Domenica In, Venier a cuore aperto: "Ho pagato un prezzo altissimo". E Carlo Conti confonde Iacchetti su Sanremo

Nella puntata del 19 ottobre, qualche momento di fuoco con Venier durante il talk sul femminicidio e Marcella Bella punge Selvaggia Lucarelli: cosa è successo

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Nella nuova puntata di Domenica In, in onda su Rai Uno il 19 ottobre 2025, Mara Venier parte da un talk incentrato sul femminicidio e conclude con l’ospitata di Enzo Iacchetti e Marcella Bella, tra gli altri. Non mancano un paio di momenti di tensioni, con la cantante che punge Selvaggia Lucarelli, e grandi novità, soprattutto per il conduttore di Striscia la Notizia. Ma vediamo cosa è successo nella puntata del 19 ottobre di Domenica In.

Domenica In, puntata 19 ottobre 2025: cosa è successo

La puntata di Domenica In comincia col talk sull’attualità incentrato sul femminicidio e in particolare sulla recente morte di Pamela Genini. Mara Venier confessa quale è stata la sua prima riflessione: "Ma perché non ha avuto il coraggio di denunciare? La risposta credo sia sempre quella: la paura di denunciare perché se poi denuncio lui mi ammazza veramente. Penso che questo sia ciò che accade nella testa di noi donne quando c’è qualcuno che ci minaccia. La paura di rendere tutto più complicato, o forse la speranza legata alla sindrome da crocerossina: io ti salverò, adesso sei così ma io ti cambierò".

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Tommaso Cerno commenta: "L’assenza di questa denuncia ci mostra la solitudine e la paura della vita di Pamela, e questa non può essere una colpa, perché in questa storia c’è un altro dramma. Il problema è che tutti sapevano, avevano visto. Gli amici se lo dicevano. Nel caso di Pamela c’erano fotografie di violenze subite inviate a persone che le avevano sul proprio telefono e intorno a lei molte persone – uomini e donne – erano a conoscenza che questo non era un bisticcio, ma violenza assassina. C’erano state minacce con armi, c’era già stato un momento in cui lei poteva morire. Eppure ogni volta noi raccontiamo lo stesso dramma".

Vera Squatrito, la madre di Giordana Di Stefano, vittima di femminicidio a soli 20 anni nel 2015, ricorda: "Le dinamiche delle violenze sono tutte uguali. Rappresenta un po’ il dramma che le donne vivono nel momento in cui si accorgono di essere vittime di violenza da chi diceva di amarle, quindi è difficile pensare che quella persona ti ammazzi. Quando te ne rendi conto è troppo tardi. La prevenzione è questa: informare, dire i segnali e da lì prevenire. Dico sempre che una legge non salva una donna, è la società a salvarla, le persone accanto alla vittima di violenza che si accorgono dei segnali di violenza che non viene vista. Giordana ha denunciato invece, non possiamo accusarla di non aver riconosciuto la violenza. Mia figlia ha denunciato a 18 anni (due anni prima del femminicidio, ndr) con la consapevolezza di essere in pericolo. Il sentirsi denigrato da quella denuncia l’ha portato alla morte, è stato sottovalutato il rischio. In ospedale lei è andata, il codice doveva partire da lì. Bisogna rafforzare l’attenzione alla valutazione del rischio, doveva partire una denuncia in automatico".

Interviene l’avvocata Giulia Bongiorno, fondatrice della fondazione Doppia difesa: "Per quanto riguarda la mancata denunzia, le cause sono tantissime. Da un lato la colpevolizzazione, perché spesso le donne si sentono quasi colpevoli del fatto di aver subito violenza. Poi la vergogna e il fatto che si pensa spesso di intraprendere un percorso estremamente difficile. Ed è vero, perché ancora oggi chi denuncia non sempre viene aiutato tempestivamente, nonostante esistano le leggi come ‘Codice rosso’, e poi il percorso processuale non è affatto semplice. Dobbiamo smetterla di pensare che la violenza che sfocia in femminicidio sia come la violenza di stadio. O le distinguiamo o non le sappiamo combattere. Alle donne bisogna dire di avere più paura e segnalare a tutti i costi, chi indaga invece deve riuscire a comprendere la differenza tra le violenze".

