After the Hunt: un cast stellare, ma il risultato è un tentativo di critica sociale che non sfonda
Dopo Queer, il regista italiano indaga e critica le conseguenze dell'esasperazione dell'inclusivismo e della virtù ad ogni costo: la recensione di After The Hunt

Incessante e ansiogeno rumore di lancette a scandire il tempo. Una colonna sonora a tratti cacofonica e dissonante quando i personaggi sono assorti nelle loro riflessioni. L’atmosfera che Luca Guadagnino vuole delineare per il suo After the Hunt – Dopo la caccia è chiara allo spettatore fin da subito: claustrofobia mentale. Presentato fuori concorso alla 82ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il thriller arriva nelle sale il 16 ottobre e porta con sé un discreto carico di critica sociale e verso una virtù, l’etica, che dovrebbe essere cara in particolar modo al mondo accademico e universitario. Protagonisti Ayo Edebiri (The Bear e Opus), Julia Roberts e Andrew Garfield.
La recensione del film After The Hunt: "Accadde a Yale"
Con queste esatte parole, precise coordinate temporali e geografiche, si apre After The Hunt. Alma Imhoff (Roberts) e suo marito Frederik (Michael Stuhlbarg), lei professoressa di filosofia a Yale, lui stimato psicologo, sono soliti tenere a casa propria degli informali salotti culturali, in cui sono invitati colleghi accademici e allievi e dove, tra una bottiglia di vino e un tagliere di formaggi, si discute di filosofia. Scoppia il caso quando Maggie Price (Edebiri), ricca studentessa afroamericana, accusa di molestia Hank Gibson (Garfield), scapestrato contendente di Alma per una cattedra nella prestigiosa università. La donna si trova così tra due fuochi: da un lato un’allieva che ha sempre portato pubblicamente in palmo di mano, dall’altro un amico e collega di lunghissima data, che rischia seriamente di veder sfumare il lavoro di una vita. Ma Alma serba un segreto, che andrà a complicare ulteriormente una questione già di per sé molto simile a un campo minato.
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Entra nel canale WhatsAppUna (parziale) critica alla moderna etica della virtù
Obiettivo ben evidente di Guadagnino con questa pellicola è porre lo spettatore davanti a un dramma sulle conseguenze dell’esasperazione del politicamente corretto e della cultura inclusivista a ogni costo. In altre parole, i rischi derivati dallo strumentalizzare e trasformare in vendetta personale ciò che hanno passato potenziali vittime. Il problema risiede nella mancanza di approfondimento di determinate tematiche. Guadagnino si tiene "a distanza", evitando sempre con attenzione di tracciare una linea netta e lasciando allo spettatore il dibattito finale. Una soluzione piuttosto furba per non esporsi appieno su un tema difficile da maneggiare come quello delle molestie.
After The Hunt, per quanto a tratti molto verboso e compassato nel suo svolgimento, gode comunque di un’atmosfera e di un ritmo intriganti e la storia funziona e si lascia seguire. Apprezzabile la scelta di tratteggiare personaggi tutti moralmente ambigui e controversi, in modo che la scoperta della verità finale risulti appassionante sino alle ultime battute.
Una Julia Roberts finalmente "dubbia"
Per quanto la palma di personaggio più interessante se l’aggiudichi il Frederik di Michael Stuhlbarg, marito che sa ascoltare e che dimostra di conoscere il significato più profondo dell’amore, Julia Roberts è apparsa decisamente in parte in un personaggio finalmente lontano dalle sue tipiche eroine moralmente ineccepibili. Alma, nel suo essere algida, acida e sofferente, è molto credibile. Andrew Garfield e Ayo Edebiri svolgono il loro compito nel passarsi "la palla" a vicenda tra vittima e carnefice senza essere nessuno dei due a pieno titolo fino all’ultimo.
Resta, a conti fatti, il sapore acidulo delle occasioni sprecate: After the Hunt – Dopo la caccia avrebbe potuto, o dovuto, osare di più. Guadagnino aveva per le mani la possibilità di raccontare con maggiore incisività le contraddizioni della società odierna, in cui chi denuncia non viene creduto oppure, al contrario, è creduto a prescindere. La pellicola prova a mostrare entrambe, ma finisce allo stesso tempo per non farlo, rimanendo un ibrido parzialmente incompiuto, per quanto comunque interessante.
