Garlasco, Giletti senza freni con De Rensis: "È contento, avvocato?". E la querela alla madre di Sempio
Nella puntata del 6 ottobre de Lo Stato delle Cose, qualche scontro verbale con De Rensis, Giletti e Lovati e piccole rivelazioni: cosa è successo

Nella nuova puntata de Lo Stato delle Cose, condotta da Massimo Giletti lunedì 6 ottobre 2025 in prima serata su Rai 3, l’immancabile appuntamento con il delitto di Garlasco, durante cui vengono trattate tutte le piste principali sull’omicidio di Chiara Poggi. Sono presenti tramite collegamento video, gli avvocati di Alberto Stasi e Andrea Sempio, Antonio De Rensis e Massimo Lovati, insieme alla giornalista Ilenia Petracalvina, l’unica seduta in studio. Nel corso della serata non manca qualche scontro verbale e piccole rivelazioni. Ecco cosa è successo nella puntata del 6 ottobre 2025 de Lo Stato delle Cose e le ultime notizie su Garlasco.
Garlasco a Lo Stato delle Cose, puntata 6 ottobre 2025: cosa è successo
La puntata de Lo Stato delle Cose parte con un’esclusiva relativa a una cascina – Crivellina – appartenente a uno zio di Andrea Sempio, Amilcare Adami, il marito di Silvia Sempio, in cui avvenivano degli incontri con carabinieri e Magistrati importanti che si occupavano delle verifiche sul delitto di Garlasco. Pare che durante questi appuntamenti non mancassero chiacchierate, cene e caccia e che si facessero dei favori a vicenda inerenti al loro lavoro. Una signora che ha lavorato in quella cascina dice: "Lei vuole sapere se veniva Cassese? Venivano, ma solo per mangiare e andare a caccia". Poi la conferma di un uomo che ha lavorato in quella cascina e dice che Cassese e un ex PM si ritrovavano proprio in quel luogo. L’inviato chiede: "Quindi quelli che all’inizio avevano gestito l’indagine su Chiara stavano sempre qua con Amilcare Adami?", e il testimone risponde: "Offriva la cena a tutti i carabinieri".
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Entra nel canale WhatsAppDopo il video introduttivo, si torna in studio e Massimo Giletti chiede all’avvocato Massimo Lovati se abbia mai sentito parlare di questa cascina. Il legale di Andrea Sempio risponde: "Ci sono stato qualche volta e so che le persone andavano a caccia di fagiani. E’ di Amilcare Adami, può darsi che ci siano stati incontri con Carabinieri e Magistrati… può darsi".
Le dimissioni di Luciano Garofano
Si passa a parlare delle dimissioni dell’ex Generale Luciano Garofano dal pool investigativo della difesa Sempio che sarebbero dovute a divergenze tecnico-scientifiche tra lui e gli avvocati. A tal proposito, Massimo Lovati dichiara: "Forse le divergenze erano sia con me sia con Angela Taccia. Il Generale, atteggiandosi come la difesa dei Poggi, avrebbe voluto che la famosa impronta 33 andasse ad ampliare il tema dell’incidente probatorio, cosa che noi non volevamo. Tutto qua". Giletti chiede a Lovati: "Quindi non è il problema della consulenza fantasma…".
Ovviamente non può mancare un riassunto sulla consulenza di Pasquale Linarello sul Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi, consultata da Garofano per la sua relazione, ma che al tempo doveva essere una carta segretata. Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, che ribadisce: "Era una consulenza allegata a un esposto depositato… io all’epoca non c’ero, ma posso dire senza timore che in linea di principio gli atti di un’indagine preliminare sono noti solo al Pubblico Ministero. Certamente queste carte non le ha fornite la difesa di Alberto Stasi". La giornalista Ilenia Petracalvina ricorda che sui giornali e in televisione erano già usciti frammenti della consulenza di Linarello. E aggiunge: "Siccome sono 4 pagine di relazione, penso che qualcuno l’abbia potuta leggere per intero. La Corte d’Appello di Brescia però la deposita a fine gennaio, quando archivia il procedimento perché dalla difesa Stasi non viene chiesta la revisione per un errore di forma".