"Pamela non ha trovato subito il coraggio, ma tutti sapevano e nessuno ha fatto niente. Bisogna dirlo", dice Mara Venier, che poi aggiunge: "Nessuno manda avanti niente, ma lei avrebbe potuto continuare, no? Avrebbe potuto fare una denuncia, una diffida, ma non l’ha fatto". Poi prende la parola Vladimir Luxuria: "Questa è la prima volta che una donna vittima di femminicidio è una persona che ho conosciuto, perché aveva partecipato a una trasmissione televisiva che io conducevo. Era una ragazza solare, piena di sogni e ambizioni e amava gli animali. Provo rabbia perché questo omicidio si poteva evitare. E’ vero che lei poteva denunciare, ma ci sono donne che non lo dicono nemmeno agli altri. Lei lo aveva detto. Poniamoci anche un’altra domanda: Perché non hanno denunciato gli altri, coloro che dicevano di volerle bene?".

A rispondere è l’avvocata Annamaria Bernardini De Pace, che conclude il discorso facendo poi un appello a tutte le donne: "L’errore è stato dei carabinieri che non hanno informato e attivato la rete protettiva, perché, per una legge, la denuncia non è più obbligatoria. I medici fanno la relazione che va ai carabinieri i quali devono avvertire. C’è un sorta di archivio, uno scudo dove vengono segnalate tutte le situazioni di reati spia, persecuzioni, botte… Dopodiché, le istituzioni hanno l’obbligo di intervenire. Dico alle donne: non dovete aspettare di trovare il coraggio, la denuncia è un dovere perché è reato. Non c’è abbastanza formazioni nelle istituzioni, perché è solo sulla prevenzione che possiamo eliminare la violenza. Nessuno insegna il rispetto, che è alla base della non violenza, e nessuno punisce subito, tantomeno i genitori".

Il dibattito si sposta su un altro punto importante ed è Mara Venier a porre la domanda: "Se una tua amica ti manda delle foto dove qualcuno evidentemente l’ha picchiato, io amica, che ricevo le foto, posso denunciare? Perché bisogna capire questo punto, è giusto dirlo a chi ci sta guardando. Non serve che denunci la vittima, lo possiamo fare anche noi, lo dobbiamo fare". Quando viene mostrato il video di un’amica che racconta i fatti, concentrandosi sul doppione delle chiavi di casa di Pamela fatto dall’ex compagno a sua insaputa, e finisce col piangere, Cerno commenta: "Sono lacrime di coccodrillo". La Venier però non ci sta: "Non sono lacrime di coccodrillo, ma di una persona che si starà dicendo: ‘Cazzarola, potevo fare qualcosa‘". Vladimir Luxuria commenta: "C’è chi dice che non vuole entrare nei fatti altrui: vede, sente tutto ma non fa niente. Attenzione, perché quando poi succede, dovreste anche sentirvi in colpa".

Poi Giulia Bongiorno ricorda: "C’è la possibilità di denunciare anche in forma anonima. Avete il dovere molare di farlo". Tornando all’intervista all’amica di Pamela, Rita Cavallaro dice: "L’amica ha parlato di uno schiaffo. Loro avevano non solo le foto ma anche i messaggi di tutte le volte che è stata aggredita da Soncin, ora dire uno schiaffo mi sembra una tutela perché sta uscendo fuori il fatto che non abbiano denunciato… va bene, ma ditela la verità". L’avvocata Bongiorno poi dà una notizia importante in merito al futuro: "In Italia è previsto che tutti i magistrati e forze dell’ordine dovranno obbligatoriamente partecipare a una formazione per evitare la sottovalutazione di questo fenomeno. La prossima settimana al Senato, credo alla Camera, approderà una legge che si chiama ‘Femminicidio’ e che prevede che se viene uccisa una donna perché ritenuta inferiore dall’uomo la pena sia solo l’ergastolo. Non c’è né destra, né sinistra: la legge è stata votata da tutti nella mia commissione".

