Garlasco, sparite le intercettazioni dall'auto di Sempio: spuntano tensioni familiare e il giallo sulle spese legali
Le nuove registrazioni riaccendono l’attenzione su uno dei misteri giudiziari più intricati del caso: tra audio inediti, verbali mancanti e una microspia “fantasma”.

A distanza di anni dal delitto di Garlasco, le indagini su Andrea Sempio tornano al centro dell’attenzione per un dettaglio che rischia di riaprire vecchie ferite giudiziarie e alimentare nuovi interrogativi. Due audio inediti, di recente emersi, riportano infatti la voce di Sempio mentre parla di spese legali ingenti, menzionando una cifra che avrebbe dovuto "Tirare fuori" di circa 70-80 mila euro, forse legata proprio alla lunga e travagliata vicenda processuale.
Caso Garlasco: le intercettazioni e il buco nel fascicolo
Nel materiale conservato, infatti, ci sono tracce evidenti della microspia installata sulla Suzuki Swift di Sempio, con tanto di verbali e date precise. Della Panda, invece, non risulta nulla: né l’installazione né la disinstallazione del dispositivo di ascolto. Un buco inspiegabile, che solleva dubbi tanto tecnici e procedurali da parte degli inquirenti.
Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news su TV, personaggi e gossip? Iscriviti al nostro canale WhatsApp
Entra nel canale WhatsAppLe microspie "fantasma" e i verbali contraddittori
Quello che va ricordato è che il decreto autorizzativo del gip Fabio Lambertucci è datato 2017, e definiva le intercettazioni come "assolutamente indispensabili" per lo sviluppo dell’indagine. Il giorno dopo vennero delegati dieci accertamenti tecnici ai carabinieri e alla società Esitel, incaricata delle operazioni. Secondo i verbali, il maresciallo Giuseppe Spoto avrebbe dovuto installare le microspie il 6 febbraio, ma un secondo documento, che cita anche il maresciallo Antonio Scoppetta, posticipa l’intervento di due giorni. Da lì in poi, tutto sembra procedere regolarmente: la Suzuki viene microfonata e inizia a registrare nella notte dell’8 febbraio.
Ma la Panda, a differenza dell’altra vettura, svanisce nel nulla. Nessun verbale di installazione, nessun riferimento alla disattivazione, nulla che possa confermare o smentire l’effettivo utilizzo del dispositivo. Nel riepilogo firmato dal luogotenente Silvio Sapone, si alternano addirittura tre formule diverse: "cessazione", "mai eseguito", "revoca". Tre termini che raccontano tre versioni inconciliabili di quello che dovrebbe essere stato fatto con la microspia.
Le parole di Sempio e le tensioni familiari
Le intercettazioni realmente acquisite, quelle provenienti dalla Suzuki, restano invece un documento vivo di quei giorni di tensione. In una di esse, il padre Giuseppe si dice preoccupato: "Quindi mio figlio è sotto scacco un’altra volta. Devo farmi spiegare bene questa cosa, adesso parlo col generale." In un altro passaggio, Andrea Sempio parla delle spese da affrontare, ribadendo: "Devo sborsare 70-80 mila euro. Qualche centinaio di migliaia di euro. Soldi che io non ho." Parole che sembrano racchiudere un senso di frustrazione e di impotenza, ma anche di sfida, quando aggiunge di aver ottenuto "una vittoria morale" contro quelli che considera i suoi avversari giudiziari.
