Non c’è mai stato nessun pagamento da parte di trasmissioni in cui sono stato e penso che sia anche facile da verificare. Il discorso della corruzione al Magistrato non ha senso, non tornano le cifre, anche perché non era lui a poter decidere tra un’archiviazione o meno. Secondo me, mio padre sul pizzino si è semplicemente confuso. E’ come quando escono fuori mie intercettazioni e mi dicono ‘cosa intendevi con ‘domani vado lì?’ E cosa ne so dopo 10 anni. Lì si è confuso, anche perché nel giorno dell’ultima perquisizione hanno trovato anche un foglietto in cui mio padre ha annotato tutte le cifre che sono state date agli avvocati in quel periodo. In quel foglio mio padre si è segnato le spese in migliaia, quindi quando vuole scrive bene le cifre, quando segna 20/30 è per dire 20 o 30 euro. Per quanto riguarda il verbale, sul momento gli è uscita così e bona".

Poi Sempio ribadisce a chi sarebbero finiti quei 60mila euro: "Solo Lovati dice la verità in questo caso, erano soldi per tutti gli avvocati. Noi in quel momento eravamo travolti dalla situazione e, non avendo mai avuto a che fare con difensori prima, tu non lo sai. Ti dicono quanto devi pagare e dai i soldi". Questa parte di intervista si conclude con un commento sull’avvocata Angela Taccia: "L’avvocato Taccia, in particolare ‘Angela’, per me è tutto in questo momento". In seguito, Umberto Brindani, Direttore di Gente, ricorda che nel 2017 non c’erano carte da ritirare a gennaio 2017, ad eccezione dell’analisi del generale Garofano a fine gennaio, e chiede al legale di Lovati: "Come arriviamo a 60mila euro? Come si fa a pagare 60mila euro per tre settimane di lavoro?". "Ma non è solo ‘prendere le carte’, un avvocato va dal cliente. Gli studi americani per 5 chiamate ti chiedono 5mila euro. Voi capite che come vengono meno gli onorari di due avvocati si crea il dubbio della corruzione? Eh!" commenta Gallo. Poco dopo quest’ultimo viene accusato da un ospite di essere diventato il principale accusatore di Andrea Sempio e dei suoi familiari negli ultimi giorni, collegandosi alle sue recenti dichiarazioni sullo scontrino, ma Fabrizio Gallo non ha modo di difendersi perché interviene Carmelo Abbate, che sottolinea: "Il vero problema è che il verbale è tecnicamente falso (quello fatto il giorno in cui gli hanno chiesto di portare lo scontrino, ndr)". E l’avvocato Gallo gli fa eco: "E certo!". E aggiunge: "Io non voglio accusare Sempio, non mi permetterei mai di farlo, non credo ci sia stata corruzione". Gianluigi Nuzzi, un po’ ironico dal tono di voce, risponde al legale di Lovati: "No, assolutamente, ci mancherebbe, nessuno sta pensando a casa che lei sta tirando qualche freccetta sulla fronte di Sempio".

Chi è il Maurizio nominato dai genitori di Andrea Sempio? Che ruolo ha quest’uomo? Perché ha chiesto delle indagini? In un’intercettazione si sente Daniela Ferrari: "E’ venuto Maurizio tutto sottovoce". Se l’avvocato di Massimo Lovati, Fabrizio Gallo, sembra sicuro che si tratti del carabiniere Pappalardo (molto improbabile), Quarto Grado è passata all’attacco: ha intercettato un uomo di nome Maurizio che lavorava con quest’ultima, ma dice di non aver mai parlato con la madre di Andrea della situazione del figlio. Subito dopo Sempio difende la mamma: "E’ semplicemente una persona che lei conosce e che le ha fatto la domanda sull’avvocato Tizzoni. Gliel’hanno chiesto dopo averle ribaltato la casa, quando ti trovi in quella situazione non è così facile, sciolto, lucido da riuscire a rispondere subito perfettamente. Tutto lì". Pare chiaro comunque che il Maggiore dei carabinieri Maurizio Pappalardo, a processo per corruzione e stalking, non c’entri nulla con la persona citata dalla Ferrari.


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