Garlasco, Milo Infante reagisce alle offese di Lovati: "Non perdono, ecco cosa ho fatto". E De Rensis incredulo

Nella puntata del 23 ottobre 2025 di Ore 14 Sera, Infante dice di aver reagito alle offese dell'avvocato Massimo Lovati da Fabrizio Corona: cosa è successo

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Nella puntata di Ore 14 Sera, condotta da Milo Infante in prima serata su Rai 2 giovedì 23 ottobre 2025, si ripercorrono un po’ le novità degli ultimi mesi, ma anche quanto successo il giorno del delitto di Garlasco, passando dalle chiamate di Sempio a casa di Chiara Poggi e dall’arma del delitto e l’orario della sua morte, proseguendo con l’alibi dello scontrino di Andrea per poi terminare con la replica di Infante alle offese dell’avvocato Massimo Lovati nell’ultima puntata di Falsissimo, il podcast di Fabrizio Corona. In studio anche l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, e la criminologa Roberta Bruzzone. Ecco cosa è successo nella puntata di Ore 14 Sera del 23 ottobre 2025.

Garlasco a Ore 14 Sera, puntata 23 ottobre 2025: cosa è successo

La puntata di Ore 14 Sera pone prima l’attenzione sulla SIT di Andrea Sempio del 2007 a partire dalle chiamate di quest’ultimo alla casa della famiglia Poggi, ricordando che all’interrogatorio è stata fatta una domanda a tal proposito. E De Rensis, dopo aver riletto le parole di Sempio secondo cui avrebbe sbagliato a comporre il numero, confondendosi tra quello domestico e quello del cellulare, ricorda: "Nei sette mesi precedenti a queste chiamate – preciso – non ha mai sbagliato a comporre il numero". Poi si prosegue col parlare dell’orario della morte di Chiara e dell’alibi di Alberto Stasi – la tesi inizialmente cancellata -, con l’avvocato Antonio De Rensis che ricorda tutti gli errori fatti al tempo e Milo Infanti che sottolinea: "Però abbiamo capito che non si può stabilire l’effettivo orario della morte, si può parlare solo di epoche che possono ballare di 10 ore". Roberta Bruzzone ricorda che l’ipotesi è che l’omicidio fosse avvenuto tra le 09:12, quando è stato disattivato l’allarme, e le 09:45, momento della prima telefonata di Alberto Stasi al telefono a cui Chiara non risponde.

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Subito dopo viene un servizio che ricostruisce quanto sarebbe successo la mattina dell’omicidio di Chiara Poggi a casa di Sempio: il padre che diventa l’alibi di Andrea perché dice di essere rimasto tutto il tempo con lui finché la madre non è tornata dal luogo in cui ha fatto la commissione, a Gambolò, poi l’amico pompiere di Vigevano ascoltato due volte dalle autorità e così via. Quindi non può mancare un momento breve dedicato al presunto supertestimone che nelle ultime ore ha smontato l’alibi dello scontrino di Sempio, né la notizia di una sorta di consolidamento della tesi che mette in discussione questo elemento: "E’ vero che noi non abbiamo le telecamere, però abbiamo il traffico telefonico, che colloca Andrea Sempio a Garlasco quella mattina". Infine, l’avvocato di Stasi fa una valutazione: "La madre dell’indagato è giudicata attendibile, la stessa ha ricordato con una precisione estrema che è tornata a casa alle 09:50 quella mattina, ha consegnato la macchina al figlio e, probabilmente 5 minuti dopo Sempio è andato a Vigevano. Alle 10:18 non solo ha parcheggiato, ma ha già fatto anche lo scontrino. Ci ha messo poco, e per comprare un libro, però magari lui era solito andare a 140 km all’ora per comprare un libro… io ho visto su Google la distanza da dove è partito a dove ha parcheggiato". E Infante sottolinea: "Tra l’altro, lui alle 09:58 è ancora a Garlasco, perché c’è un messaggio". Ma Bruzzone evidenzia: "Diamo per scontato che gli orari del parcheggio fossero corretti però".

