Garlasco in Tv, scoppia la lite tra De Rensis e Garofano: “Non si deve permettere”, tensione in diretta a Storie Italiane
Un confronto serrato in diretta su Storie Italiane, tra fermezza, stile e terminologia: cosa è emerso tra il generale Garofano e l’avvocato De Rensis nel caso Garlasco.

Momenti di tensione nello studio di Storie Italiane, dove Eleonora Daniele ha dato vita a un confronto diretto tra il generale Garofano e l’avvocato De Rensis. Al centro della discussione, non solo il caso Garlasco ma anche alcune parole pronunciate nella puntata precedente che hanno spinto il generale a chiedere un chiarimento pubblico. La conduttrice ha introdotto il dialogo con toni misurati, ma sin da subito si è percepita una certa elettricità nello scambio tra i due ospiti.
Garlasco: Le parole dell’avvocato De Rensis e la reazione del generale Garogano
Il primo punto di scontro è arrivato subito, attorno al termine "ingenuo" che De Rensis aveva utilizzato riferendosi al generale Garofano nella puntata precedente. Un aggettivo che ha infastidito non poco l’ex comandante dei RIS di Parma. "Ieri mi ha definito ingenuo, termine che sinceramente non ho molto gradito", ha dichiarato Garofano, aggiungendo che quella parola, accostata al suo operato, poteva essere interpretata come un giudizio di superficialità.
De Rensis ha provato a smorzare i toni, precisando, leggendo sul telefono: "Etimologicamente ingenuo deriva dal latino ingenus, e significa purezza, onestà, schiettezza". Poi ha aggiunto: "Se lei si è risentito su questa mia interpretazione del termine ingenuo io trasecolo, perché credo che in questi giorni siano stati riferiti alcuni particolari sulla sua attività che io non ho condiviso". Garofano, però, non ha lasciato correre: "Un conto è il termine preso dal significato letterale della parola, un conto è quello che lei ha aggiunto motivando perché io sarei stato ingenuo, perché lo ha legato al fatto che io mi ero occupato dell’indagine di Garlasco nel 2007". E ancora: "Mettendo insieme tutti questi riferimenti significava che io ero stato leggero, che ero stato non accorto, e questo non posso accettarlo, non avrebbe dovuto permettersi".
A quel punto De Rensis ha ribattuto con fermezza: "Io dico quello che voglio, e ho detto avrebbe potuto, non avrebbe dovuto, che ha tutto un altro significato. Non voglio specificare oltre perché offenderei la sua conoscenza della lingua italiana"
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Entra nel canale WhatsAppStorie Italiane: il confronto tra De Rensis e Garofano, diventa tecnico
Poi, con tono più diretto, De Rensis ha incalzato l’interlocutore: "Lei per caso, nel corso di una trasmissione di un’altra emittente, è entrato nel merito della vicenda senza specificare che era già consulente di Andrea Sempio? Perché, se ci si presenta come parte in causa, credo si debba notiziare il pubblico, altrimenti si rischia di apparire come un opinionista terzo".
Garofano non ha nascosto il fastidio: "Non mi piace fare polemiche, ma mi sono collegato proprio per chiarire questa sua impropria affermazione nei miei confronti. Non ricordo se ho partecipato e a quale trasmissione, ma non avevo alcun dovere di dire se ero consulente o meno".
De Rensis, senza arretrare, ha chiuso il botta e risposta con tono tagliente: "La televisione registra immagini e parole, quindi dovuto, potuto, tutti gli italiani conoscono la differenza. Se il termine ingenuo l’ha colpita, io sono orgoglioso di averlo usato, perché significa schiettezza, purezza, trasparenza. Se questo l’ha turbata non è un problema mio".
La fine dello scontro che punta alla pace
Nonostante la tensione, entrambi hanno scelto di chiudere con toni concilianti. Garofano ha chiesto semplicemente di "Non far passare una persona come me per un ingenuo", mentre De Rensis ha ribadito la sua stima: «Il generale è un uomo elegante. Sono convinto che abbia agito nella massima buona fede". Una chiusura che ha restituito al confronto degli accenti più di rispetto.
