‘Chi l’ha visto?’, Villa Pamphili: Sciarelli ‘sfida’ l’FBI. Il dolore della mamma di Anastasia: “Quell'ultimo messaggio..."

Cosa è successo ieri (25 giugno) a ‘Chi l’ha visto?’: focus sul delitto di Villa Pamphili e intervista alla madre vittima. Sciarelli incalza il Questore di Roma.

‘Chi l’ha visto?’ è tornato a tenere banco nel prime time di Rai 3 con una nuova puntata ricca di indagini e approfondimenti. Il caso principe della diretta del 25 giugno 2025 condotta da Federica Sciarelli è stato il giallo di Villa Pamphili, che vede il sedicente regista americano Francis Kaufmann come principale sospettato per la morte della russa Anastasia Trofimov e di sua figlia, la piccola Andromeda.

I corpi di madre e figlia sono stati ritrovati a Roma lo scorso 7 giugno e solo diversi giorni dopo sono state identificati. Ieri sera la trasmissione di Rai 3 ha puntato i riflettori sulle indagini su questo duplice delitto, proponendo ai telespettatori un’intervista inedita e commovente alla madre di Anastasia. Ecco cosa è successo durante la puntata.

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‘Chi l’ha visto?’, cosa è successo nella puntata del 26 giugno 2025: l’intervista inedita alla mamma di Anastasia

Federica Sciarelli è tornata a trattare il duplice delitto di Villa Pamphili, il caso di cronaca nera che sta catalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica italiana nelle ultime settimane. La Sciarelli si è riagganciata alla puntata di ‘Chi l’ha visto?’ della scorsa settimana, quando durante la diretta è arrivato un messaggio in cirillico sotto un post della pagina Instagram del programma. "I nostri spettatori ci hanno segnalato che era qualcuno che conosceva la mamma di Anastasia – ha detto la conduttrice – Ci siamo messi in contatto con questa donna e poi abbiamo parlato con la madre della vittima, che non sapeva niente". Poi ha aggiunto, orgogliosa: "Pare che la Procura si sia avvalsa dell’aiuto dell’FBI per le indagini. Quello che mi viene da dire – con un sorriso amaro – è che se loro hanno l’aiuto dell’FBI noi di ‘Chi l’ha visto?’ possiamo contare sul sostegno dei nostri telespettatori, perché siete voi che fate il nostro programma".

Spazio quindi alla lunga intervista con Tatiana, la madre di Anastasia, raggiunta in Siberia dalle telecamere del programma Rai. La donna ha ripercorso le tappe della relazione tra sua figlia e Charles Francis Kaufmann, vero nome di Rexal Ford, il 46enne americano accusato di avere ucciso Anastasia e la loro figlia Andromeda: "Nel 2023 mia figlia è andata in vacanza a Malta, dal 26 agosto al 9 settembre, e lì ha conosciuto l’americano su una spiaggia. Quando è tornata a casa, in Russia, lui la chiamava perché insisteva per farla trasferire a Malta definitivamente, cosa che ha fatto pochi mesi dopo. Non abbiamo litigato. Era lui che non le permetteva di comunicare con nessuno. Mia figlia ha lasciato il lavoro e ha interrotto bruscamente i rapporti con amiche, famiglia e tutte le persone che conosceva. Lui non le permetteva di comunicare con nessuno, la faceva vivere come un fantasma".

Nei primi mesi dopo il trasferimento a Malta, la donna è riuscita a mantenere i contatti con la figlia che comunicava su WhatsApp o Instagram utilizzando un tablet in suo possesso o il telefono di "Rexal Ford". Proprio tramite i social, Tatiana ha scoperto di essere diventata nonna: "Ho scoperto tramite un messaggio di essere nonna, mi ha detto di aver partorito in casa con un’ostetrica pagata 200 euro. Eravamo felici che stesse bene".

Su quello che è accaduto dopo, la donna russa ha spiegato: "Perché hanno lasciato Malta per andare in Italia? Era lui che voleva venire nel vostro paese, lei lo ha seguito perché faceva tutto quello che diceva lui. Non sapevamo che vivessero per strada, Anastasia ci aveva detto che avevano preso una stanza in zona Vaticano".

L’ultimo contatto tra la donna e Anastasia è avvenuto via mail lo scorso 2 giugno: "Mi scriveva che ogni tanto litigavano, diceva che lui stava facendo il possibile, che si stava occupando delle pratiche per i documenti. Il 5 giugno abbiamo sentito che il vulcano Etna aveva eruttato e le ho scritto per sapere se era tutto ok, ma lei non ci ha risposto. Ho mandato un messaggio il 9 giugno in inglese sperando che lo leggesse lui". Entrambi i messaggi sono rimasti con una spunta sola e senza risposta, perché ‘Rexal Ford’ aveva già spento il telefono. Anastasia e la piccola Andromeda sono state ritrovate senza vita a Villa Pamphili il 7 giugno.

