Garlasco, Fabrizio Corona smentisce Lovati: "Tutte bugie, è uno che corrompe". E Giletti tuona: "Quindi buttiamo in caciara?"

Le versioni e le opinioni di Fabrizio Corona e l'avvocato Massimo Lovati a confronto: cosa è successo nel blocco sul delitto di Garlasco a Lo Stato delle Cose

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Le sorprese non finiscono mai, soprattutto quelle negative e riguardanti il delitto di Garlasco, tema nuovamente affrontato nel programma Lo Stato delle Cose, condotto da Massimo Giletti in prima serata su Rai 3 lunedì 13 ottobre 2025. Di Chiara Poggi si parla pochissimo, come delle novità nelle indagini. In sostanza, quasi tutto il blocco viene dedicato all’intervista di Fabrizio Corona fatta a Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, per la puntata di Falsissimo. Tante dichiarazioni che lasciano sgomenti: entrambi i diretti interessati raccontano la propria versione dei fatti e quel che resta è solo una cocente delusione. Ecco cosa è successo nel blocco sul delitto di Garlasco nella puntata del 13 ottobre 2025 de Lo Stato delle Cose.

Garlasco a Lo Stato delle Cose, puntata 13 ottobre 2025: cosa è successo

A Lo Stato delle Cose si parla dell’intervista di Fabrizio Corona all’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, e ne viene mostrata una parte inedita dove il legale sostiene che se avessero dato quei 35mila euro ai due carabinieri (ipotizza 5mila euro a testa) e all’ex Procuratore aggiunto Mario Venditti (i restanti 25mila euro), per gli avvocati non sarebbe rimasto nulla: "Lavoro gratis?", dice a Corona nel video. E Massimo Giletti, una volta tornata la linea in studio, esclama: "Lei in soldoni dice: ‘Se deve pagare tutti gli altri, a me non resta niente’". Lovati conferma e poi aggiunge: "E’ per dire che questa indagine non ha né capo né coda. E’ un’accusa vuota, sfornita di qualsiasi indizio contro il PM Venditti, per il semplice motivo che i soldi sono pochi. E l’avvocato ne ha presi un bel po’ perché ha lavorato sodo, come ho lavorato sodo anche io. Allora cosa rimane di questa somma? Niente. Anche volendo pensare che ci sia la corruzione, si capisce che è tutta una cosa ridicola! Non ho lavorato 8 mesi per niente. I soldi della famiglia Sempio sono andati a me, è logico. Gli altri avvocati dicono delle balle, io la verità".

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In una intercettazione invece sentiamo dire ad Andrea Sempio che l’intero processo potrebbe costargli dai 100mila ai 200mila euro. Altro che 35mila euro. Lovati commenta: "Lui esagerava, ma forse aveva letto le tabelle forensi. Che ne so io". Petracalvina dice: "Sempio dà quelle cifre, ma sono da capire. Ci sono anche i fatti Massimo, domani c’è il riesame. Nel conto di Venditti al momento non sono stati tracciati questi soldi. Poi non so se sia stata fatta un’operazione in nero. Ma la domanda è sempre la stessa: chi è il corruttore? Chi è il tramite tra i Sempio e la Procura di Pavia nella persona di Venditti? O l’ha fatto l’avvocato Lovati". Ma il difensore di Sempio smentisce ciò che ritengono essere vero gli stessi Procuratori: "Ma state scherzando davvero? Io non dico no, io mi metto a sghignazzare! Questa è una barzelletta! Non c’è da dire né sì né no".

Angela Taccia e il suo cliente Andrea Sempio contro l’intervista di Lovati a Corona

Si passa a un’intervista de Lo Stato delle Cose ad Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, ed entrambi (sono insieme) parlano dell’intervista di Fabrizio Corona: "Ci ha dato molto fastidio l’intervista con Corona, l’avevo avvertito mesi fa di non fidarsi di personaggi poco affidabili e poco onesti. Durante l’incontro, non abbiamo parlato dei soldi del pizzino, solo del suo mandato". Andrea Sempio dichiara: "Adesso ci prendiamo qualche giorno per decidere", ma la Taccia lo corregge: "Ti prendi", e poi aggiunge: "Mi spiace tanto per lo spu**anamento che ha avuto, però io glielo dicevo, lui deve sbatterci la testa e allora… Se c’è cascato apposta nello scherzetto di Corona? Per me è proprio un mistero, non riesco a capacitarmene. Se mi aspettavo che Lovati facesse un passo indietro? No, ma va". E Sempio aggiunge: "Però anche quando era un po’ bevuto mi aveva chiamato, lui continuava a dire: ‘Tu sei innocente e rischi l’ergastolo’. Non è uno che lo dice perché deve".

