Garlasco, Gianluigi Nuzzi deluso: "Non ce l'ha detto". E il nuovo avvocato di Sempio svela: "Ecco perché è innocente"

Nella puntata del 17 ottobre, tante novità sul delitto di Garlasco e le parole del nuovo avvocato di Andrea Sempio in diretta a Quarto Grado: cosa è successo da Nuzzi

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Nella nuova puntata di Quarto Grado, condotta da Gianluigi Nuzzi in prima serata su Rete 4 venerdì 18 ottobre 2025, si torna a parlare del delitto di Garlasco. Non mancano novità sulle SIT del padre di Andrea Sempio, né confronti sulla consulenza Linarello e gli altri documenti secretati. Inoltre, ascoltiamo un’intervista inedita di Massimo Lovati, ormai ex avvocato dell’indagato.Tante parole e una verità ancora lontana, ma intanto ecco cosa è successo nella puntata del 18 ottobre di Quarto Grado con gli avvocati di Andrea Sempio, Angela Taccia in studio e il nuovo legale Liborio Cataliotti in collegamento video.

Garlasco a Quarto Grado, puntata 17 ottobre 2025: cosa è successo

In questo momento al centro dell’indagine su Andrea Sempio ci sono i movimenti bancari sospetti della famiglia dell’indagato per l’omicidio di Chiara Poggi: prelievi il cui importo totale è di 35mila euro, soldi che sarebbero finiti nelle mani degli avvocati (ma Soldani e Grassi, al tempo legali di Andrea, dicono di non aver ricevuto alcun compenso, l’unico a confermare di aver ricevuto soldi è Lovati, che ora non è più il suo avvocato). A Quarto Grado viene ricostruito il percorso dei movimenti di questi soldi e mostrato quanto è stato detto dal padre di Sempio alle SIT in merito agli spostamenti di denaro. Per esempio, nel video si ricorda che Giuseppe Sempio ha chiesto a Patrizio, suo fratello, di cambiare un assegno da 5mila euro in contanti. Stando a quanto emerge, non avrebbe prelevato i soldi personalmente perché "mi pare che avessimo superato il limite di prelievo in contante mensile". Gli accertamenti degli inquirenti però hanno dimostrato che questa motivazione è inverosimile perché non risultano dei prelievi fatti a febbraio 2017.

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Si passa a una delle prove della presunta corruzione dell’ex Procuratore aggiunto Mario Venditti, ovvero l’appunto con scritto sopra ‘Venditti, Gip, Archivia x 20. 30. euro’. Mentre la scorsa settimana a Quarto Grado Giuseppe Sempio aveva detto che "se fosse stato 20mila o 30mila euro, ci sarebbe stata scritta un’altra cifra, perché ci arrivo a scrivere queste cose", alle SIT cambia versione. "Doveva essere una previsione di spesa che avevamo fatto noi a casa su quanto avremmo dovuto pagare gli avvocati alla fine della faccenda", ha detto il padre di Sempio agli inquirenti. Quindi, per la prima volta, conferma che si trattava di una somma pari a 20mila/30mila euro quella segnata sul foglietto. Poi l’attenzione si focalizza su l’altro foglietto trovato nella stanza di Andrea Sempio in cui si leggono i nomi "Garofano" (l’ex generale e consulente dell’indagato) e "Lovati", ora sollevato dall’incarico ma prima avvocato di Andrea e, pare, l’unico dei tre difensori pagato per la sua professione nel 2017.

La linea passa allo studio, dove a commentare c’è l’immancabile Carmelo Abbate: "Secondo me, parlare ora di 20/30mila euro è ammettere l’evidenza, andando a smentire clamorosamente l’avvocato Lovati, perché il padre di Sempio dice che hanno portato i soldi nello studio di Soldani e che li hanno dati sempre a lui. Non parla mai di soldi consegnati a Lovati, quindi quando quest’ultimo si attribuisce pagamenti di soldi ‘in nero’, Giuseppe Sempio non lo conferma. Il problema è che Soldani e Grassi smentiscono dicendo di non aver mai preso un euro". A questo punto Gianluigi Nuzzi ricorda ad Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, che il padre dell’indagato ha praticamente smentito quanto da lei detto sui soldi delle marche da bollo. L’avvocata sottolinea: "La mia era solo un’ipotesi. Io all’epoca non c’ero. Non l’avessi mai detto! Visto che non ero presente, non faccio più nemmeno ipotesi".

Il conduttore, poi, punta l’attenzione sulla nuova versione di Giuseppe Sempio per quanto riguarda l’appunto su Venditti, il Gip e l’archiviazione: "Io gli avevo creduto qui a Quarto Grado, ora praticamente ha fatto retromarcia, si legge sui verbali". La Taccia commenta: "Quei verbali non dovrebbero nemmeno essere pubblici. Non lo so, mi state ponendo una domanda a cui veramente io non so rispondere". Ma il conduttore chiarisce che non voleva essere una domanda e poi aggiunge: "Mi sembra inconsueto, se uno ha facilità a dire bugie in televisione, magari le dice anche altrove".