Poi si ripercorre la strada dell’avvocato Tizzoni, legale della famiglia Poggi, che a Quarto Grado aveva svelato di non aver avuto i documenti in mano prima di metà gennaio (giorno più, giorno meno). La Petracalvina ricorda che, essendo il legale della famiglia Poggi, parte in causa, avrebbe potuto ricevere i documenti: "Però lui ha sempre detto che era estraneo". Infatti, forse sarebbe anche il caso di non metterlo più in mezzo, forse… Ma subito dopo pensa Tizzoni a chiarire nuovamente la sua posizione (e speriamo non ne serva una terza…): "Il 19 dicembre non c’è stata solo la conferenza stampa dei difensori di Stasi a fine mattina, ma quello stesso giorno il Corriere della Sera esce con dei virgolettati di questa consulenza, che poi si scoprirà essere di Linarello solo il 23 o 24 dicembre dalla AdnKronos, quindi è stato ampiamente spoilerato prima che io avessi i documenti parziali l’11 gennaio".
Massimo Lovati spiega in quale modo la relazione è arrivata nelle mani di Garofano, ma non dice nulla di nuovo: "Volete che questa consulenza, così come il fascicolo che ne faceva parte, ce l’avesse la televisione e non io che sono un avvocato sgamato? Appena ho sentito parlare della consulenza Linarello mi sono precipitato dal Generale Garofano, che ho convocato in un hotel di Piacenza, conferendogli il mandato di sottoporre il mio cliente al tampone salivare. Io avevo già tutto e volevo capirci qualcosa. Se gli ho dato io la relazione? Come no, ma certo che gliel’ho data io".
L’avvocato Tizzoni, legale della famiglia Poggi, è ancora al telefono e Massimo Giletti coglie l’occasione per fargli un’ultima domanda: "A casa di Sempio, durante l’ultima perquisizione, è stato trovato un manoscritto dove la madre di Sempio aveva scritto la frase ‘L’avvocato Pieragostini sa tutta la storia’. Pieragostini lavora per il suo studio, se non sbaglio". Tizzoni conferma e si passa a un video in cui il collega dice: "Io ho letto questa cosa sui giornali come voi. In questo momento non mi sento di lasciare nessuna dichiarazione. Conosco la vicenda di Garlasco, ero il difensore di un carabiniere che per primo entrò nella casa di via Pascoli con Marchetto. Mi è sembrato un po’ strano che il mio nome fosse su quei bigliettini. Dentro di me ho fatto dei collegamenti su cosa volesse dire quella frase, ma lo dirò solo a chi di dovere".
Una volta tornata la linea in studio, Ilenia Petracalvina svela: "Io so che Pieragostini difende Tizzoni per le querele, quindi probabilmente Tizzoni lo ha attivato su una querela che è partita nei confronti della mamma di Andrea Sempio". Tizzoni chiarisce: "Il collega mi sta assistendo insieme ad altri colleghi in molteplici servizi a tutela della mia immagine e nell’ambito di questa attività so che ha inviato degli atti giudiziari alla signora Sempio, oltre non dico. E gli inquirenti che hanno sequestrato quei documenti immagino avranno sicuramente la competenza e l’intelligenza per capire esattamente la dinamica".