La linea torna in studio dove Petracalvina commenta: "Noi sappiamo che Sempio non deve parlare fino all’incidente probatorio, ma in queste immagini vediamo un ragazzo sereno. Non lo vedo agitato, preoccupato, anche dall’espressione del viso mi sembra abbastanza sereno. Lui saprà perché". Poi il conduttore chiede a Lovati: "Si è fatto vivo Andrea Sempio con un messaggino per rinnovarle la fiducia o no?", e l’avvocato risponde: "Per adesso no, mi sono visto con lui venerdì e mi ha detto che aveva bisogno di qualche giorno. Sto aspettando".

Fabrizio Corona racconta la sua verità su Jerry la Rana: "Quelle di Lovati tutte bugie"

Si parla dell’irruzione del re dei paparazzi a casa Lovati. Perché Fabrizio Corona avrebbe ingannato l’avvocato di Andrea Sempio? E’ lo stesso fotografo a spiegare cosa sarebbe accaduto in quella occasione: "Jerry la Rana, per chi guarda Falsissimo, è un personaggio inventato. L’avvocata Taccia è la tipa di Scooby Doo con gli occhiali. Io non gli ho mai detto di Jerry la Rana, lui non lo sapeva. Ho partorito il personaggio in studio domenica mentre montavo e registravo la puntata. Lovati non sa nemmeno chi sia Jerry la Rana. Lui diceva che faceva un provino? Ma lui ha questo modo di provocare, in una maniera anche particolare, eclettica… è un uomo intelligente, anziano, sgamato, ma anche truffaldino. Si prende gioco delle televisioni, gode anche lui del suo egocentrismo di essere là, in Tv. Non è vero che gli ho detto ‘ti propongo un film’, anche perché noi appena entriamo in casa andiamo in rec (iniziano subito a registrare, ndr). Ti do tutto il filmato di sei ore, divertiti. Io faccio una chiacchiera, so dove portarlo e cerco di fare dei discorsi. Lui non va a braccio, risponde a un dialogo. Non era ubriaco, abbiamo bevuto mezza bottiglia di vino. Ne ho portata solo una buona, io ne ho bevuto un bicchiere, come il cameraman, e lui si è bevuto il resto. Di quello che ha detto in televisione non è vero assolutamente nulla. Sono tutte bugie: la serie tv, il provino…".

L’avvocato Lovati si difende: "Corona mi ha detto che dovevamo fare una fiction, tant’è che in premessa mi ha chiesto di poter girare un film su dove viveva questo personaggio negativo, senza scrupoli. Gli ho fatto vedere la casa col mio permesso, altrimenti non glielo avrei fatto fare. Io recitavo un personaggio e Corona voleva girare questa fiction nella mia cucina e nella mia stanza da letto, che poi era la camera di una ragazza senzatetto che ospitavo, ora se ne è andata ma ha lasciato da me tutta la sua roba". Il conduttore lo ferma: "La storia della ragazza la lascerei da parte per non peggiorare la situazione". La psicologa Flaminia Bolzan commenta: "Non siamo qui a dire chi dice il vero e chi il falso, ma stiamo rasentando il grottesco. Mi spiace doverlo dire alla presenza dell’avvocato Lovati, ma stiamo parlando di un’indagine che da una parte dovrebbe andare a individuare eventuali responsabilità per un omicidio e dall’altra è volta ad accertare l’eventuale corruzione di un Magistrato. Mi rifiuto di credere che l’avvocato Lovati si sia prestato a un qualcosa che non ha né capo né coda convinto realmente che Fabrizio Corona fosse entrato per offrirgli la possibilità di fare una fiction. E se così fosse, mi spiace mancare di rispetto a Lovati, ma veramente stiamo rasentando il ridicolo e soprattutto siamo molto lontani dagli aspetti etici di un avvocato che in un caso di questo genere dovrebbe tenere".