Delitto Villa Pamphili, Rexal Ford e il film mai realizzato con Harrison Ford

Federica Sciarelli ha chiuso il blocco dedicato all’intervista alla mamma di Anastasia dedicandole parole d’apprezzamento: "Ammiriamo la grande compostezza di questa. Ha avuto solo un moto di rabbia quando ci ha chiesto: ‘ora questo animale dov’è?’".

Poi è andata in onda un’altra rivelazione inedita di ‘Chi l’ha visto?’, sempre riguardo al giallo di Villa Pamphili e nello specifico in merito al film che Rexal Ford ha provato a realizzare nel 2020 contattando diverse case di produzione italiane, mostrando anche il cast di attori che proponeva: tutte star di Hollywood, sicuramente inconsapevoli. Nella mail mostrata per la prima volta dal programma si leggono nomi, ruoli nella sceneggiatura e compensi (ovviamente tutti ipotetici), oltre al titolo: ‘Stelle nella notte’. Le star citate dall’americano erano Jonathan Rhys Meyers (nel ruolo di Charlie), Harrison Ford (Jack Donovan), ma anche Daisy Ridley (Francesca), Zach Galifianakis (Mike), Mara Lane (Isabella) e Joe Pesci (Arthur). In un’altra mail, invece, citava Mel Gibson, Orlando Bloom, Isabella Rossellini e Mira Sorvino. Rexal aveva le idee chiare anche riguardo alle location dove girare il suo film: Piazza Navona, Trastevere, Via dei Fori Imperiali e addirittura un Colosseo imbiancato dalla neve. Il budget previsto prevedeva due ipotesi: una da 6,8 milioni e l’altra da 2 milioni di euro, in base agli attori arruolati nel cast.

A ‘Chi l’ha visto?’ Roberto Massucci, Questore di Roma

Ad accompagnare il racconto e le indagini sulla morte di Anastasia e Andromeda, in studio con Federica Sciarelli c’era Roberto Massucci, Questore di Roma. Il dirigente è intervenuto per tratteggiare il profilo di ‘Rexal Ford’, ma anche per fornire spiegazioni riguardo a un incontro tra quest’ultimo e le forze dell’ordine avvenuto a Roma il 5 giugno scorso.

"Quel giorno una signora ha chiamato la polizia perché aveva visto Rexal da solo con la bambina: lui sembrava ubriaco e alcuni suoi atteggiamenti l’hanno spinta a telefonare alle forze dell’ordine", ha ricordato la Sciarelli. "La testimone lo ha seguito stando rimanendo al telefono con le forze dell’ordine, che poi sono intervenute". Due pattuglie hanno poi intercettato l’americano che, pur mostrandosi all’inizio visibilmente su di giri e alterato, non è stato accompagnato in centrale per controlli più approfonditi. In un video del Tg2 si vede lui che urla dicendo di essere cittadino americano, contestando il controllo delle forze dell’ordine italiane.

Inoltre, la donna che ha fatto la segnalazione telefonica ha parlato con uno dei carabinieri giunti sul posto chiedendogli spiegazioni sulla scelta di non trattenere l’uomo per ulteriori controlli. "Le è stato risposto che l’uomo era già noto, era un regista straniero facoltoso col vizietto dell’alcol. Poi, davanti alle insistenze della donna, le ha domandato ironicamente se fosse una stalker", ha aggiunto la Sciarelli. Che poi si è rivolta al Questore di Roma con tono netto: "La domanda che tutti si fanno è: perché Rexal è stato lasciato andar via con la bambina?".

"Lui ha una personalità manipolatrice che ha ingannato in tanti", ha risposto Massucci. "Una persona dai due volti: quello che ci viene descritta dalla cittadina e quello mostrato alle forze dell’ordine durante l’intervento, quando si è presentato come un turista americano con mezzi economici importanti". Pronta la replica della Sciarelli, non soddisfatta dalla risposta: "Però non mi ha risposto questore, i cittadini si chiedono: senza passeggino, aveva bevuto una bottiglia di vino. Noi telefoniamo alla polizia, ma dobbiamo essere creduti", Incalzato dalla conduttrice, il Questore ha quindi provato spiegato il motivo che ha spinto i due agenti a non portarlo in centrale: "La testimonianza della signora e la grammatica del poliziotto che ha parlato con lei le abbiamo agli atti, faremo le nostre valutazioni. La scelta degli agenti? Non l’hanno portato in centrale, sono rimasti con lui a lungo aspettando che si ripristinasse una situazione di normalità. È evidente che nella valutazione di oggi questa scelta presenta delle criticità che possiamo giudicare solo alla luce di quello che è successo dopo. "Un poliziotto quando fa un intervento deve partire da quella che è la segnalazione del cittadino e andare a costatare in punta di diritto la situazione, poi in base a quella agire, mettendo anche la sensibilità nei confronti della situazione. Hanno scelto di evitare l’accompagnamento in ufficio. Non ho dubbi sulla loro buona fede, ma una riflessione va fatta".


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