L’intervista a Federico Soldani, avvocato di Andrea Sempio nel 2017, e Giangavino Sulas fonte di Lovati nel delitto di Garlasco
Dopodiché, il conduttore mostra un’intervista fatta da Ilenia Petracalvina a Federico Soldani – uno dei tre avvocati di Andrea Sempio – che però la respinge rifiutandosi di lasciare dichiarazioni ed entrando in un portone senza nemmeno salutare: "Ma che modi sono?" è la reazione della giornalista al suo modo di fare. Subito dopo l’attenzione si concentra su ciò che ha lasciato intendere a Quarto Grado l’avvocato Lovati in relazione alla fonte che gli avrebbe passato la consulenza di Linarello: "Prima di tutto quell’articolo non è firmato. Chi me li ha dati? L’organo d’informazione. Io non ho detto che me li ha dati Sulas, io ho detto che me li ha dati un vostro collega che non c’è più. Poi il vostro collega Nuzzi ha detto: ‘Allora è Sulas’. Ma l’ha detto lui, non io. Ma che problema c’è? Anche fosse stato lui, che problema c’è? Io li ho avuti dalla stampa!". Ma Giletti lo blocca: "Io le devo dare la notizia in tempo reale che quell’articolo è firmato! Oggi me lo può dire, lui non c’è più. E’ Sulas che gliel’ha dato?". Lovati però ribadisce: "Ho detto che me l’ha dato un organo della stampa".
Subito dopo vediamo un’intervista di Ilenia Petracalvina a Umberto Brindani, direttore della rivista Oggi quando uscì su quelle pagine l’articolo di Giangavino Sulas su 007 e attuale direttore di Gente. Il giornalista dice di non aver sentito parlare di questa consulenza al tempo ma solo negli ultimi mesi, quando si è riaperto il caso Garlasco. Queste le parole di Brindani: "Ho sentito l’avvocato Lovati dire prima di non voler dire il nome del giornalista, e poi ha accettato che venisse fatto quello di Giangavino Sulas. Trovo che tirare in ballo delle persone scomparse è molto comodo, facile, perché nessuno può smentire. Posso dire che Giangavino era il mio cronista di punta. Era una persona molto leale, specchiata. Se avesse avuto a disposizione del materiale importante ed esclusivo, l’avrebbe portato a me. Non credo che lo avrebbe portato a me, non credo che lo avrebbe distribuito ad altri, tantomeno a persone direttamente interessate. Questo è quello che lui ha sempre fatto, mi stupirei se avesse fatto il contrario. Avrebbe dato un braccio per fare uno scoop e questo lo sarebbe stato".
In seguito, su Massimo Lovati, Brindani dice: "Io non gli credo, l’avvocato è dall’inizio di questa storia che inventa, lancia messaggi, lancia la palla in tribuna quando è in difficoltà. Lo stimo e siamo anche abbastanza amici con Lovati, ma penso che avrebbe potuto risparmiarsi questa trovata". Poi Lovati attacca Brindani: "Quell’articolo è del febbraio 2017, come fa a dire che non sapeva nulla della relazione? Lui era il direttore di Oggi".
Garlasco, i pizzini della famiglia Sempio
Si torna a parlare del famoso primo pizzino (Venditti Gip Archivia per 20/30 euro), col conduttore che si chiede come sia possibile che sia datato a febbraio 2017 se l’archiviazione è avvenuta a marzo 2017, ma Lovati gli ricorda che su quel foglietto gli autori non hanno mai messo la data esatta e poi ne approfitta per parlare del secondo pizzino: "Questo pizzino è composto da una colonna di cifre. Spiegatemi perché il secondo parla di migliaia di euro e il primo di decine! Io sono abituato a leggere le cose normalmente". Ma Giletti ribatte: "La fonte del secondo pizzino è lei, Lovati. Però che uno si annoti su un pezzo di carta 20 euro per una marca da bollo mi lascia molto perplesso. La carta da bollo è per Venditti? Mi stupisce che ci sia il suo nome, ma è interpretabile".