Poi Giletti chiede a Lovati: "E’ caduto nella trappola di Corona?", ma l’avvocato non la prende bene: "Quale trappola? Non sono caduto in nessuna trappola! Io sapevo benissimo quello che facevo! E stavo interpretando questo ruolo che lui mi ha proposto". La Bolzan lo interrompe: "Lei però ha strumentalizzato questa situazione", però Lovati non ci sta: "Io stavo facendo un gioco che doveva essere un provino di un disegno molto più ampio di un’idea che poteva anche essere ritenuta da me brillante perché univa fiction e realtà".

Il ritorno di Corona a casa di Lovati (ci sarà una terza volta?) dopo l’intervista a Falsissimo

Poco dopo scopriamo che lo scorso venerdì sera Fabrizio Corona ha provato a entrare nuovamente a casa di Lovati: "E’ vero, è venuto vestito da prete con tunica e crocifisso". E Giletti ironizza: "Si vede che la voleva confessare!". E poi aggiunge: "Siccome aveva il cappellino, gli ho detto: ‘Hai sbagliato abbigliamento, almeno mettiti una papalina’". Il conduttore, speranzoso, domanda. "Ma questa volta lei non l’ha fatto entrare in casa, vero?", ma ancora una volta Lovati lo sorprende: "Come no, l’ho fatto entrare sì!". A questo punto Massimo Giletti, spiazzato, commenta: "No, allora, avvocato va bene una volta… però gli ha parlato?". La risposta di Lovati è tempestiva: "Sì, gli ho detto: ‘Di che ordine sei? Dovevi mettere una papalina in testa!‘". E Giletti ironizza: "Si vede che voleva farle fare un ruolo da missionario", con Lovati che risponde: "Faceva degli accostamenti con Don Gregorio…"

Napoleona e Civardi

Proseguendo con l’intervista di Corona, arriviamo al punto in cui l’avvocato Lovati parla di Napoleone e Civardi: il primo, a detta sua, voleva chiedere l’archiviazione, il secondo voleva andare avanti con l’inchiesta perché "è legato a quelle persone lì, maledetto". Lovati commenta: "Non sono cose gravissime, sono fesserie dette in una sceneggiata! Si vede che la Procura si è sentita toccata da queste fesserie. Io non avevo questa intenzione". Ma Giletti lo incalza: "Lei diceva la verità in quel momento secondo la Procura. Sono parole gravi, perché dice che Napoleone voleva archiviare e l’altro sostituto invece è legato all’Opus Dei e voleva andare avanti. Gli dice anche: ‘Maledetto’". Ma Lovati ribadisce: "Io ero Jerry la Rana, non ero l’avvocato Lovati!". A questo punto il conduttore alza i toni: "Lei però è l’avvocato di Andrea Sempio che è sotto inchiesta, lo capisce? E stiamo parlando di Chiara Poggi morta. Con tutto il bene che le voglio, mi fa fatica metterci dentro Jerry la Rana".

La psicologa Flaminia Bolzan prende la parola per fare una domanda all’avvocato di Sempio: "In questo momento però lei non sta facendo uno sceneggiato. In base a quale motivazione lei si è sentito di dire determinate cose nel momento in cui ha incontrato Fabrizio Corona? Glielo chiedo per capire determinati aspetti, altrimenti rischiamo veramente di cadere nel grottesco. Questa a me sembra una strategia per mettere tante cose nel calderone, creare confusione e distogliere l’attenzione". Lovati risponde: "Era grottesco, doveva esserlo perché era una fiction!". E Corona cosa pensa delle frasi sui due procuratori? "Queste dichiarazioni che lui fa, totalmente inventate, sono esattamente identiche alla narrazione che lui fa di tutto quello che va a dire in tutte le trasmissioni, prendendo per il cu*o tutti i programmi in cui va, perché ciò che dice è tutto frutto della sua fantasia. Non dici che ti ho convinto, me le hai dette queste cose, non me le sono inventate", commenta Corona. Massimo Lovati ribatte: "Ho già detto che stavo fingendo in quella occasione", ma il conduttore tuona: "Sì ma lei continua a parlare del caso di Garlasco, non ha inventato una storia relativa a un qualcosa di fantasia! Lei si attiene a Garlasco!".

