Garlasco, il Dna sulle unghie di Chiara accende la polemica: "Ma per favore!". E Nuzzi punge l'avvocato di Lovati
Nella puntata di Quarto Grado, non manca un ritorno al passato tra la polemica sul telecomando e il Dna sulle unghie di Chiara e Nuzzi che dice una grande verità

Nella nuova puntata di Quarto Grado, condotta da Gianluigi Nuzzi venerdì 31 ottobre 2025, in prima serata su Rete 4, non può mancare un approfondimento anche sul Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi, che potrebbe appartenere ad Andrea Sempio, anche se, al momento, resta solo un’ipotesi. Per quanto concerne il delitto di Garlasco, vengono ripercorse anche le ultime novità sullo scontrino e ripreso l’argomento dell’interrogatorio di Andrea Sempio del 2008, quello durante cui si è sentito male. Ecco cosa è successo nella puntata del 31 ottobre di Quarto Grado.
Garlasco a Quarto Grado, il Dna sulle unghie di Chiara è da contatto o trasferimento: le ultime novità
A Quarto Grado Gianluigi Nuzzi non si ferma solo all’ipotesi di corruzione contro Giuseppe Sempio, ma dedica molto spazio anche all’omicidio di Chiara Poggi, ormai riconosciuto come ‘delitto di Garlasco’, e lo fa a partire dal Dna ritrovato sulle unghie della vittima che, seppure astrattamente, riconduce ad Andrea Sempio (ma potrebbe non appartenere a lui).
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Entra nel canale WhatsAppLa genetista Marina Baldi, nuova consulente di Andrea Sempio da quando il generale Luciano Garofano ha lasciato l’incarico, crede che si tratti di un Dna da trasferimento e non diretto. E, prendendo in considerazione il telecomando trovato sul divano il giorno dell’omicidio di Chiara, spiega: "I tempi tornano, perché sugli oggetti inanimati il Dna si mantiene tutto il tempo che vogliamo. Certo, se mi lavo e rilavo le mani è diverso, ma lei quella mattina ha acceso la televisione, quindi potrebbe aver toccato quel telecomando pochi minuti prima dell’aggressione". Il giornalista Carmelo Abbate interviene dicendo che "mai passerà davanti a un giudice una cosa del genere" e chiarisce il motivo: "Non ci sono i Poggi, non c’è Stasi che è stato lì fino alla sera prima e invece c’è Sempio".
L’inviata di Quarto Grado, Martina Maltagliati, subito dopo sostiene che il dettaglio del telecomando è molto importante perché è quello che "hanno ancora i Poggi". E aggiunge: "In quel divano è stato sequestrato il cucchiaino, abbiamo visto un incidente probatorio in cui è stata analizzata la carta dei biscotti e dei cereali, ma non quel telecomando che sicuramente Chiara ha toccato quella mattina. Qui ci fermiamo, però non è tra gli oggetti che ci risultano sequestrati all’epoca ed è ancora in disponibilità della famiglia Poggi". La presentatrice Caterina Collovati commenta le parole dell’inviata, affermando che "su quel telecomando possono esserci altri Dna" e per questo "avrebbe senso sequestrarlo adesso, perché sarebbe la prova che può essere contatto da trasferimento".
L’esperto Roberto Portera però sottolinea che "dopo 18 anni di utilizzo di un telecomando che è strapieno di batteri, che sono i nemici del Dna perché lo distruggono, a mio avviso, non ha assolutamente senso sequestralo e analizzarlo adesso che è stato utilizzato per 18 anni da molte persone, con sporcizia varia. Se invece fosse stato messo da parte, cristallizzato, allora sì, perché sappiamo che da quel momento in poi nessun altro l’ha usato. Rispetto a un po’ di anni d’esperienza in queste scene del crimine, l’ipotesi più semplice e breve è quella più corretta. La soluzione potrebbe essere che la vittima, essendo stata trascinata, con le mani abbia raschiato un po’ il pavimento, è probabile che il trasferimento sia avvenuto proprio in quel momento. Basterebbe uno starnuto dell’indagato, è pieno di cellulare".
Le reazioni sui social
Fa scalpore sui social quanto detto sul telecomando in casa Poggi, quello che Chiara ha toccato la mattina della sua morte. Le reazioni, infatti, sono tutte negative: "Questa storia del telecomando mi ricorda la storia delle marche da bollo…", "I Poggi hanno ancora quel telecomando… E la smart tv muta", "Hanno ancora la tv di 20 anni fa?", "Se il DNA può restare su una superficie o su una persona per tanto tempo, come dice la Baldi, come mai non ci sono i DNA di Stasi e della famiglia di Chiara?", "I Poggi hanno ancora il telecomando di 20 anni fa? Solo a me durano al massimo un paio d’anni e poi per premere i tasti bisogna fare delle mosse di wrestling?!".