Subito dopo viene mostrata la tabella ministeriale del 2014 che va a regolare le parcelle sia dei civilisti sia dei penalisti. Scopriamo che il compenso finale per un’indagine preliminare si aggira tra i 3mila e i 9mila euro, a meno che non ci sia un accordo diverso tra le parti. L’esperto dice che il massimo può essere richiesto per un fascicolo importante come quello di un reato omicidiario. Considerando che nel 2017 gli avvocati di Andrea Sempio erano 3, per l’esperto in studio, se facessimo il conto della serva, avrebbe senso il range di 20/30mila euro segnato dal padre Giuseppe sul foglietto. Ma Soldani e Grassi hanno dichiarato di non aver percepito compenso, quindi qual è la verità?

Quando Gianluigi Nuzzi riprende la parola, parla di un gioco di sguardi con l’avvocata Angela Taccia, che spiega: "Sì, ci sono questi parametri. Poi dipende se uno applica il minimo, il massimo, il medio". Il conduttore chiarisce il suo punto di vista sulla questione: "Io penso che se siamo di fronte a una strage dove ci sono incidenti probatori da fare e un’attività difensiva importante, allora si possa arrivare ai massimi tabellari. Quella cosa lì in Procura a Pavia, nel 2017, è stata chiusa in poco tempo, ecco".

La situazione dell’ex Procuratore aggiunto Mario Venditti: il riesame

A Quarto Grado viene ricordato dall’inviata che "La terza sezione penale del Tribunale del riesame di Brescia ha annullato il decreto di sequestro nei confronti dell’ex Procuratore aggiunto Mario Venditti, che nel 2017 aveva archiviato l’indagine su Andrea Sempio. Nel documento si legge che i tre cellulari, i due tablet, i due hard disk, i due pc e le due chiavette non dovevano essergli sequestrati perché non è ben specificato cosa volessero cercare gli inquirenti all’interno di quei device, quindi non c’erano le parole chiave. E’ stato invece confermato il sequestro per tutto il resto, come l’agenda del 2017". Ma Carmelo Abbate chiarisce: "Il riesame non ha annullato il provvedimento di perquisizione e sequestro, il riesame ha annullato il sequestro dei materiali informatici". Secondo Grazia Longo, Venditti ha fatto bene a non svelare le password agli inquirenti, mentre l’ex PM Carmen Pugliese sottolinea che l’annullamento può avvenire per due motivi: "O nel merito o sotto l’aspetto formale. In questo caso mi sembra dovuta a una carenza della motivazione".

Andrea Sempio aveva le domande prima dell’interrogatorio?

Si passa a un nuovo video in cui viene ricordato un altro particolare importante. Gli inquirenti, infatti, si domandano se Andrea Sempio sapesse le domande dell’interrogatorio prima dell’incontro, anche visto la conversazione di oltre 40 minuti con l’ex maresciallo dei carabinieri Giuseppe Spoto e l’intercettazione in cui l’indagato ha detto al padre "ne abbiamo cannata una (la risposta dello scontrino, ndr)". Si finisce per arrivare anche alle telefonate notturne di Andrea a casa Poggi: nel rapporto investigativo della difesa di Stasi si legge che probabilmente erano chiamate che Marco Poggi faceva dal cellulare del suo amico. Questa stessa spiegazione viene suggerita a Sempio: "E loro mi fanno: ‘Non è che Marco ha chiamato a casa attraverso il tuo cellulare?’. Probabilmente sì, io mi ricordo che lui chiamava casa, però non ricordo se gli avevo prestato il mio cellulare o meno, può essere", dice Andrea alla madre in un’intercettazione del 9 febbraio 2025, il giorno prima dell’interrogatorio. Consultando il verbale dell’interrogatorio di Andrea Sempio, Quarto Grado ha scoperto che nessuno ha mai fatto a quest’ultimo la domanda sulle chiamate notturne a casa della famiglia Poggi. "A Sempio è stata data un’anticipazione sbagliata o si trattava solo di un’ipotesi dei suoi avvocati?" è la domanda che si pone l’inviato del programma.

Grazia Longo dà manforte all’ipotesi dell’inviato di Quarto Grado, dicendo che potrebbero essere stati gli avvocati a dire ad Andrea Sempio: "‘Guarda, potrebbero farti questa domanda’, e poi invece, al momento dell’interrogatorio, non è stata fatta". La Taccia dice di ricordare che "in una SIT del 2008 lo stesso Marco Poggi spiegò questa cosa alle autorità. Lui stesso aveva detto che potevano esserci delle chiamate dal cellulare di Sempio a casa Poggi perché quando uscivano dalla solita birreria, chiedeva a qualcuno di prestargli il telefono e a volte era Sempio a darglielo. Spesso c’ero anche io e ricordo che qualche volta era accaduto. Però erano in atti vecchi, non secretati, quindi gli avvocati avranno studiato le carte, visto i tabulati e chiesto delle chiamate notturne".