Mario Venditti al centro dell’indagine sulla corruzione a Pavia

Nell’intervista si parla anche dell’ex Procuratore aggiunto Mario Venditti: Lovati dice di averlo visto all’Ippodromo nel 2010 perché entrambi scommettevano sui cavalli, una passione in comune. Giletti quindi si chiede che rapporti ci siano effettivamente tra l’avvocato e il Magistrato: "Lei è l’avvocato della persona sulla quale deve giudicare Venditti". Poi ascoltiamo il passaggio in cui Lovati dice che "la corruzione pesa" e proprio il difensore di Sempio chiarisce: "Pesa per i miei clienti, che sarebbero i corruttori nell’ipotesi investigativa, ma non sono neanche indagati. Pesa perché le pene del corruttore vanno da 6 ai 12 anni. Sembra la verità quello che ho detto? Il senso della fiction è quella di mischiare fantasia e realtà, quindi a volte dicevo delle cose sensate e altre volte delle fesserie".

Secondo la Bolzan, "Non è una finzione e Corona non è andato lì con la promessa di questa fiction". Subito dopo aggiunge: "Sappiamo tutti che Fabrizio Corona era interessato ad avere delle rivelazioni sul caso di Garlasco. L’avvocato Lovati si è prestato a tutto questo. Ma lei punta a farsi revocare da Andrea Sempio? Francamente l’atteggiamento mi fa pensare che possa essere o una strategia volta verso questo o una strategia volta a buttare tutto quanto in mezzo per cercare di fare una grandissima confusione per ottenere non sappiamo bene cosa, perché il 18 di dicembre avremo l’esito dell’incidente probatorio". L’avvocato Lovati ribatte: "Potete pensarla come volete, io vi ho raccontato la mia verità. Se per voi è diverso, a me non cambia molto. Se voglio farmi revocare? Ho già detto che io voglio rimanere!". La Petracalvina punge: "Perché allora si presta a parlare dell’inchiesta di Garlasco?". Questa la risposta: "Perché va di moda parlarne, me l’ha detto Corona!". Giletti sottolinea: "Andate di moda lei e l’avvocato De Rensis sui social, allora buttiamo in caciara tutto?". Ma De Rensis non ci sta e punge anche Lovati nel difendersi: "Io la ringrazio ma vorrei non essere associato a fiction o altre cose, quindi io non vado di moda. Io faccio il mio lavoro insieme all’avvocato Bocellari, cerchiamo di avere un profilo rispettoso della nsotra categoria, soprattutto del nostro assistito, dei Magistrati. Penso di non andare di moda e non credo sia questo il mio ruolo, io ho solo il compito di difendere Stasi".

Cosa pensa Fabrizio Corona di quest’indagine sulla corruzione? A dirlo è proprio il fotografo: "Nel momento in cui sappiamo che Venditti e Lovati si conoscevano e andavano a giocare ai cavalli – ne abbiamo le prove – e arriva un’indagine preliminare dove la persona si spaventa, perché devo sapere se il mio assistito è colpevole o innocente? Mi levo tutto dalle pa**e con 35mila euro. Paghiamo: 5mila quello, 5mila io, 5mila l’altro. Alla fine, quando lo incalzo, lui mi dice che questa cosa della corruzione lo preoccupa. Mi conferma pure che è un problema perché sono tutti corrotti, ha detto ‘eh’". Lovati chiarisce: "Per prima cosa l’ippica non è un vizio. Per quanto riguarda la corruzione, l’intervistatore era diventato un asino in quel momento e io ho dato ragione a un asino. ‘Eh’ non vuol dire ‘sì’, quel ‘eh’ era inteso come un ‘parli solo tu‘".