Non manca l’intervento di Vladimir Luxuria sull’importanza di educare le persone già da piccole: "Bisogna far capire a questi uomini che se tu ti innamori o pensi di esserti innamorato, perché un uomo che ti uccide non ti ha mai amato, non devi pensare che sei un fallito se lei decide autonomamente di lasciarti. La donna ha tutto il diritto di ricostruirsi la sua vita e lo deve fare anche l’uomo. La scuola ha il dovere etico di insegnare che tutti dobbiamo essere rispettati e che una donna non è carne da macello. La donna è un essere meraviglioso che genera vita e che tutto il diritto di autodeterminarsi e di essere rispettata e amata". Quando Tommaso Cerno parla di uomini ‘bulletti’ e ‘mafiosi’, che definisce ‘piccolissimi‘, Mara Venier ricorda: "Abbiamo però degli esempi di uomini che hanno commesso dei femminicidi feroci, come quello di Giulia Cecchettin. Il suo fidanzato era un ragazzo molto normale, quasi timido, insicuro… e poi vedi dove è arrivato". Cerno ribatte: "Però la violenza che lui ha mostrato e adesso, accettando l’ergastolo, ha manifestato con consapevolezza forse Giulia la scorgeva".

Ma interviene, un po’ stizzita, Vera, la madre di Giordana Di Stefano: "Però non giustifichiamo. Mi hanno ucciso una figlia e ci sono parole che non vanno dette. Subito dopo Vera aggiunge: "Le persone che fanno del male lo fanno perché lo vogliono. La violenza va trattata con i guanti gialli, bisogna fare attenzione alle parole che si dicono. Accusare una donna di non aver denunciato è già sbagliato, facciamo un’ulteriore violenza. Non è facile denunciare in questi contesti. Non dobbiamo accusarle, ma credere alle donne che dicono qualcosa e fare formazione e informazione. E’ anche vero che quando viene uccisa una donna si spettacolarizza tantissimo, si parla tanto di lei e poi del soggetto che ha fatto il gesto, quasi lo giustifichiamo. Io trovo aberrante che si parla tanto di questa ragazza meravigliosa (Pamela, ndr) e poco di lui. Significa che sottovalutiamo ancora oggi gli uomini maltrattanti. E’ un problema dell’uomo, non dobbiamo accusare la donna di essersela cercata. Va attenzionato lui".

Mara Venier, praticamente gelata dalla madre di Giordana, esclama: "Non stiamo dicendo questo, l’unica cosa che noi dobbiamo dire è che bisogna denunciare!" E poi, alzando la voce, la conduttrice ‘esplode’ ricordando il suo passato: "40 anni fa io non l’ho fatto e ho pagato un prezzo altissimo! Per cui posso parlare perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Non ho denunciato, ma dopo ho pagato un prezzo davvero altissimo. Bisogna denunciare al primo schiaffo, anche all’aggressione verbale psicologica, perché la violenza parte pure da lì!". Infine, la madre di Giordana dichiara che in Italia l’ergastolo non dura quanto la pena effettiva e che per dare un forte segnale alla società bisognerebbe eliminare le riduzioni di pena. Applauso in studio.

Marcella Bella a Domenica In su Ballando, Selvaggia Lucarelli e i commenti della giuria

Marcella Bella, reduce dall’ultima puntata di Ballando con le Stelle, comincia l’intervista rispondendo alle critiche a lei mosse dalla giuria dello show di Milly Carlucci: "Hanno fatto passare il messaggio che le donne della mia età non possono mettersi un vestito corto, che io non potessi tirare su la gamba". Mara Venier allora le chiede: "Prima di te ci sono state molte concorrenti anche più grandi di te, perché dici che con te è diverso?". Tempestiva la risposta dell’ospite: "Mi hanno fatto sentire vecchia. Loro hanno fatto passare un messaggio sbagliato. Le donne della mia età cosa possono aver pensato? Noi abbiamo il diritto di essere belle, forti, toste e anche scosciate se lo vogliamo". La conduttrice, ascoltando le sue parole, si dice d’accordo: "Ma a me lo dici? A noi donne ci devono abbattere in ogni modo".