E ancora: "Il telecomando di 18 anni fa. I Poggi devono essere accumulatori seriali", "Vabbè, pure la banana marcia avrebbe dovuto compromettere il dna della spazzatura e invece…", "Ma non si può sentire ogni volta, c’è una giustificazione a tutto. Guarda caso Chiara prima di essere uccisa tocca giusto l’oggetto con il DNA di Sempio. Ma per favore", "La teoria del telecomando ha poco senso. Sì, è un oggetto che può conservare vari DNA perché si pulisce poco, ma è anche un oggetto che si usa tanto comunemente. In 10 giorni tutto il DNA raccoglibile si è più che raccolto", "Certo, perché poi dopo 18 anni i Poggi hanno ancora la tv analogica", "E dopo il telecomando mi aspetto che si ritorni alla confezione del buon vecchio fruttolo", "Questo DNA non vi fa dormire la notte, non sapete più come fare, il telecomando, il pavimento, la sedia… Quel telecomando lo hanno toccato tutti, tutti! Però c’è solo il suo. Tic tac tic tac".
Garlasco, dall’interrogatorio di Sempio (con referto medico) all’avvocato di Lovati
Subito dopo viene affrontato il tema dell’interrogatorio del 2008, più precisamente si parla del momento in cui Andrea Sempio si sente male e viene chiamata l’ambulanza. In diretta, Gianluigi Nuzzi mostra un documento inedito, il referto medico del 4 ottobre 2008 redatto alle 11:30, firmato in calce dal medico. Nel servizio si parla di stress e sensazione di debolezza, ma non di effettivo svenimento. Tra l’altro, Sempio dice al medico di avere già avuto episodi di questo tipo, slegando quindi il malessere improvviso dall’interrogatorio. A tal proposito, scopriamo inoltre che la Procura di Pavia ha risentito l’ex colonnello Cassese e l’ex maresciallo De Vecchi, i due carabinieri che si sono occupati degli interrogatori di Sempio e dei suoi amici, ma entrambi hanno detto di non ricordare nulla di quel giorno e Carmelo Abbate sbotta: "‘Non mi ricordo’ non si può sentire, soprattutto da una persona che dice di ricordare perfettamente l’espressione di Stasi nel momento in cui entrava nella stanza".
Infine, Gianluigi Nuzzi chiede alla genetista Baldi: "Perché si sente male? Perché sono uscite delle cose o perché è in imbarazzo…?", e l’esperta risponde con un’altra domanda: "Quando uno sviene ha una motivazione di tipo psichico per forza?". Viene ricordato che nel servizio mandato in onda poco prima si parlava di ‘stress’ e il conduttore domanda a Fabrizio Gallo, legale di Massimo Lovati, se da avvocato gli sia mai capitato di assistere a svenimenti o a persone che quando vengono sentite stanno male: "No. I miei clienti sono tutti forti, a me non è mai capitato in questi 35 anni di mestiere di avere uno svenimento, perché contrasta con la virilità di un uomo forte".
"Io sorridevo prima, il buon Dario mi ha ripreso perché mi è scappato un po’ da ridere, in quanto io ho simpatia per l’avvocato Gallo che difende Lovati, le sue prese di posizione io le trovo una migliore dell’altra, perché non sembra il difensore dell’ex legale di Sempio. Sembra un uomo convinto che Sempio sia l’assassino. Lei adesso dirà di no, lo immaginavo, assolutamente, non sia mai!". L’avvocato Gallo, dopo aver detto di no, si smentisce: "Io la penso come Lovati, dice che è estraneo, però…potrebbe esserlo. Se tu sai di essere completamente innocente, non hai paura. I miei clienti innocenti non hanno mai paura". Gianluigi Nuzzi cerca di chiudere il discorso dicendo a Fabrizio Gallo "Mi sembra un po’ audace", ma la giornalista Grazia Longo ricorda a quest’ultimo che "Lei difende l’avvocato che fino all’altro ieri difendeva Sempio, ma non ci sta dando questa impressione". L’avvocato di Massimo Lovati chiarisce: "No, assolutamente. Io e Lovati siamo in sintonia, nel senso che io parlo per me e lui per se stesso e poi ci confrontiamo".
