Delitto Garlasco: l’ipotesi di Francesca Fagnani su Alberto Stasi e la bordata di Paolo Crepet
La vicenda di Garlasco continua a tenere banco. Cosa ne pensa la conduttrice di Belve e l'affondo di Paolo Crepet sull'interesse per la cronaca nera
Continua a far discute in questa caldissima estate 2025 il caso del delitto di Garlasco e la riapertura delle indagini sulla morte della giovane Chiara Poggi.
A intervenire sulla complessa vicenda, nelle ultime ore, è stata anche Francesca Fagnani, ospite dell’annuale kermesse Ponza d’autore, intervistata da Gianluigi Nuzzi. "La responsabilità è anche della nostra categoria, che prima di divulgare una notizia tanto lesiva per la famiglia della vittima dovrebbe fare un atto di responsabilità e verificare prima di dare notizie gravi e comunque smentibili" ha detto la conduttrice di Belve, aggiungendo: "Se Stasi risultasse innocente, da una parte darebbe un senso di speranza, dall’altra parte lo toglierebbe perché gli è stata rovinata gran parte della vita" .
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Entra nel canale WhatsAppCaso Garlasco, Francesca Fagnani si appella alla responsabilità, la bordata di Crepet
Insomma, un richiamo alla responsabilità dei cronisti in un momento tanto delicato delle indagini e tanto doloroso anche per la famiglia di Chiara, bersagliata da commenti, ma anche ipotesi e sospetti.
A lanciare una bordata ben più pesante nei confronti del presunto "circo mediatico" che circonda la riapertura delle indagini sul caso di Garlasco è lo psichiatra Paolo Crepet che, in un’intervista sul Giornale, rispondendo da chissà quale comodo salotto o località di villeggiatura dice: "Ora cerco di smarcarmi un po’ da alcuni temi, come la criminologia, ne capisco l’inganno. Si parla di Garlasco per non parlare di altro, la cronaca nera è un anestetizzante fantastico, come già aveva capito Dino Buzzati". Dino Buzzati, uno scrittore ma anche un nerista che, azzardiamo, se fosse ancora qui probabilmente sarebbe anche lui a lavoro sul caso della morte di Chiara Poggi e di tutto quello che questa storia ci sta raccontando, non solo sul brutale assassino.
Intanto, continuano le indagini della Procura di Pavia. Ieri è stato diramato un comunicato stampa in cui si invitava tutti a ricordare che le uniche informazioni ufficiali sull’indagine sono quelle che provengono dal pool di inquirenti guidati dal pm Fabio Napoleone, e si aggiunge che gli inquirenti "si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie".
La procura di Pavia: "Basta congetture". Cosa sappiamo del dna ignoto nella bocca di Chiara Poggi
Il pm, nella stessa nota sottolinea anche che altre interpretazioni o commenti "in assenza di comunicati ufficiali, generano solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture".
Insomma, le indiscrezioni in un momento così delicato del lavoro dei magistrati, vanno prese con le pinze. Compresa l’ultima, uscita sul Corriere della Sera, secondo cui il dna "ignoto" sul tampone orale effettuato su Chiara Poggi potrebbe non essere contaminazione, o almeno non frutto di contaminazione relativa agli operatori che hanno effettuato l’esame sul cadavere. Ciò non esclude che il dna possa essere inquinato ma neanche che possa effettivamente appartenere all’assassino di Chiara o a chi ha partecipato al suo assassinio. Un’ indiscrezione che di fatto nulla aggiunge rispetto a quanto già circolato nei giorni scorsi. Il mistero di Garlasco quindi avrà ancora bisogno di tempo e lavoro per essere risolto.