Subito dopo un altro servizio mostra che da casa Sempio alla villetta dei Poggi nel 2007, anno del delitto di Garlasco, in bicicletta ci vogliono 5 minuti, a piedi 15 minuti e in macchina 2 minuti: "Per carità, questo non vuol dire assolutamente nulla eh, è solo un’ipotesi, perché oggi si fa la rilettura" dice il conduttore. E ancora, la riscrittura della scena del crimine e le indagini del medico legale Cristina Cattaneo: "Per la Cattaneo il vero problema è quanto ci ha messo la grande gora (la traccia di sangue estesa in corrispondenza del primo gradino che sale verso il piano superiore, ndr) a casa di Chiara a formarsi, quanto ci ha impiegato per fuoriuscire dal corpo di Chiara", dice la Bruzzone prima di parlare dell’assenza di ferite da difesa. Si ricorda inoltre che si tratta di un omicidio di impeto: "Io fatico a immaginare nel kit del piccolo assassino che uno esca di casa con un martello e un cacciavite (ricordiamo che si parla sia di arma battente che da taglio, ndr). Sei un assassino, non stai andando a fare del bricolage", commenta Infante, riflettendo sul foro sulla tempia di Chiara, quella che sembra dovuta proprio a un cacciavite o comunque a un’arma appuntita. In studio si sottolinea che la Cassazione potrebbe aver sbagliato sull’assassino di Chiara Poggi e che quindi potrebbe essersi sbagliata anche sul fatto che si trattasse di un delitto di impeto. Non manca in questo frangente un commento della giornalista Rita Cavallaro sui due tagli all’altezza delle sopracciglia: "Sono tagli perfettamente simmetrici, superficiali e fatti in maniera chirurgica. Si differenziano come misura di 0,2 cm, sono identiche. Sembra una cosa sadica, come se fosse stata torturata". "Il suo volto ha sbattuto sui gradini, quelle ferite potrebbero essere dovute a questo", dice invece la criminologa Roberta Bruzzone.

Garlasco, Milo Infante replica alle offese di Lovati a Ore 14 Sera: "Non perdono"

Si passa a parlare prima delle intercettazioni, poi dell’ex maresciallo dei carabinieri Giuseppe Spoto e del lasso di tempo in cui ha trattenuto Andrea Sempio per permettere al tecnico di mettere la cimice nella macchina dell’indagato e infine dei 60mila euro ritirati per pagare gli avvocati e le ‘carte’ che al tempo non esistevano: in studio ricordano che Grassi e Soldani hanno detto di non aver percepito denaro. Quindi i 60mila euro sarebbero andati tutti all’uomo che fino a una settimana fa circa era il difensore dell’indagato? In questa circostanza il discorso si focalizza, appunto, su Massimo Lovati. Quando l’avvocato Antonio De Rensis dice al legale di Lovati, Fabrizio Gallo, presente in studio, "Lo sai che ho sempre usato parole – e continuerò a usarle – di grande rispetto per l’avvocato che ha difeso Sempio, però noi qui abbiamo un dato televisivo (riguardo ai tempi dell’archiviazione e al presunto compenso esorbitante di Lovati, ndr)…", Milo Infante, riferendosi ad alcune dichiarazioni dell’ex difensore di Sempio, sottolinea: "Non è viceversa, glielo volevo dire". De Rensis, che resta di sasso, chiede: "Ah, Lovati non mi stima?", e il conduttore conferma con un secco ‘no’. Ma Fabrizio Gallo chiarisce che non è vero: "L’ho visto poco fa e ti porta i suoi saluti". De Rensis risponde: "Io la ringrazio. Anche a Brindisi?", e Gallo si limita a dire "No, Brindisi no. So che ha una grande stima di te".

Riferendosi alle parole di Lovati su di lui, Giuseppe Brindisi, cene a Roma e pu**ane, De Rensis dichiara: "Io accetto perché ho il senso del perdono. Però volevo dire che questa archiviazione – e ce lo dice la televisione – Venditti l’ha decisa da solo, perché ha detto di aver capito che Sempio era innocente in 21 secondi, descrive un convincimento personale suo". A questo punto Milo Infante insiste sulle dichiarazioni che Massimo Lovati ha fatto contro la sua persona a Fabrizio Corona: "Su questo io e l’avvocato De Rensis siamo distanti anni luce. De Rensis è uno che perdona, io francamente no! Il fatto, secondo me, è molto grave. Poi alla presenza di un pluripregiudicato, al quale tra l’altro aveva già affidato dei pensieri che erano oltremodo oltraggiosi, offensivi per la memoria della piccola Yara, ma non andiamo a rinvangare il passato. Vi ricordate Jerry la Rana che aveva detto ‘mi dispiace, mi scuso’? Io le scuse nei confronti dei genitori di Yara non le ho sentite, ma, archiviata quella parte, abbiamo scoperto un altro momento di grande divertimento tra questa persona e l’avvocato Lovati, che ha pronunciato parole oltremodo oltraggiose nei confronti di bravi colleghi di altre trasmissioni".

