Garlasco, la versione di Sempio: "Lovati? Si è fatto prendere la mano, mi ha assicurato nessuna corruzione"

L'indagato dell'attuale indagine sulla morte di Chiara Poggi risponde a una lunga intervista e dà la sua versione dei fatti

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Nell’attesissima puntata di mercoledì 22 ottobre 2025 di Chi l’ha visto?, Federica Sciarelli, come ampiamente annunciato nelle ore precedenti, torna a occuparsi del caso di Garlasco, della morte di Chiara Poggi e delle indagini riaperte che puntano a chiarire il ruolo dell’indagato Andrea Sempio.

Il lungo blocco dedicato a Garlasco vede in studio la genetista, consulente di parte, Marina Baldi ma soprattutto una lunga intervista esclusiva con Andrea Sempio, curata da Vittorio Romano.

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Andrea Sempio a Chi l’ha visto? L’alibi, lo scontrino e il cellulare

Oggi, 22 ottobre, è uscita la notizia di un nuovo testimone che avrebbe dichiarato che lo scontrino di un parcheggio, che rappresenta l’elemento maggiore dell‘alibi di Sempio, ovvero che, mentre veniva uccisa Chiara Poggi, il 37enne non si trovasse a Garlasco ma a Vigevano, non sarebbe suo, né della sua famiglia. La prima domanda è dunque quella sullo scontrino che Sempio, ribadisce, essere il suo scontrino del parcheggio.

"Io non capisco come mai abbia destato tutti questi sospetti questo scontrino", dice l’indagato. "Io non sono l’unico ad aver portato qualcosa alle forze dell’ordine. C’è chi ha portato scontrini, chi il cartellino del lavoro, chi il ticket dell’autostrada…".

"Questo scontrino l’ha preso lei?" chiede diretto l’inviato di Chi l’ha Visto?. "Sì, certo. Sarebbe stato meglio se le forze dell’ordine avessero controllato i video di Vigevano di quella mattina, ma non l’hanno fatto. A me lo scontrino lo hanno chiesto un anno dopo, nel 2008".

Altro elemento del suo alibi che suscita dubbi è che il cellulare di Sempio non risulta mai agganciato alla cella di Vigevano quella mattina, e lui risponde: "Ho lavorato in telefonia 10 anni, qualcosa ne so. I telefoni in quegli anni agganciavano le celle solo se c’era interazione: se facevi chiamate o mandavi o ricevevi messaggi. Oggi è strano pensare a questo, con gli smartphone che funzionano in modo del tutto diverso. Io ero a Vigevano quella mattina, non credo possa uscire altro".

Garlasco, Sempio su Lovati: " Si è fatto prendere la mano dall’aspetto mediatico. Mi ha assicurato che la corruzione non c’è stata"

A questo punto si parla del ruolo del suo ormai ex legale, Massimo Lovati, revocato da Sempio pochi giorni fa. Sempio osserva: "Lovati è una persona per cui io porto ancora rispetto e affetto visto che condividiamo questo percorso da 10 anni. Credo si sia lasciato prendere un po’ troppo la mano dall’aspetto mediatico, trascinato in cose che non sa gestire".

"Voi avete dato a Lovati 35000 euro in contanti per un procedimento di tre mesi, non vi sembravano troppi soldi?" domanda l’inviato di Chi l’ha visto? La risposta: "Noi ci siamo trovati in quel vortice, non sapevamo nulla di questioni legali, e quando sei dentro, l’unica cosa che vuoi è uscirne. Noi pensavamo che fosse giustificato dal fatto che il nostro fosse un grosso caso, complicato, ci siamo prestati a tutte le richieste".

La domanda successiva è: "Recentemente la Guardia di Finanza è venuta a casa sua alla ricerca delle prove di una corruzione su Venditti (il procuratore che ha archiviato l’indagine su Sempio nel 2017 ndr)?". La risposta di Sempio esclude ogni ipotesi di corruzione: "Non ci può essere nessun collegamento alla corruzione, a Venditti o che. Parliamo comunque di cifre piccole nell’arco di diversi mesi, a meno che i miei avvocati, senza dirmi nulla non abbiano messo da parte i soldi per poi darli a qualcuno, ma io non credo: non tornano le cifre, non tornano i tempi". "Ma tutti questi soldi non le sembravano per un procedimento durato tre mesi? Glielo ha chiesto a Lovati?" rilancia il giornalista e Sempio replica: "Nell’ultimo incontro con Lovati gliel’ho chiesto esplicitamente e lui mi ha garantito di no: né nei confronti di Venditti né di nessun altra persona".

Sul famoso "pizzino" che da alcuni è stato considerato un indizio della presunta avvenuta corruzione verso il procuratore Venditti, Sempio osserva: "Lo chiamano pizzino, ma non è il termine giusto. Era solo un appunto in cui mio mio padre ha scritto "Venditti gip archivia 20/30". Quello che non è uscito è che hanno trovato un elenco con tutte le cifre espresse in migliaia con tutte le spese per gli avvocati. 20/30 vuol dire 20, 30 euro. È un appunto su quanto costa ritirare l’atto dell’archiviazione". "Ma la data è di febbraio, siamo lontani dall’archiviazione", sottolinea giustamente il giornalista e anche in questo caso Sempio dà la sua versione: "La data è sbagliata, perché io non ero nemmeno dentro alla vicenda a febbraio 2016, non c’entra nulla".

C’è poi la questione dell’intercettazione in cui si sente dire a Sempio: "Ti chiederanno di dire le cose che sono depositate", quindi, quando è stato archiviato, Sempio sapeva già le domande che gli sarebbero state fatte?

"Ovviamente con gli avvocati ci siamo preparati su quello che potevano chiedermi", risponde l’indagato nell’indagine sulla morte di Chiara Poggi. "Le stesse persone che scrivono sul giornale che io sapevo le domande, sono quelle che, due mesi prima, erano davanti a casa mia a farmi quelle stesse domande".

Delitto di Garlasco, il dna e il rapporto con Chiara Poggi

Infine la domanda sul suo DNA che potrebbe essere sulle unghie di Chiara Poggi: "Qualora quelle tracce di dna siano sue, come mai sarebbero finite sulle unghie di Chiara?". "Me lo spiegherei con il fatto che io frequentavo quella casa. Se ho mai visto video intimi di Chiara? Questa teoria è un tentativo di mettere una cosa ancora più morbosa in questa storia per mangiarci di più e ingolosire il pubblico. Una cosa che mi ha fatto abbastanza schifo, irrispettosa verso tutti, verso la famiglia, verso Chiara stessa". "C’è mai stato un suo innamoramento per Chiara Poggi? "Io Chiara Poggi l’avrò vista una decina di volte, forse meno. C’era un differenza di età notevole, non avevamo amicizie in comune, non c’era nessuna vicinanza. Dicono che lei, la mattina che è morta, abbia aperto la porta in pigiama leggero: noi non avevamo quella confidenza".

L’ultima domanda, sul misterioso movente del delitto: "Chiara aveva scoperto qualcosa al Santuario della Bozzola? "Mi sembrano suggestioni", risponde Sempio. "Stiamo parlando di una normalissima ragazza di provincia, non mi sembra nulla di reale. Io non ho mai frequentato le Bozzole, non ci può essere nessun collegamento: è tutta una suggestione che stanno montando". Le sorelle Cappa? "Mai incontrate, le ho conosciute solo attraverso la televisione". "Come fa a rimanere così calmo?" conclude il giornalista? Risposta: "Come i soldati nelle guerre di trincea: devi stare lì e aspettare che passi".


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