Si cambia improvvisamente discorso: "Lovati, questa sera, mentre eravamo in onda, lei da Fabrizio Corona a Falsissimo dice di aver preso in nero 10/20mila euro", affonda Giletti, ma l’avvocato di Sempio alza la voce: "Non è vero, dico che li ho presi in contanti. Vedete che siete capziosi?". Il conduttore punge: "Il nero non si prende con un assegno, né con una carta di credito!", e Lovati risponde: "No, in contanti vuol dire in contanti, in nero vuol dire in nero! Io li ho fatturati, ma non ve la faccio vedere perché non vi deve interessare". Giletti spiega che gli interessa solo sapere chi ha preso quei 35mila euro prelevati dai genitori di Andrea Sempio. Alla fine, non viene fuori nulla di concreto. Allora il conduttore vira sulla donna rumena ascoltata in Procura che avrebbe stretti rapporti con l’ex Procuratore aggiunto Mario Venditti, Cornelia Brindusa. La donna però è poco propensa a rilasciare altre dichiarazioni: "La fermo subito, non dico nulla. Ci sono delle cose riportate che non ho detto. Non parlo più perché è una cosa che poi non finirà più. Ho detto tutto agli inquirenti, ho risposto a tutte le domande tranquillamente". Anche qui poco di utile.
A questo punto Giletti ricorda che Venditti non è stato l’unico a firmare la richiesta di archiviazione del caso. C’erano anche il dottor Reposo, ex Procuratore capo di Pavia, e il sostituto Procuratore Giulia Pezzino, che poco dopo si è dimessa, e che potrebbe essere la protagonista di un’intercettazione di Andrea Sempio in cui quest’ultimo dice: "Ha detto che è una mezza min**ata, ma non era il PM, era l’altra".
Antonio De Rensis, meno pacato del solito, quando il conduttore gli chiede un commento sull’intercettazione, sbotta: "Io mi sono stufato di sentire allusioni a possibili cambiamenti di documenti presi, a possibili apposizioni di cose in documenti sequestrati perché le forze dell’ordine lavorano in maniera onesta! Ci deve essere rispetto quando si parla del lavoro degli inquirenti!". Giletti si innervosisce: "E lo dica a loro, a chi contesta! Lo deve dire a chi dice le fesserie, perché non lo deve dire a me, ma a chi gioca su questa storia!". E De Rensis sottolinea: "Infatti lo dico a Lovati! Parla sempre della difesa di Stasi dell’epoca". Poi il conduttore, inspiegabilmente contando che il legale di Stasi non parla quasi mai durante la diretta, ribatte: "Abbiamo fatto 4 minuti di soliloquio, è contento avvocato? Adesso stia però ai fatti, ad ascoltare gli altri", ma De Rensis non ci sta perché effettivamente ha passato lui quasi tutto il tempo a sentire gli altri ospiti: "No, io sono stato in silenzio ad ascoltare gli altri!", e poi risponde alla domanda: "E le rispondo che quella intercettazione a me crea imbarazzo, perché i miei assistiti non sono mai usciti da un interrogatorio dicendo a chiunque: ‘Il PM era dalla parte mia, il PM mi ha fatto capire che questa indagine è una mezza m’. Punto. Poi sicuramente l’indagato ha millantato, ma certamente chi tra le forze dell’ordine all’epoca ha sentito certe frasi doveva approfondirle, doveva richiamarlo. Ciò non è avvenuto e ognuno si assumerà la responsabilità di ciò che è accaduto!".
E ancora, parlando dei rapporti opachi tra Sempio e le forse dell’ordine, un’intervista (molto movimentata) a Silvio Sapone, nel 2017 responsabile della polizia giudiziaria di Pavia. L’uomo è insieme al suo avvocato quando Ilenia Petracalvina tenta di parlargli, ma quest’ultimo, inizialmente, cerca di allontanarla dal suo assistito toccandola e urlando: "Chiamo i carabinieri! Basta!". La giornalista ribadisce più volte all’avvocato di non toccarla e alla fine riesce a parlare con Sapone, che però dice di non ricordare nulla. E ancora una volta siamo al punto di partenza.