Il sogno di Lovati sul sicario che avrebbe ucciso Chiara Poggi a Garlasco

Dopodiché si passa al sogno di Lovati sul sicario, questa volta spiegato nei dettagli. L’avvocato di Andrea Sempio chiede a Corona da dove arrivano i soldi usati per pagare i Giarda, De Rensis, i consulenti e tutti coloro che fanno parte della difesa Stasi, lasciando intendere che sono quelli datigli dai veri assassini per mantenere il silenzio sull’omicidio della fidanzata. Ma Antonio De Rensis, presente tramite video collegamento, non la prende bene e chiede di poter parlare: "Le devo confessare dottor Giletti che questa sera sono un po’ imbarazzato, però cerco di rappresentare la nostra categoria come ritengo debba essere fatto. Seconda cosa: il dottor Stasi ha pagato sempre tutti con i soldi che ora guadagna col proprio lavoro, con i soldi della famiglia che, ricordo, ha anche venduto delle proprietà. E la mamma di Alberto Stasi adesso vive con la pensione e non naviga nell’oro. Il sottoscritto e l’avvocata Bocellari non hanno mai partecipato a entrate milionarie o soldi in nero. I consulenti sono stanti pagati sempre in maniera regolare con grande parsimonia perché si sono resi conto della situazione di Alberto, quindi io devo manifestarle nuovamente un pochino di imbarazzo, perché credo che la nostra categoria meriti di essere rispettata e onorata in una maniera diversa".

Il Santuario della Madonna della Bozzola: "Ma lei c’è o ci fa?"

Parlando poi del Santuario della Madonna della Bozzola, Ilenia Petracalvina non le manda a dire: "Ma lei c’è o ci fa? Io voglio capire se lei è l’avvocato Lovati o se veramente dobbiamo scherzare sul fatto che ha interpretato Jerry la Rana. Io francamente non le credo, perché lì parla dell’inchiesta su Chiara Poggi. Lei è il difensore di Sempio e non può parlare così", esclama. E Lovati ribatte: "Io ho detto che Alberto Stasi è innocente e che Andrea Sempio lo è ancora di più, ma anche che gli assassini sono altri, gli stessi che Alberto Stasi ha coperto sotto minaccia di morte". "Quindi non era Jerry la Rana, lei faceva l’avvocato Lovati" sottolinea la Petracalvina. E Lovati ripete che il provino era un mix tra realtà e finzione, mentre la Bolzan tuona: "Ci sta palesemente prendendo in giro, noi ne prendiamo atto". Allora la Petracalvina affonda un buon colpo: "A me sembra una scusa per difendersi da ciò che ha detto, per giustificarsi soprattutto agli occhi di Sempio e per questo sta rischiando il mandato".

E Fabrizio Corona cosa pensa di tutta la storia delle Bozzole? A spiegarlo è quest’ultimo: "Dice delle cose gravissime, tra massoneria bianca, omicidi, Savu… Lui non c’entra niente. Sulla questione del nipote di Savu ci mangiano sopra, lo dice anche Lovati quando dice ‘Savu è un figlio di pu**ana’. Prova a raccontare una storia che non sa e anche in quel caso lì fa una cosa grave, perché se un prete chiama un avvocato normale e gli dice ‘con questo qui facciamo sesso e mi chiede soldi’, gli risponde di denunciarlo per estorsione prima. Se poi decide di pagarlo, non è che l’avvocato lo aiuta a portare delle ricevute, ma denuncia. Questo ti fa capire che tipo di uomo è da un punto di vista deontologico e anche umano e di valori. Poi l’intelligenza è un’altra cosa, ma una persona che fa questa roba è una che corrompe anche se il suo cliente non è colpevole".

L’avvocato Lovati conclude dicendo che "quel venerdì (quando Corona è tornato a casa sua vestito da prete, tra l’altro hanno fatto vedere un breve filmato in diretta, ndr) ha piantato un casino perché gridava ‘Jerry, Jerry, aprimi!’. L’hanno sentito i carabinieri e i miei vicini di casa! E io, per salvare la troupe di Quarto Grado, gli ho aperto perché avevo paura che succedesse un disastro, ed è venuto vestito da prete perché voleva continuare la farsa, voleva fare Don Gregorio! E poi non le dico cosa mi ha detto in questi giorni". Il conduttore dice: "Avvocato, mi dispiace, lei mi è anche molto simpatico, però guardo il volto dell’avvocato De Rensis e mi dico: ‘Forse di tutto questo, in una storia così delicata e complessa, a mio avviso, non c’era bisogno’. Forse si poteva fermare lì, o forse avrebbe potuto dire ‘mi ha fregato e magari ho bevuto qualcosa in più’ e quella sera mi sono lasciato andare’". A De Rensis l’ultima parola: "Nel salutare i suoi telespettatori, non vedo l’ora domani di buttarmi sulle carte insieme alla mia collega Bocellari con la quale parliamo di cose diverse".


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