A Quarto Grado il nuovo avvocato Librorio Cataliotti sull’innocenza di Andrea Sempio nel caso di Garlasco

A Quarto Grado parla anche il nuovo avvocato di Andrea Sempio, Liborio Cataliotti, che sostituisce Massimo Lovati dopo la revoca dell’incarico. Il giornalista di Quarto Grado gli chiede se sia convinto dell’innocenza di Andrea Sempio? Questa la risposta di Cataliotti: "Ho ricevuto gli atti oggi. Ma vi chiedo: è normale che un difensore rivolga al proprio cliente delle domande anche quando non si sia in corso di interrogatorio? Oggi ho portato con me tre collaboratori del mio studio e lo abbiamo inondato di domande (non avendo ricevuto gli atti prima, si sono basati su quanto emerso dai programmi di attualità, ndr), quelle che verosimilmente si porranno gli inquirenti se torneranno a interrogarlo. Non è inusuale, in particolare nell’imminenza di un interrogatorio, che un avvocato che ha a disposizione gli atti sottoponga al proprio assistito quelle che prevede possano essere le domande, soprattutto quelle più scomode, che gli inquirenti gli faranno". Gianluigi Nuzzi chiede all’avvocato Cataliotti: "Quindi voi avete fatto un uno contro tutti dove avete fatto ad Andrea Sempio un fuoco di domande per pesare l’innocenza o la colpevolezza del potenziale cliente?". Subito dopo arriva la conferma: "Assolutamente sì, abbiamo fatto quello che voi definite, con un meritorio e azzeccato titolo, il ‘Quarto Grado’, non il terzo. In questo caso, siccome si gioca tutto su colpevolezza o innocenza, il parametro da misurare per accettare il mandato era proprio questo. Ovviamente l’abbiamo misurato nei limiti di ciò che potevamo fare in circa tre ore di confronto serrato con Andrea Sempio".

In un secondo momento il conduttore gli chiede: "Ci saranno dei cambiamenti nella linea difensiva rispetto a quella dell’avvocato Lovati?". E Cataliotti coglie l’occasione per ringraziare Massimo Lovati: "Ci tengo a ringraziare, a nome del mio assistito, il collega Lovati che, in modo prezioso e deontologicamente ineccepibile, ha svolto il proprio mandato difensivo nelle aule di giustizia. Ho anche avuto modo di verificare che ha speso parole di elogio nei miei confronti, parole delle quali non c’era davvero bisogno, ma che ho comunque molto apprezzato. Non so se la linea difensiva cambierà. Posso però esplicitare quale sarà la mia. La mia strategia difensiva è volta a fronteggiare l’accusa rivolta al mio assistito, ossia quella di aver concorso nell’omicidio della povera Chiara Poggi, in concorso con il soggetto che la giustizia, con sentenze ormai irrevocabili, ha individuato in Stasi. Su questo non mi permetto di aggiungere nulla. Mi limiterò – e questo rappresenta forse l’elemento di novità – a parlare esclusivamente del mio assistito, della sua innocenza e dell’inesistenza di prove a suo carico".

I documenti secretati di Garlasco e la verità di Garofano: la reazione di Gianluigi Nuzzi

Poi si torna sui documenti secretati, tra cui la consulenza di Pasquale Linarello, e il conduttore chiede a Luciano Garofano da dove arrivassero quelle carte: "Io non mi sono chiesto, né dovevo farlo, quale fosse la provenienza. Io mi sono preoccupato prima, sulla base anche della relazione del Dottor De Stefano, di appurare quale fosse il Dna di Andrea Sempio, facendo il prelievo il 30 dicembre 2016. Poi io ho ricevuto un documento ufficiale, una email che ho consegnato anche ai carabinieri, nella quale l’avvocato Soldani mi trasmetteva la consulenza del Dottor De Stefano e tutta l’istanza fatta dagli avvocati Bocellari e Giarda che conteneva le consulenze di Linarello e Fabbri e l’attività investigativa della SKP". E aggiunge: "Sono stato sentito dai carabinieri di Milano due giorni dopo essermi dimesso dall’incarico per questioni tecniche. Ho ricevuto una telefonata cortese dai carabinieri di Milano che mi hanno invitato a verificare la mia agenda per essere sentito poi da loro quando potevo come persona informata sui fatti. Siccome avevo voglia di chiarire la mia posizione, ho deciso di essere sentito il giovedì 3 ottobre (probabilmente ha confuso il giorno, perché era il 2 ottobre, ndr)".

Gianluigi Nuzzi non la prende benissimo e lo si capisce dal tono della voce: "E’ stato invitato a rendere sommarie informazioni e poi è venuto a Quarto Grado. E non ce l’ha detto". Garofano spiega: "Non l’ho detto perché speravo che rimanesse riservata perché sulla mia persona sono state fatte molte illazioni e delle polemiche feroci, ignobili, come ho detto agli inquirenti. Però evidentemente qualcuno l’ha data e io ho mantenuto la riservatezza che avevo chiesto". Ma il conduttore precisa: "Sì però avrei preferito che, essendo un mio opinionista, uno importante, l’avesse detto qui".


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