Garlasco in TV, mossa a sorpresa dell'ex PM Venditti per bloccare le indagini sui dispositivi elettronici sospetti
Udienza decisiva a Brescia per l’ex PM: la difesa chiede il dissequestro dei dispositivi elettronici dopo l'avvio di nuove indagini, ma la tensione resta altissima.

Una nuova giornata chiave si è consumata nel lungo e tormentato capitolo del caso Garlasco. Stavolta al centro dell’attenzione c’è l’ex pubblico ministero Venditti, arrivato al tribunale di Brescia per un’udienza molto delicata. L’atmosfera durante l’arrivo dell’ex PM e del suo avvocato in procura, raccontata da Storie Italiane, è apparsa tesa fin dai primi minuti: l’ex magistrato non ha voluto rilasciare dichiarazioni, preferendo mantenere un profilo basso, mentre il suo legale, l’avvocato Aiello, ha chiesto ancora una volta di far valere il diritto del suo assistito a riavere i dispositivi elettronici sotto sequestro.
Nuova mossa dell’ex PM Venditti: la diretta esclusiva da Storie Italiane
Venditti e il suo avvocato contestano la legittimità del sequestro dei dispositivi, insistendo sul fatto che non ci sarebbero elementi concreti per giustificare il mantenimento della misura. Secondo quanto dichiarato dall’avocato Aiello, non ci sarebbe "Nessuno scontro con la procura", ma la volontà di far rispettare il principio di garanzia e trasparenza. La linea della difesa vorrebbe ribadire che la richiesta di dissequestro non significa ostacolare le indagini, bensì evitare che vengano travalicati i limiti procedurali.
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Entra nel canale WhatsAppCome ricordato in diretta da Olga Mascolo, l’inviata di Storie Italiane, l’udienza di oggi nasce dal ricorso presentato dopo che, nei giorni scorsi, era trapelata l’intenzione della procura di riaprire l’analisi dei dispositivi di Venditti per verificare eventuali elementi utili a confermare l’ipotesi di corruzione: "L’avvocato Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari per aver velocizzato secondo l’ipotesi investigativa l’archiviazione delle indagini su Sempio, ha richiesto questo secondo riesame con l’avvocato Aiello, che si è opposto per la seconda volta al sequestro di questi dispositivi, questo dopo che nella notifica a Giuseppe Sempio si è appreso che oggi sarebbero cominciati nuovi accertamenti su questi dispositivi, proprio per capire se ci fossero degli elementi per provare le ipotesi di corruzione".
Le difficoltà tecniche e le nuove ipotesi sulla pista della corruzione
In studio, la conduttrice Eleonora Daniele ha chiesto agli esperti come sia possibile recuperare dati o file così datati, considerando che i dispositivi in questione risalirebbero a diversi anni fa. L’analista Palmegiani ha spiegato che l’operazione non sarà semplice: "Se un contenuto è stato solo cancellato, potrebbe essere rintracciabile, ma se è stato sovrascritto, la possibilità di recuperarlo si riduce drasticamente". Un ostacolo tecnico che rende ancora più incerto l’esito delle nuove analisi richieste dagli inquirenti. Durante il dibattito è emerso anche un dettaglio significativo: i PM avrebbero chiesto di poter trattare il caso come associazione mafiosa, mossa che permetterebbe di ottenere l’autorizzazione ad accedere ai tabulati telefonici non solo degli ultimi due anni, ma fino al 2019. Un’estensione temporale che potrebbe cambiare il quadro delle indagini e fornire un nuovo contesto ai rapporti tra i protagonisti della vicenda.
Il tira e molla sui dispositivi elettronici di Venditti
Sul tavolo resta poi la questione del computer di proprietà dello Stato, che Venditti avrebbe dovuto restituire al momento della pensione. Questo dettaglio contribuisce a confondere la situazione e le variabili in campo sul caso. La decisione del giudice di Brescia sul dissequestro dei dispositivi sarà determinante per capire in che direzione si muoverà ora l’inchiesta.