E Infante continua a parlarne citando questi colleghi: "Credo di potermi permettere di dire che ha parlato in termini non corretti di Gianluigi Nuzzi, un collega stimatissimo di Quarto Grado e Dentro la notizia. Ha anche offeso il Direttore prestigioso della Rai Bruno Vespa, il collega Salvo Sottile e del sottoscritto, che è stato pure offeso, ad un certo punto dice, tra le grasse risate, che dovrebbe finire in un inceneritore. E lo dice in un contesto dove si fa riferimento a un passato terribile che è lontano anni luce dalla nostra cultura". Poi, rivolgendosi all’avvocato di Lovati, Fabrizio Gallo, dice: "Allora mi consenta… io accetto qualunque tipo di offesa, non ha importanza, ma sentir parlare un avvocato di inceneritori e dell’auspicio che persone vengano incenerite a me fa un po’ impressione. Poi io ho le spalle larghe, ci sarà un momento in cui in tribunale questo signore e il suo sodale pluripregiudicato, che mi auguro di non rivedere nelle reti Rai, avranno modo di dire la loro, di spiegare il senso del loro umorismo".

E, infine, il conduttore aggiunge: "Però questa cosa mi fa pensare a una cosa sola, sbagliando, ma l’avvocato Lovati del 2025 quanto è distante dall’avvocato Lovati del 2017? Perché se ascolto quello che lui dice oggi, inorridisco. C’è un limite che è stato ampiamente superato in tante circostanze, ma non nei miei confronti, per carità". L’avvocato Fabrizio Gallo risponde: "A mio avviso, non era assolutamente intenzionale. Lui non intendeva offendere nessuno, ma solo perché il contesto in cui è avvenuto quel tipo di discorso era abbastanza particolare, goliardico e non so quanto fosse lucido". Il conduttore dice: "Ha preso fischi per fiaschi". E Gallo ribatte: "Forse fiaschi… non so quanto fosse lucido a fine serata".

Interviene la criminologa Roberta Bruzzone: "Vi conviene fare una consulenza psichiatrica al volo, perché di procedimenti credo che ne stiano arrivando parecchi". Ma Infante la blocca: "Non vogliamo mettere in difficoltà l’ospite, che è una persona estremamente corretta e un grandissimo professionista". L’avvocato Gallo confessa: "L’ho visto abbastanza provato". Ma Infante non ci sta: "Viene il nervoso a me quando dice a De Rensis che gli porta i saluti, io non so come faccia", e l’avvocato di Stasi risponde: "Se posso, anche a nome del Direttore Giuseppe Brindisi, vorrei dire che in quella cena eravamo a Milano in un locale in Corso Como e c’era anche la dottoressa Bolzan, quindi non eravamo noi 3. Io dopo sono andato a dormire, come ha fatto Brindisi. Ovviamente è stato simpatico sentire che lui ha detto che andavamo in quel momento a Roma a gozzovigliare, dico così per non ripetere le sue parole. Magari per la signora Brindisi meno ecco…".

L’avvocato di Massimo Lovati prende la palla al balzo: "Quanto poteva essere lucido? Poteva ricordarsi la città e invece… quello che ha raccontato non solo non è vero, ma fa capire anche come stava: poteva dirlo di chiunque". De Rensis ribatte: "Se fosse stato da solo, non lo avrei perdonato, ma visto che era accompagnato lo perdono e mi fermo qui". Poi Luca Fazzo si chiede: "Ma quindi che differenza c’è tra l’avvocato Lovati del 2017, quindi una persona che in maniera rapida fa assolvere il suo cliente portandosi a casa 60mila euro, e l’avvocato del 2025, che sembra un povero uomo fuori controllo che delira insieme a un pluripregiudicato? O sono due persone diverse o, se la persona è sempre la stessa, come è possibile che questo avvocato abbia fatto il miracolo nel 2017?"

L’avvocato Gallo spiega: "E’ sempre la stessa persona, secondo me un grosso professionista, tutto questo non significa che non sappia fare il suo lavoro o se l’è dimenticato. Io ci ho potuto parlare perché non è un cliente soltanto, è un avvocato e quindi ho un po’ di soggezione a parlare con lui. Quando mi parla, non so se sia un cliente normale, ma vi dico che comunque è preparato, non è che ha perso la sua tecnica. Ognuno poi può cambiare, ci sono bravi ragazzi che ad un certo punto uccidono". Quando Monica Leofreddi dice che qualcuno dovrebbe aiutare Lovati, Milo Infante aggiunge: "Oppure cominci a pagarne le conseguenze. A tal proposito, io non è che annuncio querele, quelle si depositano e poi diventano di dominio pubblico, però io ho fatto l’ennesimo esposto all’Ordine degli Avvocati di Pavia". E fa una domanda all’Ordine, al Consiglio disciplinare di tale Ordine e di conseguenza agli organi di controllo, anche della dignità della professione: "Quante denunce e quanti esposti dobbiamo presentare prima che suoni la campana?".


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