Non manca poi la frecciata a Selvaggia Lucarelli: "Io non voglio fare la donna sexy, io ballo e basta. Sono loro che dicono cose… Tutte le volte vado lì entusiasmo e una giurata prova ad affossarmi, a provocarmi. Se è intelligente, deve rispettare le donne e non deve offenderle. Mi ha tolto un po’ di entusiasmo. Non ci siamo chiarite. Lei prende e spara. Io sono l’unica ad andare lì per provare dal lunedì al sabato proprio perché voglio fare sempre meglio. Poi in puntata arriva la mannaia. Agli altri danno 9 e 10, io sono cornuta a mazziata. Bellissima esperienza, ma ogni sera vado via con il muso. Poi dopo mezz’ora mi passa…".

Enzo Iacchetti a Domenica In: sta per diventare nonno e presto tornerà in Tv con Striscia la Notizia

Grandi novità in casa Iacchetti: il conduttore di Striscia la Notizia tra 4 mesi diventerà nonno. Mara Venier lo abbraccia e gli dice che questo evento cambierà la sua vita, ma Iacchetti risponde: "Non so se mi farà diventare più vecchio o più giovane, però…". La conduttrice è molto felice per lui e lo si evince dalle sue parole: "E’ una notizia meravigliosa, grazie di avermelo detto. Sai, tutto quello che ci siamo detti stamattina…quando avrai la nipotina, svanisce tutto, ti cambia la vita". L’ospite, in lacrime per la gioia, risponde: "Speriamo davvero. Comunque è uno scoop! Non l’avevo ancora detto a nessuno, per questo mi sono commosso". E aggiunge: "Mia nuora è un tesoro, hanno fatto molta fatica e se lo meritano perché ci stanno provando da tanto tempo. All’inizio ero un po’ contento che non arrivasse, ma poi quando mi hanno detto che c’era, io ho pianto da solo, le corde emotive per me sono ancora tutte accordate", dichiara commosso l’ospite prima di svelare il nome della piccola: Penelope.

Poi si parla di Sanremo. La conduttrice dice che il sogno di Enzo Iacchetti era quello di partecipare alla kermesse musicale. L’ospite svela che molti anni fa mandò una canzone da lui scritta di solo 86 secondi, ma che venne rifiutata troppo corta. Vengono ricordati anche altri suoi tentativi prima con un testo scritto da Guccini e poi con brani presentati insieme ad altri artisti (Giorgio Conte e poi i Nomadi): "Evidentemente la mela marcia dovevo essere io", scherza il conduttore. Subito dopo arriva il messaggio (inaspettato) di Carlo Conti: "Enzino vuol fare Sanremo? Le iscrizioni sono aperte, se hai qualche canzone…Manda pure. Vedi tu, io non posso fare altro che vedere di mettere una buona parola con il Direttore artistico in modo che ascolti la tua canzone con particolare attenzione". Iacchetti pensa subito a una burla di Conti e commenta così le sue parole: "Ma è uno scherzo dai!". Ma Mara Venier svela: "Non è uno scherzo, ancora non ha deciso, manca qualcosina…". Allora Iacchetti le domanda: "Ma devo scrivere una canzone d’amore? Ma se facessi una canzone bonsai, ma impegnata? Carlo ti chiamo per vedere se è vero. Strano, perché Scherzi a Parte lo fanno dall’altra parte".

Immancabile, poi, il ricordo di Anna Marchesini: "Sono sempre stato innamorato di lei, mi piaceva perché ha sempre fatto tanto ridere, mi piaceva perché era bellissima, ma eravamo entrambi sposati. Quando mi chiesero di fare un programma in cui mettevamo in macchina due attori in viaggio da Roma e Milano, volevano che lo facessi con una pornostar ma io rifiutai, perché otto ore che facevo? Continuavano ad arrivarmi proposte e a un certo punto risposi: ‘Accetto solo se mi fate fare il viaggio con Anna Marchesini’. E così è stato. L’amavo, anche vedendola a teatro, e devo dimostrarle il mio innamoramento. Ero timido, ma le sfioravo la mano mentre usavo il cambio in macchina per vedere la sua reazione, e lei la mano la lasciava lì. Non ci siamo mai scambiati il numero di telefono, non ci siamo mai più visti, posso dire che è stato un amore perfetto".

Sull’amore, Enzo Iacchetti si limita a dire: "Sono single, però posso dire che ho una buona reversibilità!".


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